Piattaforme per l’e-commerce a confronto: floss VS proprietarie

E-commerce: cos’è?

Il concetto di e-commerce è nato diverso tempo fa, anche se in forma molto diversa da come lo conosciamo oggi, e negli ultimi 10 anni le sue incarnazioni sono cambiate molto rapidamente, tanto che è davvero difficile darne una definizione univoca e onnicomprensiva.
La definizione “canonica” è quella di un sistema per la vendita o la facilitazione della vendita attraverso reti di computer. Non è quindi limitato all’utilizzo della rete Internet come si potrebbe pensare e anche l’e-commerce dei nostri giorni usa in realtà Internet per alcune delle sue funzionalità ma non necessariamente tutte.
Può essere utile in questo caso fare una rapida carrellata delle differenze storicamente più importanti rispetto al commercio “tradizionale”, inteso come commercio prima che esistesse quello elettronico.

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Tabella 1: Differenze tra commercio tradizionale e e-commerce delle origini

Nel corso del tempo, mentre il settore e-commerce si evolveva, le differenze sono cambiate e oggi l’approccio più apprezzato da chi vende e chi acquista è in realtà un approccio ibrido tra punti vendita tradizionali e canali on-line di ogni genere.

Breve storia del commercio elettronico

Per spiegare un po’ meglio da dove è partito il concetto di commercio e elettronico e come si sta evolvendo vi chiedo la pazienza di leggervi la breve cronistoria che segue – molto semplificata – dell’e-commerce che parte dagli anni Sessanta e arriva quasi ai giorni nostri:

 

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Cos’è una piattaforma e-commerce?

Una piattaforma per l’e-commerce è generalmente intesa come una piattaforma software per creare siti (più in generale sistemi) che servono a far funzionare le diverse fasi che permettono da una parte all’utente di effettuare un acquisto via internet e dall’altra a chi vende di gestire tutte la fasi necessarie.
In generale una piattaforma è un insieme di strumenti tecnici che permettono di sviluppare il software necessario: librerie software, metodologie, documentazione tecnica, strumenti per il test, ambienti di sviluppo e spesso anche una soluzione di base funzionante da usare come base per la personalizzazione del prodotto finale.
Oggi ci sono moltissime piattaforme per sviluppare soluzioni e-commerce, scritte in una moltitudine di linguaggi di programmazione diversi, ciascuno con le sue peculiarità e la sua cerchia di fan entusiasti e relativi detrattori. Quello che conta è che molte di queste piattaforme sono open source e permettono quindi ai professionisti di poter sviluppare le soluzioni migliori per i loro clienti senza doversi, almeno inizialmente, concentrarsi e spendere tempo e denaro sul licensing, ma, al contrario, potendosi concentrare sulla parte tecnica.

Differenze fra piattaforme chiuse e floss

Come per molti altri settori dello sviluppo software, anche in quello delle piattaforme per l’e-commerce ci sono insigni rappresentanti del mondo chiuso e proprietario e di quello libero e open source e allo stesso modo ciascuno dei due approcci ha dei pro e dei contro.

Tipicamente le piattaforme chiuse sono dedicate a progetti medio-grandi e sono piattaforme per le quali non si ha accesso al codice sorgente o ci sono forti limitazioni tecniche o legali alle modifiche del codice. Dall’altro lato le piattaforme floss non solo consentono ma spesso incentivano lo sviluppo di modifiche al codice e di funzionalità aggiuntive da parte di sviluppatori terzi e della comunità di utilizzatori.

Un fornitore di soluzioni proprietarie può anche offrire un pacchetto completo di servizi per il commercio elettronico come, ad esempio, l’integrazione con software gestionali (o anche un proprio gestionale), servizi di logistica, servizi di webmarketing e molto altro ancora. Questi servizi, in caso di piattaforme chiuse senza alcun accesso al codice sorgente, molto spesso sono erogabili esclusivamente dal fornitore della piattaforma o da un gruppo ristretto di partner del fornitore, al contrario di quanto succede altrettanto tipicamente con le controparti floss. In quest’ultimo caso è comunque possibile includere tranquillamente una serie di servizi e funzionalità aggiuntive che però sono offerti da molti fornitori indipendenti dalla piattaforma.

Tra le caratteristiche più salienti delle piattaforme proprietarie possiamo elencare le seguenti:

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 Dal lato invece delle piattaforme libere e open source i pro e i contro sono altrettanto interessanti:

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Tabella 2: Vantaggi e svantaggi delle piattaforme e-commerce floss

Ovviamente la scelta della piattaforma dipende da moltissimi fattori spesso variabili in funzione del singolo progetto, e questi che ho indicato sono solo una minima parte di quelli da prendere in considerazione.

Piattaforme basate su cloud

Negli ultimi anni, l’esplosione del cloud ha investito anche il settore dell’e-commerce, e sono nate molte soluzioni basate sul concetto di SaaS, ovvero “Software as a Service”. Queste soluzioni mettono a disposizione su un’infrastruttura cloud sia piattaforme floss già esistenti oppure soluzioni chiuse proprie del fornitore del servizio.

