Editoria: il futuro della comunicazione è nel video

L’accesso al web avviene sempre più in mobilità e nei prossimi anni la crescita delle connessioni 4G e l’incremento della grandezza degli schermi degli smartphone faranno da volano al consumo di video modificando le abitudini di fruizione dei contenuti di infotainment da parte dei consumatori. Che si tratti di dare un’occhiata alle ultime notizie, di guardare l’ultimo clip musicale o la campagna virale del momento, il video sarà sempre più al centro del modo in cui verranno consumati i contenuti.

Secondo il Global Mobile Data Traffic Forecast di Cisco, entro il 2018 più dei due terzi del traffico dati mondiale su mobile sarà generato dal consumo di video che sarà pari a più di 3,5 volte l’intero traffico dati mobile del 2014.

A casa, mentre stiamo andando al lavoro o in ufficio, consumeremo sempre più contenuti video e questo è un dato di cui gli editori debbono tenere conto perché anche l’informazione sta diventando sempre più visiva, oltre che mobile e social.

Secondo Cisco la crescita delle reti LTE avrà come conseguenza un forte incremento della richiesta di contenuti video in mobilità. Gli abbonati con collegamenti 4G generano in media 1,5 volte il consumo video di chi ha collegamento 3G.

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E’ l’effetto della convergenza dei contenuti che passa dal mobile e trova la sua forma di espressione nella comunicazione video. Il 4G che offre una velocità di download 5 volte maggiore del 3G porterà a consumare sempre più video con sempre maggiore frequenza. Secondo Alfonso Mariconda, Responsabile Foundry and Project Management di Telecom Italia “le persone hanno imparato a dare valore ai loro tempi morti in mobilità (per esempio quando aspettano o utilizzano un mezzo pubblico), e se fino a qualche tempo fa utilizzavano soprattutto risorse locali oggi fanno un uso crescente di molti servizi che richiedono una connessione, agevolate dagli abbonamenti dati di tipo flat. Per i produttori di contenuti in generale il consumo in questi momenti della giornata rappresenta una opportunità rilevante, che sta influenzando gli stessi format e persino i linguaggi. Sta poi naturalmente a loro, utilizzando i Telco come abilitatori, trovare il modello di business migliore per monetizzare queste opportunità”.

E’ una ulteriore sfida per gli editori, soprattutto per quelli della carta stampata, che indica ancora una volta quanto sia veloce il cambiamento nel mondo digitale. I dati sono clamorosamente evidenti. Senza entrare nel dettaglio dei dati mondiali, dove si parla di 1 miliardo di persone che guardano contenuti video online, in Italia questo fenomeno interessa già oggi 28 milioni di persone. Sempre secondo Cisco il traffico video su Internet in Italia crescerà di 5 volte tra il 2013 e il 2018 quando arriverà a rappresentare il 75 per cento di tutto il traffico web e il traffico dati mobile crescerà invece a ritmi ancora più sostenuti.

Sono volumi enormi, che rappresentano una grandissima opportunità per chi riuscirà a coglierla e un elevatissimo rischio per chi ne rimarrà tagliato fuori. I video online hanno una platea vasta tanto quanto quella dei social: sono utilizzati, infatti, dall’84% degli Internet user per un tempo medio di 33 minuti al giorno. E al primo posto, oltre ai video musicali, ci sono quelli di news (22 per cento del totale).

Il 2018 è incredibilmente vicino e gli editori che già oggi non hanno sviluppato una propria strategia di marketing che punti a combinare contenuti in mobilità con contenuti video molto probabilmente arriveranno ancora una volta in ritardo all’appuntamento con il cambiamento delle abitudini di lettura generato dallo sviluppo della tecnologia, lasciando ad altri la propria audience.

Già oggi continua Mariconda di Telecom Italia “un produttore di contenuti indipendente può arrivare via web su ogni schermo con qualsiasi format che riesca ad avere un senso, sia per la condizione del fruitore, sia per la capacità di monetizzare del valore. E c’è anche chi costruisce business proponendosi come aggregatore di contenuti, cosa tutt’altro che banale in questo contesto. L’impressione è che il futuro dei media sarà molto diverso da come l’abbiamo vissuto finora”.

Proprio per questo per gli editori è importante presidiare sin da subito questo segmento di mercato, peraltro anche con una logica. Un breve video di 30 secondi è in grado di raccontare una storia, di catturarne  l’atmosfera e di proiettare lo spettatore all’interno di un determinato contesto in modo molto più efficace e immediato delle circa 1.500 parole che servono per descrivere con il testo la stessa situazione. Con un messaggio molto più ricco dal punto di vista dell’engagement e dell’emozione.

Ecco perché anche il mercato pubblicitario si è accorto di questo fenomeno e il segmento del video advertising è tra quelli per i quali si prevedono i maggiori tassi di crescita nei prossimi anni. Un mercato che vale già oggi 275 milioni di euro e che l’Osservatorio New Media & New Internet del Politecnico di Milano prevede possa crescere fino a rappresentare il 25 per cento della pubblicità totale sul web nel 2018.

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