Capgemini: un quarto del budget IT impiegato per verifiche di qualità e test delle app

Quasi un quarto dell’intero budget IT delle imprese è impiegato per realizzare attività di Testing e Quality Assurance (QA), sulle applicazioni. A rivelarlo è la quinta edizione del World Quality Report 2013-2014, lo studio condotto da Capgemini e Sogeti, sua divisione specializzata in servizi professionali, in collaborazione con HP, che analizza lo stato della qualità delle applicazioni e delle practice di testing in diversi mercati e aree geografiche. Il rapporto è basato su interviste telefoniche a oltre 1.500 CIO, dirigenti/manager IT, Responsabili applicazioni e dirigenti/manager di aziende private, organizzazioni governative e del settore pubblico.

Un’edizione, questa, che mette in evidenza la centralità strategica delle “funzioni di Testing & Quality Assurance per il contributo che offrono al raggiungimento degli obiettivi operativi delle aziende e al soddisfacimento delle aspettative dei clienti”, fa notare Marco Bonanni, responsabile Global Service Line del Testing di Capgemini Italia. “Sempre più spesso le applicazioni tecnologiche costituiscono l’interfaccia primaria tra un’azienda e i suoi clientispesso declinata su più canali e dispositivi, con utenti finali sempre meno disposti a tollerare errori funzionali, performance carenti o vulnerabilità”.

Dai dati emerge che all’aumentata importanza della qualità applicativa è equivalso un incremento della percentuale della spesa IT media destinata alle attività di QA, che è passata dal 18% del 2012 al 23% del 2013. Molte aziende faticano però a dimostrare al proprio interno il reale valore delle attività di testing. Inoltre, anche se la tecnologia mobile è un canale prioritario per il coinvolgimento di dipendenti e clienti, quasi metà degli intervistati (45%) non riesce ancora a validare adeguatamente le funzionalità, le performance e la sicurezza di applicazioni e dispositivi mobili. Sebbene il report evidenzi un rapido incremento dei test per mobile (dal 31% del 2012 al 55% del 2013), oltre metà del campione intervistato (56%) sottolinea come la mancanza di metodi ad hoc rappresenti l’ostacolo principale di test in questa area, mentre un ulteriore 48% riferisce di non disporre di professionisti in ambito mobile.

Il report di quest’anno evidenzia anche come alcune organizzazioni stiano sperimentando il valore che queste attività apportano al business nell’ambito di un approccio maggiormente strategico, acquisendo le metriche relative a un ROI di business più ampio come il contributo alla riduzione del time-to-market (45%) o i risparmi derivanti dal prevenire i difetti (39%). Tuttavia, molte imprese non riescono a dimostrare il valore di business delle attività di QA, concentrandosi piuttosto su dati di natura operativa come ad esempio il numero di difetti rilevati (73%) o il costo del singolo test (55%). Il 45% degli intervistati coinvolge inoltre la funzione di Testing in una fase troppo avanzata del processo di delivery perché la qualità applicativa possa beneficiarne al di là della semplice identificazione e risoluzione dei difetti.

Con i dati della ricerca che indicano come un quarto della spesa IT venga destinato alle attività di Testing e QA, misurare il ROI in base a parametri sia finanziari che operativi diventa sempre più importante”, ha affermato Matt Morgan, Vice President, Product Marketing, Software, HP. “Affinché le aziende possano adottare un approccio più strategico nei confronti di Testing e QA, è necessario disporre di maggior visibilità e capacità di reporting per illustrare il valore operativo e di business del testing stesso”.

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