Software Open Source e Certificazioni

La certificazione delle competenze per i software open source sul desktop – come LibreOffice – è un tema che ho affrontato per la prima volta nel 2006, all’epoca di OOo, senza avere successo. Probabilmente, i tempi erano prematuri e le persone erano sbagliate. Io stesso avevo molta più esperienza di business che di software libero, per cui mi ero scontrato con una serie di preconcetti – tipici ancora oggi di un certo tipo di software open source, che fortunatamente sta scomparendo – che contraddistinguono la visione secondo cui il software libero appartiene solo agli sviluppatori, e quindi è alieno a qualsiasi modello di business sostenibile.

tdf-ititinfoprofessionalsQuando è nato il progetto LibreOffice, ho riproposto il tema della certificazione, con un terreno più fertile, per cui ho potuto sviluppare un programma completo – con tutte le difficoltà del caso – che ha portato al riconoscimento delle competenze nell’ambito dello sviluppo del software, dei progetti di migrazione e dei progetti di formazione di oltre 60 professionisti. L’obiettivo è quello di offrire al mercato un riferimento affidabile per i progetti di sviluppo e di migrazione a LibreOffice, per evitare pericolosi salti nel buio che porterebbero – inevitabilmente – a un’opinione negativa sul progetto e soprattutto sul software.

La certificazione dei candidati viene effettuata in base a un confronto tra pari, per cui gli sviluppatori sono valutati dagli altri sviluppatori in base ai loro contributi, e gli esperti di migrazioni e di training sono valutati da professionisti che hanno già portato a compimento con successo progetti dello stesso tipo. In particolare, chi si occupa di migrazioni e di training deve essere, oltre che un professionista, anche un ambasciatore di LibreOffice, per cui l’impegno nel progetto è un aspetto molto importante (e l’impegno in altri progetti una barriera insormontabile).

La comunità italiana è quella che ha il maggior numero di professionisti certificati per le migrazioni e il training. Infatti, oltre al sottoscritto che coordina il progetto, a Marina Latini (Studio Storti) e a Stefano Paggetti (Regione Umbria), certificati dal Board of Directors per essere anche certificatori, durante il FOSDEM 2015 sono stati certificati anche Osvaldo Gervasi, professore all’Università di Perugia; Gabriele Ponzo, consulente di Terni; Enio Gemmo, professionista per la USLS5 Ovest Vicentino; Sonia Montegiove e Alfredo Parisi, protagonisti del Progetto LibreUmbria, che rappresenta una best practice di livello globale per le migrazioni a LibreOffice.

Oggi, migrare a LibreOffice è più facile e più sicuro che nel passato, grazie a una comunità attiva e dinamica che continua a crescere sia sotto il profilo numerico sia come livello di competenza, ed esprime il gruppo più numeroso di professionisti certificati sulle migrazioni e sul training. Per me, visto che ho contribuito in modo significativo a impostare, sviluppare e definire il programma di certificazione, si tratta di una grande soddisfazione personale, anche perché dimostra che l’idea del 2006 aveva un fondamento reale, anche se ci sono voluti quasi otto anni per farne un progetto attivo e funzionante.

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Laureato in Lettere all’Università Statale di Milano, è uno dei fondatori di The Document Foundation, la "casa di LibreOffice", nonchè portavoce del progetto a livello internazionale; è anche fondatore e presidente onorario della neonata Associazione LibreItalia. Ha partecipato ad alcuni tra i principali progetti di migrazione a LibreOffice, sia nella fase iniziale di analisi che in quella di comunicazione orientata alla gestione del cambiamento. Ed è autore dei protocolli per le migrazioni e la formazione, sulla base dei quali vengono certificati i professionisti nelle due discipline. In questa veste è coordinatore della commissione di certificazione. Come esperto di standard dei documenti, ha partecipato alla commissione dell'Agenzia per l'Italia Digitale per il Regolamento Applicativo dell'Articolo 68 del Codice dell'Amministrazione Digitale.

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