Streaming, USA: Netflix domina il mercato, Facebook in sorprendente calo

In Italia Netflix è arrivato da poco ed è ancora presto per poter trarre conclusioni sul suo andamento: ma come sta andando nel suo paese di origine? Bene, anzi benissimo: secondo una ricerca condotta da Sandvine e riportata da SiliconBeat sul “real time entertainment”, siamo giunti al momento d’oro del servizio di Reed Hastings. In generale, è proprio lo streaming audio / video a registrare un momento particolarmente felice negli USA, dove il 70% del traffico dati registrato nelle ore serali di punta è proprio dedicato esclusivamente a contenuti video on demand, una crescita enorme se paragonata a quella del 35% di cinque anni fa.

Andando nello specifico, Netflix sbaraglia la concorrenza in termini di traffico dati: secondo Sandvine, infatti, il servizio raccoglie il 37,1% del traffico relativo allo streaming, seguito da YouTube che si attesta al 17,9% (una distanza di oltre il doppio) e da Amazon Video (solo 3,1%). In questo contesto, è bene sottolineare che, secondo Bloomberg, YouTube sta crescendo più velocemente di Facebook sulla fruizione dei video, nonostante la sempre maggior attenzioni del social di Zuckerberg: un’affermazione che trova conferma proprio nel report di Sandvine, nel quale i dati di Facebook lasciano vedere un misero 2,5% rispetto al 3% di un anno fa. Un calo in controtendenza.

In generale anche in Europa il trend per Netflix sembra positivo, a confermarlo sono le previsioni di IHS Technology, che afferma che entro il 2019 la società di Reed Hastings toccherà la vetta di 19,9 milioni di abbonati (da non confondere con il numero di utenti) e rappresenteranno il 20% del totale delle sottoscrizioni di Netflix, la metà rispetto alla fetta a stelle e strisce (qui un’infografica riassuntiva). In Italia molti utenti hanno provato il servizio ma, se è vero che la qualità è sorprendente, bisogna ancora capire se il nostro Paese, inserito per svariati anni consecutivi nella lista UE dei paesi a rischio pirateria, si stancherà o reagirà positivamente.

I punti deboli per l’Italia sono tanti e vari: come sostiene Alberto Marinelli della Sapienza di Roma, in effetti, si attende “un pubblico molto segmentato, che sa l’inglese, che già vede prodotti in lingua originale”, una nicchia molto definita rispetto al pubblico della televisione in chiaro o di Sky. Inoltre un freno potrebbe essere il problema linguistico: in Italia le persone che possono vedere un prodotto televisivo in lingua originale, raggiungono i pochi milioni “quindi bisognerà capire se Netflix opterà per la realizzazione di una sottotitolazione spinta che (secondo Marinelli, ndr) potrebbe essere una componente assolutamente strategica.

Quello che è certo, però, è che Netflix non scomparirà dalla penisola nel giro di pochi mesi e, come testimoniano in numeri USA, il servizio gode davvero di ottima salute.

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