Internet of Everythings e Internet of Things: quali differenze?

Spesso i termini IoE e IoT vengono usati come sinonimi per riferirsi indifferentemente a quel fenomeno complesso che è il mondo interconnesso e in rete. Anzi, in molti casi c’è maggiore familiarità con il termine internet of things, definito nel dizionario di Oxford come “un progetto di sviluppo di Internet, in cui oggetti di uso quotidiano hanno la connettività di rete consentendo loro di inviare e ricevere dati”.

Eppure una differenza esiste e, a ben guardare, proprio in questa definizione c’è in sé l’elemento che distingue, o meglio che specifica, la differenza di ruolo che hanno l’IoT e l’IoE.Come sostiene Dave Evans  Chief Futurist di Cisco: “Internet delle cose è solo una delle quattro dimensioni, persone, processi, dati e cose, che compongono il più vasto e integrato mondo dell’Internet of Everything”. Le cose interconnesse, in altri termini, sono solo una delle facce di una rivoluzione sfaccettata in cui i quattro attori non vivono isolati ma si amplificano e realizzano al massimo proprio grazie alla loro interconnessione.  Come? Analizziamo uno ad uno i pilastri dell’IoE, come vengono definiti da Evans.

IoEprimer1-550x309Persone. Il modo con cui gli individui si connettono a Internet negli ultimi 30 anni è cambiato in modo radicale. Dai semplici terminali stupidi si è arrivati a smartphone e tablet e ancora, ai device indossabili, come i Google Glass o gli smartwatch, che cambieranno radicalmente il modo con cui  si consumano e condividono le informazioni. E non è che l’inizio, se si pensa anche a come le tecnologie potranno entrare nei processi di monitoraggio e, perché no, di cura della salute. Secondo Evans: “Abbiamo solo cominciato a grattare la superficie di come la tecnologia indossabile trasformerà le nostre vite”.

 Processi. Internet ha rivoluzionato il modo in cui le aziende gestiscono le loro catene di approvvigionamento e i modi con cui, ad esempio, i consumatori fanno shopping. Ed anche in questo caso è solo l’inizio. Telecamere e sensori di parcheggio, ad esempio, potranno contare il numero delle macchine e delle persone che entrano nei negozi; tali dati, in combinazione con sensori posti su carrelli della spesa e all’analisi dei modelli di traffico nei punti vendita, permetteranno “ai sistemi di prevedere tempi morti o con meno affluenza e regolare automaticamente il personale” in base alle ore di punta. “Con diversi benefici: i clienti saranno felici di evitare lunghe code alle casse, e i negozi potranno ottimizzare la produttività dei dipendenti avendo il giusto numero di cassieri” spiega Evans.

Dati: Il mondo è inondato di dati il cui volume cresce esponenzialmente. Ad esempio, ci si sta muovendo da video HD (720p/1080p) a video con una visione ancora più ricca ( 4K displa ). I famosi display 4K si avviano a diventare alla portata dei più e anche le fotocamere diventano sempre potenti e “dense”. Non solo. Nuovi tipi di dispositivi che non sono mai esistiti prima stanno iniziando a creare ancora più dati, per esempio, i sensori sul cibo per avvisare l’utente prima scadano. La Big Data Analysis sta aiutando a dare un senso a questa valanga di informazioni per far si che rivelino nuove intuizioni e consentano migliori processo decisionali.

Infine, le cose. Oggi circa 10 miliardi di cose nel mondo sono collegate a Internet. Ma questo numero crescerà fino a oltre 50 miliardi nel prossimo decennio, praticamente almeno sei dispositivi collegati per ogni uomo, donna e bambino sulla terra. La vera crescita la si vedrà non nelle cose che ci aspettiamo siano collegate, come computer, telefoni e tablet;  la parte che Evans definisce più  “emozionante” sarà quello che accadrà alle cose che hanno appena iniziato ad essere collegate. “Sistemi di distribuzione dell’acqua saranno connessi per individuare i tubi di scarico e chiudere i rubinetti quando non sono in uso o ridurre del 30% perdite e sprechi. Persino in agricoltura arriverà la connessione: i campi saranno in rete per aiutare gli agricoltori e gli allevatori a capire quando irrigare, concimare, e quando spostare il gregge in un campo diverso, per migliorare il rendimento e ridurre gli sprechi”.

Ecco perché Internet di tutte le cose ha in sé l’Internet delle cose ed è di più di esso: è costruito sulle connessioni tra persone, processi, dati, e cose, e nel loro connubio c’è tutta la forza rivoluzionaria dell’IoE.

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