Atelier digitali: linee guida per gli acquisti

Il MIUR stanzia 28 milioni per l’acquisto di hardware per gli “atelier creativi“. Qualche domanda:

  1. Chi saprà davvero usare quell’hardware? Gli “animatori digitali” con qualche ora di formazione alle spalle?
  2. Cosa portano gli “atelier digitali” alla stragrande maggioranza dei docenti che non sono nemmeno “animatori digitali”?
  3. In quale modo gli “atelier” si inseriscono nel percorso didattico?

Cosa ci dice il bando MIUR sugli “atelier digitali”? Ci dice che gli allegati tecnici sembrano scritti da un un hipster fighetto in pieno trip da overdose di seitan, con una competenza digitale costruita leggendo Wired e gli inserti tecnologici di l’Espresso e Panorama. Ma di sicuro mi sbaglio.

Dagli allegati tecnici traspaiono quattro cose:

  1. una visione dell’informatica di fine anni ’80, quando il PC era la frontiera dell’innovazione
  2. un’idea del digitale che data ai primi anni 2000: suite, kit e multimedialità
  3. il solito innamoramento italiota per “l’artigiano”, in un’economia di ritorni crescenti: mentre il mondo si prepara a una neo industrializzazione robotizzata, noi siamo ancora a pensare alla botteguccia
  4. strettissime amicizie con qualche fornitore di elettronica accreditato presso il MIUR.

Che cosa significa? che quasi tutto quello che viene suggerito di acquistare è già obsoleto oggi. Però, se creare l’atelier è il solo modo per acquisire risorse per la scuola, facciamo almeno in modo che queste risorse siano sensate.

Linee guida di acquisto

Mi sono messo nei panni di un Dirigente Scolastico per darci delle regole di buon senso:

  1. versatilità: acquistare ciò che si presta a una molteplicità di impieghi e progetti diversi. Questo esclude, ad esempio, gli apparati per videoconferenza e la stampante per teli di PVC
  2. durabilità: l’acquisto non deve essere una tecnologia intrinsecamente “fragile” e deve resistere all’uso intensivo di una classe
  3. scalabilità: acquistare ciò che (non importa se hardware o software) presenta un costo che non dipende dal numero di utenti
  4. immateriale è meglio di materiale. Per i tre punti precedenti, preferire l’alternativa digitale a quella materiale.

Procediamo con ordine.

Dispositivi di fruizione

Già menzionare “dispositivi di fruizione” (ossia passivi) quando si vorrebbe parlare di “atelier” (ossia attivo) la dice lunga. Ma il problema è che i dispositivi indicati sono obsoleti o inutili:

  • tablet convertibili: NO. Convertibili significa con possibilità di aggiungere una tastiera. Nel migliore dei casi sono versioni care dei PC. Sono comunque fragili, la batteria si consuma in fretta, e nascono come dispositivo di pura fruizione. La sola utilità di un tablet è di costituire uno schermo portatile da consultare mentre faccio altro. Non mi sembra qualcosa su cui la nostra scuola affamata di risorse possa voler spendere dei soldi. Cosa scegliere invece: Raspberry Pi (circa €50 cad.)
  • PC: NO. Il PC appartiene a un mondo in cui la frontiera dell’innovazione era l’autonomia del lavoro digitale, il poter avere il programma funzionante sulla propria macchina in ogni momento. Oggi il lavoro non si fa solo in autonomia, si fa in rete, e il programma risiede in cloud. Quindi l’architettura del PC, con dischi enormi e slot di espansione, è inutilmente sovradimensionata. Cosa scegliere invece: Raspberry Pi (circa €50 cad.)
  • Dispositivi di fruizione collettiva: NO. Le inutili LIM sono già più che sufficienti. Cosa scegliere invece: un proiettore attaccato a un piccolo PC, due casse economiche, una parete o un telo su cui proiettare.
  • Sistemi di gestione degli ambienti di apprendimento e della comunicazione: NO. Tralasciamo la cattedra multimediale che non so cosa sia ma mi sembra un’idiozia in stile LIM. Se vogliamo credere che la nuova didattica sia collaborativa e condivisa, non si vede il bisogno di un sistema centralizzato di controllo; un sistema hardware per decidere quale fra i 20 schermi proiettare a muro è carino, ma niente di più. Cosa scegliere invece: software di condivisione e accesso remoto come VLC o TeamViewer (gratuiti).
  • Workstation: NO. Ecco un termine desueto da 20 anni, ma in generale non c’è alcun bisogno di una macchina particolare per il docente, basta contare un posto di lavoro in più. Cosa scegliere invece: un’altra Raspberry Pi.
  • Sistema di condivisione di contenuti digitali multipiattaforma e multiformato: NI. Non occorre nessun “sistema di condivisione” particolare, men che meno proprietario.” Cosa scegliere invece: acquistare un NAS (sotto i 1000€).
  • Sistema per videoconferenza: NO. Cosa scegliere invece: in questo secolo, “videoconferenza” significa Skype, Hangout e simili (gratuiti).