Premesso che bisogna ricordare sempre che il cloud non è la soluzione di tutti i mali dell’informatica come molti insistono a dire, alcuni di questi servizi di e-commerce SaaS hanno l’indiscutibile vantaggio di poter provare una soluzione o un’altra con poco sforzo in termini economici e di tempo, permettendo di valutare non solo la piattaforma in sé ma anche di fare qualche test sul campo relativo al business model che il merchant ha pensato di mettere in piedi per vendere con successo online.

Tra gli svantaggi di questo modello ce ne sono però alcuni di tipo tecnico e legale che meritano di essere menzionati, per tenerli in debita considerazione al momento della scelta:

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Tabella 3: Vantaggi e svantaggi delle piattaforme e-commerce SaaS

Piattaforme con doppio licensing

Anche se non se ne trovano moltissime, ci sono anche piattaforme e-commerce che si basano sull’approccio del doppio licensing, ovvero la stessa piattaforma viene resa disponibile in una versione completamente floss e gratuita, e anche in una seconda versione con licenza d’uso proprietaria. Oltre a qualche differenza di funzionalità tra le due versioni – a vantaggio ovviamente della versione a pagamento con licenza proprietaria – la differenza principale spesso sta nel fatto che la versione con licenza proprietaria ha dei vincoli legali che possono essere tesi a garantire sia chi sviluppa la piattaforma sia chi la usa. Spesso comunque ci sono anche delle manleve di responsabilità per l’una e l’altra parte.
Il vantaggio di questa soluzione è che anche se la licenza ha dei vincoli legali, tipicamente non ci sono vincoli tecnici per l’accesso e la modifica del codice, il che è un vantaggio per chi sviluppa e gestisce la piattaforma, dal momento che garantisce comunque la possibilità di implementare qualsiasi cosa. Naturalmente le implicazioni legali sono altrettanto importanti e vanno tenute bene in considerazione a seconda del caso specifico.

Conclusioni per gli sviluppatori

Se siete sviluppatori o agenzie che si occupano di sviluppo e gestione di e-commerce e dovete scegliere la tipologia di piattaforma da usare, sia in generale che per uno specifico progetto, il consiglio è sempre quello di passare prima per piattaforme floss: ce ne sono tante e ben fatte con cui iniziare e non è necessario limitarsi ad una sola, anzi, anche se non si possono padroneggiare tutte quante, ci si può verticalizzare su piattaforme diverse per coprire un maggior numero di scenari ed esigenze del cliente.
Anche le piattaforme proprietarie possono rappresentare delle opportunità di business altrettanto interessanti anche se tipicamente hanno qualche barriera all’ingresso in più. In ogni caso se volete specializzarvi per lo sviluppo su piattaforme proprietarie vale a maggior ragione il consiglio già detto: non limitatevi ad una sola, perché anche come sviluppatori potreste trovarvi in una situazione di vendor lock-in!

Consigli per le aziende

Volete vendere online e non sapete che tipo di piattaforma usare?
Il primo spassionato consiglio è quello di rivolgervi a dei professionisti che possano seguire il vostro progetto sotto gli innumerevoli aspetti che oggi caratterizzano un e-commerce: modello di business, sviluppo della piattaforma, webmarketing, analisi dei dati, tanto per citare alcuni punti chiave.
Questo suggerimento vale tanto più per la parte tecnica, che sicuramente, tra tutte, potrebbe essere quella meno intuitiva per chi si deve occupare solo del proprio business e non dei sistemi informatici.
Per chi invece ha un po’ di dimestichezza e vuole fare alcune prove sul campo, il primo passo può essere quello di provare una piattaforma SaaS, per meglio comprendere le dinamiche tipiche di gestione del workflow di vendita dell’e-commerce: non puntate quindi a capire se la piattaforma va bene o meno al primo colpo. Prima bisogna capire bene cosa si vuole ottenere.
In un secondo momento, dopo essersi magari chiariti le idee sul proprio modello di business, si può senz’altro investire un po’ di tempo e confrontare le funzionalità di diverse piattaforme floss prima e proprietarie dopo, per farsi un’idea del panorama tecnico e magari rivolgere domande più mirate all’agenzia che sceglierete per implementare la vostra soluzione e-commerce.

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Appassionato di open-source e tecnologia, membro attivo e fondatore del Linux User Group Perugia, fermo sostenitore del software libero e utente Linux di vecchia data, ha fama di recitare la parte del saggio quando lavora in gruppo. Fra i fondatori di Idealia Group nel 2001, ha sempre ricoperto ruolo di marketing e sales manager oltre alle mansioni tecniche più disparate. Dal 2009 si occupa di e-commerce, sotto il cappello di MageSpecialist, progettando e realizzando progetti in molti settori e partecipando a diversi eventi sul tema e-commerce. Membro di LibreItalia dal primo giorno in cui era possibile iscriversi e di The Document Foundation da gennaio 2015.

6 COMMENTS

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