Quando il dito indica l’efficienza, le istituzioni guardano all’utente finale

Efficienza, un concetto astratto quanto strategico entrato a grandi passi nel sentire comune e nei programmi istituzionali di comuni e ministeri. Ma, per quanto ci sia grande disponibilità a trattare il tema il nodo dell’evoluzione efficiente si ferma al quesito: come sensibilizzare e insegnare agli utenti ad agire in modo efficiente? Forse siamo di fronte ad un falso quesito. C’è un modo di dire comune che più o meno suona così: “quando il dito indica il cielo, lo stolto guarda il dito”.

ditoEcco, a volte ho davvero l’impressione che porsi il quesito dell’efficienza come una azione da demandare ai singoli sia davvero guardare il dito.

Se dobbiamo ragionare in modo più efficiente è il sistema che per primo si dovrà muovere in questa direzione agendo sulle infrastrutture di base, penalizzando chi non lo farà e cercando di incentivare secondo un sistema premiante chi lo farà. In parte è già così, ma si informa poco e male in merito.

Se si agisse già in modo uniforme su utilities ed edifici statali avremmo fatto un passo molto grande verso gli obiettivi 20-20-20. Uovo di colombo? Forse sì. Problemi nella finanziabilità degli enti pubblici? Sicuramente. Le implementazioni nella rete le pagano sempre gli utenti finali? Anche questo è vero. Ma considerato come si continui a lasciare tutto nelle mani di operosi consumatori che dovrebbero cogliere per spirito patriottico di una patria intesa come il mondo intero (cercasi ancora spirito europeo..!?), tanto vale far ricadere comunque su di loro ed almeno in modo ragionato e condiviso questa spesa.

Basta! Noi utenti finali ci arrendiamo, ma non dite che il problema è sensibilizzarci, dite che il problema è organizzare ed accordare tutti (gli altri) sulla disponibilità di strumenti. Se riuscissimo davvero a realizzare un sistema efficiente, un consumatore, sensibile o meno al tema, sarebbe già parte di un sistema virtuoso grazie ad una passivo consumo di un sistema che si sa autoregolare in modo intelligente (smart city).Questo, almeno secondo concetti antichi di educazione, significa dare il buon esempio e trasmettere un valore che, mi risulta, sia il solo modo di innovare il processo culturale.

Mi sento di dire, quindi, che gli utenti finali restituiscono la palla al mittente, augurando alle istituzioni di riuscire davvero a compiere il proprio lavoro.

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