Dispositivi accessori di input/output

  • Periferiche digitali individuali: NI. Quasi tutti i gadget indicati sono rimpiazzati dagli smartphone che tutti i ragazzi hanno. Cosa scegliere invece: far usare ai ragazzi i loro smartphone; se servono, delle cuffie con microfono (da €10).
  • Periferiche digitali collettive: NO. La laser a colori è un costo inutile, lo scanner viene rimpiazzato da un qualsiasi smartphone personale. Cosa scegliere invece: far usare ai ragazzi i loro smartphone.
  • Arredi mobili e modulari: NO. Cosa scegliere invece: normali tavoli, sedie, e un armadio a chiave in cui riporre i materiali.

Dispositivi accessori programmabili

  • Suite software didattici ed edutainment: NO, sono la versione costosa del Sapientino. Da evitare come la peste. Cosa scegliere invece: ciascun docente prepari dispense usando materiali e strumenti disponibili online.
  • Giochi per l’apprendimento esperienziale del team-building e della leadership: NO. In un laboratorio (pardon, atelier) il lavoro di gruppo è la norma. Cosa scegliere invece: strutturare il lavoro per coppie o gruppi, insegnare a usare il kanban per coordinarsi nel gruppo. (gratuito).
  • Software di disegno/modellazione 2D e3D: NI. No a software proprietari, sì a software open. Cosa scegliere invece: usare tinkercad online (gratuito).
  • Planetario in aula: NO. Qualsiasi soluzione decente è molto costosa e richiede un’aula perfettamente oscurabile. Cosa scegliere invece: per l’osservazione di cielo notturno, costellazioni e satelliti, il software Stellarium. Per l’osservazione di pianeti e Galassie (basato su immagini NASA/ESA) il software Celestia. Entrambi open e gratuiti.
  • Robot Antropomorfi e kit di robotica proprietari: NO. Il NAO è molto carino, ma poco versatile. I kit Mindstorms della LEGO™ sono versatili, ma comunque molto cari e proprietari. Non dovete comprare giocattoli che facciano scena, ma strumenti con cui i ragazzi possano creare. Cosa scegliere invece: robot open source tipo mBot e qualsiasi kit basato su Arduino e Raspberry Pi. Con i soldi che risparmiate potete fare incetta di motori, sensori, attuatori e tutto quello che servirà davvero.

Reti locali e connettività

  • LAN 1Gbps (10/100/1000 BASE-T): SI.
  • WLAN 802,11n (300Mbps): SI ma non limitiamoci a 802.11n , ormai i router WiFi 802.11ac li vende perfino Mediaworld.
  • Connettività Internet (minimo xDSL 20Mbps): SI, anche se è un costo ricorrente che, passato il bando, bisogna considerare a bilancio.

Ma allora con cosa allestisco l’atelier?

Con tutto ciò che abbiamo dimostrato essere inutile o non economicamente conveniente. Con quei materiali e seguendo le linee guida che ci siamo dati sopra si possono fare fior di progetti. Soprattutto con docenti competenti e volonterosi disposti a fare ore in più e (ovviamente, direi) con esperti esterni. Ma per loro, quando si dice il caso, non c’è una lira.

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3 COMMENTS

  1. Quoto “hipster fighetto in pieno trip da overdose di seitan” 🙂

    Sul cosa comperare ti segnalo un errore grave che chi non conosce bene la scuola può commettere: il router del mediaworld a scuola non funziona!!! e non funzionano neanche i costosi modelli da ufficio!!! A scuola ci vogliono solo Access Point ad elevato affollamento di utenti (almeno 100 per banda) altrimenti bastano 10-20 terminali nelle vicinanze (anche gli smartphone nello zaino) per bloccare il wi-fi. Questo perchè le nostre classi hanno in media 28 studenti!!

    Poi un dubbio sul raspberry: se voglio fare modellazione 3d mi basta? magari qualcosa di un pochino più potente potrebbe essere più adeguato? magari spendere 100 euro per un pc stick o un radxa pro per avere oltre alla economicità anche le prestazioni?

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