Nantes o Caserta?

Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno.
Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita
(Proverbio cinese)

Nantes, 290 mila abitanti, sesta città della Francia, ad aprile 2016 avrà ufficialmente completato la migrazione di tutti i computer della Pubblica Amministrazione da Microsoft Office a LibreOffice. Più o meno contemporaneamente il comune (attualmente commissariato) di Caserta, 76 mila abitanti, settantunesima città dell’Italia, avrà completato l’acquisizione di 37 licenze per l’uso di Microsoft Office 2016 Standard.

Detta così, la notizia è già abbastanza sconvolgente: Eric Ficheux, responsabile del progetto di migrazione francese, ha dichiarato che semplicemente “Libreoffice adesso è la norma” a Nantes, punto. Ma la vera sorpresa, almeno per chi è abituato a ragionare solo in termini contabili, è che Nantes alla fine spenderà più di Caserta: il capoluogo della Loira ha infatti stanziato 200.000 euro, mentre Caserta ne spenderà poco meno di 10.000. Ma i numeri, da soli, dicono poco, dicono il prezzo ma non il valore: tutti sappiamo dire se costa più una berlina di lusso o un’utilitaria, ma sappiamo stabilirne il valore?

Caserta ha deciso – dando per scontata, senza averla vista, l’analisi comparativa delle soluzioni a norma di legge – di spendere i suoi soldi per farsi concedere da Microsoft il diritto di utilizzare un prodotto software commerciale per la produzione documentale dei suoi uffici. E nient’altro. Nantes, invece, secondo le informazioni riportate su Joinup, ha scelto di investire i duecentomila euro per contribuire attivamente allo sviluppo di LibreOffice collaborando alla correzione di bug e allo sviluppo di nuove funzionalità che verranno condivise e quindi eventualmente implementate nella versione ufficiale di LibreOffice. La nota non lo dice ma, trattandosi di un progetto di migrazione a regola d’arte, ulteriori risorse si suppone che siano state dedicate alla comunicazione, alla formazione del personale e alla soluzione di eventuali problemi di compatibilità. Alla fine del processo, quindi, Nantes si ritroverà ad aver innescato processi virtuosi di collaborazione, di crescita umana e professionale del personale, di acquisizione e condivisione di consapevolezza e conoscenze, di utilizzo di formati standard aperti per la produzione e la pubblicazione di documenti, processi che avranno effetti positivi tangibili sulla qualità del servizio che la sua Pubblica Amministrazione offre alla collettività; Caserta, invece, nonostante gli slogan pubblicitari associati alla vendita di nuovi prodotti software, avrà semplicemente… comprato licenze d’uso. Nantes avrà un sistema amministrativo complessivamente migliore di quello che aveva prima, evoluto e in grado di utilizzare gli strumenti (liberi) a disposizione; Caserta avrà soltanto una nuova versione della suite da ufficio. Niente formazione, niente collaborazione, niente condivisione, niente utilizzo di formati aperti.

Eppure, a giudicare dalla qualità dei documenti prodotti, viene da pensare che anche nella città della Reggia ci sarebbe bisogno di un po’ di formazione, e anche della revisione di qualche procedura: infatti stampare su carta una determina, aggiungere a mano numeri di protocollo, date e firme, scansionare il foglio per produrre file PDF raster da pubblicare nell’albo pretorio online non ci sembra l’ultimo grido in fatto di tecnologia. Viene anche da sperare che i diecimila euro di licenze non servano solo per produrre (male) quel genere di documenti: anziché comprare del pesce, non sarebbe stato più utile investire per imparare a pescare?

 

(esempio di documento creato a Caserta con strumenti “evoluti”)

caserta

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