Il colosso cinese Tencent avrebbe sospeso più di 300 account su WeChat, la sua app di messaggistica mobile, e avrebbe vietato l’uso di altri 40 profili dopo l’applicazione delle restrizioni governative sulla diffusione di news politiche online. Lo riferiscono i canali governativi e lo riporta oggi Reuters.
All’inizio di questo mese il governo cinese ha imposto nuove regole sulle informazioni che possono essere pubblicate tramite messaggistica istantanea e sugli account che hanno la possibilità di diffondere notizie a un numero elevato di followers. I numeri di WeChat già all’inizio di giugno erano da capogiro, con 438 milioni di utenti attivi al mese e in crescita costante.
Le notizie politiche sono state le prime news a cadere sotto la scure della censura governativa. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua, dei 357 account chiusi dalla Tencent il 25 agosto, 46 hanno ricevuto un divieto permanente di pubblicazione mentre gli altri sono stati sospesi.
In accordo con le nuove restrizioni, devono essere gli stessi fornitori dei servizi di messaggistica istantanea, come Tencent, a far rispettare i regolamenti. Al momento il portavoce dell’azienda ha rifiutato di commentare l’accaduto. Secondo gli esperti, il presidente Xi Jinping ha intenzione di rendere più severe le norme sulla comunicazione online e sulla censura. Questo perché lo stesso presidente è a capo del Central Internet Security and Informatisation Leading Group, un ente preposto alla protezione e alla sicurezza informatica che ha l’obiettivo di trasformare la Cina in una potenza informatica.
Gary King, professore presso la Harvard University e studioso del fenomeno della censura su internet applicata dal governo cinese, ha detto all’inizio di questa settimana che il Partito comunista al potere da tempo è particolarmente preoccupato per la diffusione di messaggi che possono portare a disordini sociali o azioni di protesta collettive. L’esempio della primavera araba, dove i social media hanno avuto una parte fondamentale nell’organizzazione delle rivoluzioni politiche, ha fatto scuola e i funzionari cinesi non avrebbero fatto attendere la loro controffensiva, soprattutto contro quei servizi di messaggistica mobile fino ad oggi toccati solo in parte dalla censura.
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