Elogio della lentezza (all’avvio)

lumaca

«Ringraziamo la tua lentezza, lumaca, perché se fossi stata veloce come il coniglio o avessi strisciato svelta come la serpe non ci avresti avvisato. Hai un nome?»
«Mi chiamo Ribelle, è il nome che mi ha dato Memoria».

(L. Sepùlveda, Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, 2013)

Scena 1

Poco dopo l’uscita di Windows 8 un amico mi mostrò il suo notebook nuovo fiammante per farmi dare un’occhiata al nuovo sistema operativo di Microsoft. Conosceva il mio amore per la tecnologia, la mia obiettività di giudizio (cerco di argomentare ogni mia opinione) ma anche la mia passione per il software libero, sistemi operativi GNU/Linux inclusi. Tralasciando i discorsi sull’interfaccia utente (la giudicai una cosa assurda all’epoca, la storia mi dette ragione e ciò basti), il mio amico si premurò di farmi notare quanto fosse veloce all’avvio e allo spegnimento. Sullo spegnimento ebbi subito modo di metterlo in guardia: il monitor si spegneva all’istante, ma il disco continuava a girare per qualche secondo, più che sufficiente, per un utente sprovveduto qual è l’utente medio, per romperlo spostando il computer, magari per metterlo via, con la cautela riservata alle macchine spente, anziché a quelle accese. Quindi il tempo (vero) di spegnimento risultava, alla fine, comparabile con quello di versioni precedenti e di altri sistemi operativi. Sull’avvio, invece, non ebbi da eccepire: effettivamente risultava assai rapido.

Scena 2

Insieme ad altri amici stiamo installando Ubuntu su un notebook. L’intenzione è quella di mantenere l’installazione di Windows 8 esistente e di creare una macchina dual-boot: significa che all’avvio verrà mostrato l’elenco dei sistemi operativi installati, tra i quali scegliere quello che si vuole avviare. L’abbiamo fatto tante volte – e l’installazione in dual-boot dal DVD di installazione di Ubuntu è facilissima – ma stavolta è diverso: il disco non vuole essere partizionato durante l’installazione, l’installazione di Ubuntu su partizione creata da Windows va a buon fine ma Windows non si avvia. Problemi, insomma, di cui non si capiva la natura.

Avvio rapido

Cos’hanno in comune queste due storie? La funzione “avvio rapido” (in inglese “Fast Startup”) di Windows 8 e successivi. La funzione è attiva di default. Quindi quando si spegne il computer in realtà si attiva una procedura molto simile a un’ibernazione del sistema: spiegato grossolanamente, anziché spegnere il computer, il sistema salva in un file su disco un’immagine del kernel e dei driver caricati in quel momento, per cui la successiva accensione non è un boot vero e proprio: il sistema semplicemente rilegge il file salvato in precedenza anziché ripartire da zero, abbreviando sensibilmente i tempi.

Sembra magnifico. Invece no. Non sempre, almeno, per diverse ragioni, che sono ormai abbastanza note e ben riassunte in questo articolo. Sorvolando su quelle riguardanti la compatibilità con periferiche hardware o con gli aggiornamenti (di Windows o di applicazioni) che richiedono un riavvio, pur non secondarie, quelle che in questa sede ci preme sottolineare sono due:

  1. Se l’avvio rapido è attivo, il sistema operativo mantiene il controllo sull’hard disk. Questa è la ragione dei problemi descritti nella seconda storia. L’hard disk resta in uno stato simile a quando è in uso, per cui qualsiasi intervento sulle partizioni (operazione di prassi nel caso di installazione di un secondo sistema operativo) provoca una corruzione del filesystem e quindi la conseguente impossibiltà di riavviare Windows. Un bel problema, insomma, impossibile da evitare (se non disabilitando la funzione di avvio rapido) perché il sistema operativo che si sta installando non ha modo di sapere che il primo non è stato arrestato in modo corretto.
  2. L’utente è l’ultimo a sapere le cose. Infatti la funzione è abilitata di default, all’insaputa dell’utente medio, che in genere ne ignora completamente l’esistenza. L’utente “crede” di spegnere (shutdown) il computer come ha sempre fatto finora, invece il sistema non si spegne affatto, ma si iberna per un più rapido riavvio.

Paradossalmente, il comando di riavvio provoca invece uno spegnimento effettivo (e quindi un reboot) del sistema, mentre il comando di spegnimento no. A pensarci bene, Windows ci ha abituato ai paradossi, dato che fino alla versione XP il comando di spegnimento era nel menu “Start”, e in Windows 8 era addirittura nascosto tra le impostazioni (Settings), ma da utente preferirei un sistema che faccia esattamente quello che gli dico, e non qualcosa di diverso, seppur per il mio bene. Magari lentamente…

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