Serve Excel per le prove INVALSI?

Esami

INVALSI, Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, è l’ente che si occupa, tra le altre cose, di gestire i test a cui dal 2009 devono sottoporsi tutti gli alunni delle seconde e quinte classi della scuola primaria (seconda e quinta elementare, per capirci), delle terze classi della scuola secondaria di primo grado (terza media) e delle seconde classi della scuola secondaria di secondo grado (secondo superiore)

Come funziona il sistema?
Circa un mese prima della fine della scuola (quest’anno si comincia il 4 e 5 maggio nella scuola primaria, a seguire nelle altre) i ragazzi devono rispondere a una serie di domande a risposta multipla. Successivamente gli insegnanti inseriscono le risposte date in un sistema informatico che si occupa di raccoglierle e di elaborarle per ottenere informazioni sul livello di apprendimento degli alunni ma anche sul livello dell’insegnamento dei docenti (ragione per cui sono temute dagli insegnanti oltre che dagli studenti).

Ma come avviene la rilevazione dei dati?
A partire da una certa data INVALSI mette a disposizione sul proprio sito, in un’area ad accesso riservato ai docenti, un foglio di calcolo (un file .xls) che, per mezzo di una macro scritta nel linguaggio VBA, consente agli insegnanti l’inserimento interattivo delle risposte date e produce un file (di testo) da caricare poi sul sito web di INVALSI.

Ebbene sì: per gestire correttamente i dati dei test ogni scuola deve avere almeno una licenza valida (leggi a pagamento) di un software proprietario (leggi Excel) di una marca precisa (leggi Microsoft) e – almeno fino all’anno scorso – addirittura di una versione ben precisa (leggi Excel 2013), essendo la macro incompatibile con le altre versioni del software. Sebbene esistano altri software in grado di gestire fogli di calcolo nel formato .xls di Microsoft, in questo caso sono inservibili, perché la macro può funzionare solo dentro Microsoft Excel e, come detto, nemmeno in tutte le versioni.

Una procedura inutilmente complicata (6000 linee di codice, dice chi ha visto la macro) e probabilmente anche costosa, che appare del tutto sproporzionata per una semplice operazione di inserimento dati che potrebbe farsi – e infatti si fa – generalmente aprendo un qualunque (sic) browser e compilando un form all’interno di una pagina web. Infatti l’elaborazione dei dati viene fatta direttamente dai computer di INVALSI; una procedura che non rispetta gli standard, dal momento che obbliga all’utilizzo di strumenti specifici (un form ben fatto, ricordiamolo, si compila con un browser qualunque su un computer qualunque o un tablet o uno smartphone, a parte le complicazioni pratiche dovute alle dimensioni degli schermi e alla mancanza di tastiera fisica nei dispositivi mobili); una procedura che mal si concilia con l’art.68 del D.Lgs 82/2005, (Codice dell’Amministrazione Digitale, o CAD) e i “principi di economicità e di efficienza, tutela degli investimenti, riuso e neutralità tecnologica” su cui dovrebbero basarsi la scelta degli strumenti informatici nella Pubblica Amministrazione. Per non parlare della “valutazione comparativa” che, se fosse fatta, porterebbe certamente a preferire soluzioni alternative.

A proposito di alternative: come deve comportarsi una scuola che non possiede licenze di Excel, perché magari non può permettersi di sprecare risorse per questi scopi, o non vuole, perché magari ha operato una migrazione verso programmi da ufficio (e magari anche sistemi operativi) liberi?

Ufficialmente non ci sono alternative. Ufficialmente. Perché invece un’alternativa esiste, anche se non vi è traccia sul sito dell’Ente. Evidentemente INVALSI deve aver ricevuto, negli anni scorsi, tante di quelle richieste in tal senso da aver dovuto per forza fornire un’alternativa; ma altrettanto evidentemente deve avere qualche fondato (seppur ignoto) motivo per non renderla pubblica.

L’alternativa è una piccola applicazione Java che funziona su qualunque sistema operativo (compresi i sistemi GNU/Linux) e fa praticamente le stesse cose che fa la macro di Excel (inserimento dati, generazione del file dei risultati). Come detto, ufficialmente non esiste, ma va richiesta espressamente, scrivendo un’e-mail all’indirizzo [email protected]. In questo modo, quando si potranno scaricare dal sito gli strumenti per la correzione, dovremmo poter trovare il link relativo nell’area riservata del proprio istituto.

A parte il chiedersi del perché una alternativa libera e funzionante debba essere richiesta espressamente e per iscritto, ci auguriamo che siano molte le scuole a farne richiesta, anche se non si intende utilizzarla. Magari, semplicemente, perché si crede che avere un’alternativa libera sia giusto, come sia giusto che tutti siano messi nella condizione di lavorare indipendentemente dalla marca dei propri attrezzi da lavoro.

(foto di Alberto G., Flickr)

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here