Internet of Everything: il futuro della sicurezza stradale è nelle comunicazioni V2V

Se c’è un ambito che riesce ad esprimere bene la complessità dell’Internet of Everything nella costruzione di relazioni tra persone, processi, reti, dati ed oggetti, questo ambito è quello della sicurezza stradale. La sicurezza stradale rappresenta infatti una delle principali aree di applicazione nell’IoE nell’ambito dei progetto Smart City. Ridurre non soltanto i pericoli stradali, ma mettere in condizione gli autoveicoli stessi di “occuparsi” della incolumità dei propri passeggeri, può sembrare fantascienza ma non lo è affatto. Si parla ormai sempre più spesso, infatti, di comunicazioni smart Vehicle to Vehicle (V2V) e Vehicle to Enviroment (V2E).
V2VNel 2012, ad esempio, l’università del Michigan in America ha inaugurato un vasto progetto che ha permesso a circa 3.000 autovetture
della città di Ann Arbour, di parlare le une con le altre attraverso comunicazioni dedicate a corto raggio (Dedicated Short Range Communications – DSRC),  tecnologia simile alle reti wifi usate per le reti domestiche. Ma, invece che essere connessi ad internet attraverso laptop o smartphone, queste vetture si sono scambiate messaggi di sicurezza o di allerta tra di loro e  ai guidatori, grazie ad un
sistema cloud dedicato. Tutti i dati così registrati hanno contribuito a determinare con precisione quale tipologia di alert riescono ad
essere davvero efficaci per i conducenti e quali meno. Una sperimentazione giudicata altamente innovativa, giunta dopo almeno dieci anni di studi congiunti tra università, settore pubblico e privato, che punta tutto sulle connessioni: la combinazione tra dati e  video registrati nella città posso rendere i ricercatori praticamente onniscienti: “Non sappiamo solo quali messaggi e allerte vengono
inviati ai conducenti. Noi sappiamo esattamente cosa il guidatore sta facendo e con estremo dettaglio. Sappiamo quanti occupanti ci sono, l’espressione del volto dei passeggeri e cosa stanno facendo”. In altre parole è possibile conoscere esattamente come è la situazione del traffico. Ma anche dei singoli “nodi” (le autovetture) che il traffico lo generano. Visto che tale progetto è stato parzialmente
disegnato per tenere informata l’amministrazione nazionale americana sulla sicurezza del traffico, la National Highway Traffic Safety Administration, è attesa a breve anche un pronunciamento che renderà, forse, l’uso del DSRC obbligatorio su tutte le strade americane.
Ma tale modello non è l’unico possibile. Recenti analisi sottolineano sempre più l’importanza che le reti 4G avranno nelle future iniziative
di sicurezza stradale cittadina. Recentemente Audi ha annunciato che sarebbe stata la prima casa automobilistica ad offrire connettività dati ad alta velocità quando 4G verrà offerto nel 2015 sul suo modello A3.  Per questo motivo, considerando anche la prevista crescita dell’LTE nel mondo, secondo quanto recentemente dichiarato da Dominique Bonte, vice presidente di ABI Research, i sistemi intelligenti V2V basati su 4G scalzeranno il DRSC. “Una lezione che abbiamo imparato è che se il sistema è onnipresente, ecco che arriverà il successo. E’ quanto è accaduto con Internet” , ha detto Bonte. Al contrario, una tecnologia nuova, come è la DRSC “E’ sempre soggetta a ritardi e  resistenze. DSRC potrebbe affrontare una battaglia in salita. Perché, quindi, dovremmo avere bisogno di un’altra tecnologia?.” E il meccanismo di sicurezza, con le reti LTE, sarebbe lo stesso: “E ‘come il social networking tra veicoli “, ha spiegato Bonte “Il veicolo potrebbe ricevere un messaggio su un evento di frenata che sta accadendo davanti, così che il veicolo possa iniziare la frenata senza che il guidatore intervenga”.
L’unico vantaggio delle DRSC, il che spiega perchè aziende e istituzioni americane abbiamo sempre puntato su di esse, è che tale tecnologia usa uno spettro specifico riservato alle comunicazioni tra autovetture, con un alto livello di sicurezza e con rischio  praticamente zero di interferenze di segnale. Ma, nota Bonte, se il 4G sostituisse il DSRC per l’uso nelle comunicazioni V2V, la Federal Communication Commission americana potrebbe optare per liberalizzarne la banda di 5,9 GHz convertendola per l’uso in stazioni wifi e reti fisse.
Con o senza DSRC, con o senza 4G, quel che è certo è che il futuro dei trasporti e della sicurezza stradale passa attraverso sistemi interconnessi che possono comunicare tra loro ma anche con l’infrastruttura stradale, anch’essa sempre più smart. E il dialogo tra autovetture sarà un fattore chiave nel determinare un futuro a zero incidenti e basato su automobili autonome.

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