Le smart city sono diventate un tema centrale nella discussione su come i centri abitati possano diventare sempre più intelligenti grazie alle tecnologie. Un argomento di interesse mondiale attorno a cui ruotano anche cifre da capogiro, e che dimostrano come le città siano centrali nella vita del territorio.
A patto che si “esca dai luoghi comuni: la smart city non è solo la risultante di tecnologie che la rendono smart” dichiara Gianni Dominici, Direttore Generale di ForumPa, intervistato a poche settimane dall’apertura dei lavori della terza edizione della Smart City Exhibition, organizzata da ForumPa e Fiera di Bologna dal 22 al 24 ottobre. “Una città può dirsi smart innanzitutto quando è abilitante, ovvero capace di creare un ambiente favorevole e propositivo per imprese, cittadini, associazioni. Un vero luogo di opportunità” spiega. In secondo luogo è smart quando è capace di rispondere ai bisogni del territorio il che vuol dire, tornando alle tecnologie, anche “ascoltarla quando parla. E una città parla con i sensori dell’Iot, ma parla anche attraverso i dati dei censimenti o quelli prodotti dalle imprese, parla attraverso gli open data e i social, ad esempio.” E’ da questo complesso ascolto a 360° che si “può passare da informazione a conoscenza e da conoscenza a decisioni.”
Altro nodo cruciale: una smart city, per essere tale, non può prescindere da una strategia: “è indubbio che le tecnologie siano straordinari strumenti di facilitazione ma alle loro spalle serve una smart governance del territorio, una direzione” nota Dominici. In Italia oggi il capitale umano non manca, come non mancano le tecnologie e ci sono anche finanziamenti capaci di supportare le smart city: ma manca una governance, un progetto politico del territorio. “L’unico modo per uscirne è abbandonare la logica bipolare, PA da una parte e cittadini dall’altra. Bisogna portare avanti una visione integrata, con i cittadini che entrano nel dibattito e nella costruzione della città del futuro”.
Fortunatemente i cittadini non stanno a guardare. Se è vero che in Italia si sperimenta un ritardo politico, ci conferma Dominici, c’è invece fermento dal basso, direttamente da cittadini e associazioni chi sperimentano l’innovazione: a Roma con l’Associazione Città delle mamme, a Bologna con la Città dei Beni Comuni, a Napoli con il progetto Social Innovation Cities. “Le persone vogliono e riescono a condividere e progettare insieme, grazie alle tecnologie.”
Ed è così nasce la Smart Exihibition, “con l’idea non solo di ragionare sulla PA, che è quello che fa da sempre Forum Pa, ma di ragionare in ottica di territorio smart”. Una tre giorni ricca di appuntamenti che riunirà alla Fiera di Bologna politici, imprenditori e cittadinanza attiva, valorizzando le migliori esperienze del nostro Paese e identificando dei modelli di successo internazionali replicabili in Italia. Negli oltre 30 appuntamenti, tra convegni, workshop e laboratori si affronteranno i diversi volti e le tante tematiche di interesse per una città che voglia sentirsi smart: da come i “nuovi artigiani digitali” entrano negli spazi cittadini, a esperienze di sharing society e di territorio collaborativo, ma anche del futuro smart delle politiche alimentari urbane. E poi sicurezza, mobilità e ovviamente network: “ ampio spazio al confronto e alla rete, per fare progetti concreti, trovare soluzioni e condividerle” spiega Dominici. Oggi l’innovazione mette insieme tanti attori diversi: università associazioni, Pa imprese, startup: “l’Exhibition vuole essere un luogo di incontro tra tutti gli attori dello sviluppo. Di tutti quelli che fanno parte del sistema locale dell’innovazione. Singoli cittadini attivi, imprese vecchie e nuove, e tutti quelli che insieme possono fare la differenza.”
Aggiornamenti e programma della manifestazioni sono disponibili qui.
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