Per imparare a suonare il violino serve uno Stradivari?

La storia

L’anno scorso ho cercato di dare il mio contributo a questo progetto di realizzazione di un’aula informatica libera. Se qualcuno pensasse che il mio impegno non sia stato del tutto disinteressato, trattandosi della scuola media dei miei figli (uno è già in prima), avrebbe senz’altro ragione: avevo tutto l’interesse affinché la scuola dei miei figli avesse un’aula computer quantomeno funzionante, e funzionante con software libero, e mi sono impegnato ben volentieri per agevolare questo processo. Alzi la mano chi non vuole il meglio per i propri figli.

Durante la fase di installazione di programmi aggiuntivi, oltre quelli presenti di default nella distribuzione Linux prescelta e quelli aggiunti di nostra iniziativa, ci è stato espressamente richiesto di installare anche DraftSight.

Il rivale povero di AutoCAD

Si tratta di un programma di disegno CAD bidimensionale, creato e distribuito da Dassault Systèmes, multinazionale francese nota per Catia, SolidWorks e altri prestigiosi software per la progettazione e la produzione industriale. È distribuito con costi di licenza molto accessibili per utilizzi professionali e con licenza d’uso gratuita per studenti e per utilizzo personale, pur rimanendo comunque a tutti gli effetti un software proprietario. L’interfaccia utente, la serie di strumenti e un workflow molto simili al costoso rivale AutoCAD, ma soprattutto la sua compatibilità in lettura e scrittura con il formato AutoCAD dwg, che sta al disegno tecnico come il formato .doc sta alla produzione documentale, ne fanno un software molto in voga negli ambienti che necessitano di strumenti di questo tipo.

Si è già discusso altrove delle possibilità – peraltro assai scarse, al momento – di utilizzo di strumenti liberi nel disegno 2D e 3D a livello professionale. Ma la domanda che ci siamo posti subito è: davvero una scuola ha bisogno di DraftSight? Ce lo siamo chiesto e lo abbiamo chiesto ai nostri interlocutori, presentando i programmi liberi (QCAD e LibreCAD) alternativi ad esso. La risposta che ci hanno dato è stata più o meno: “sì, serve perché è molto simile a quello che i ragazzi si troveranno ad usare una volta entrati nel mondo del lavoro, quindi devono imparare ad usarlo”.

Invece no.

Ragioniamo: a cosa serve un CAD 2D a scuola? Essenzialmente, nelle ore di tecnologia, a familiarizzare con alcuni concetti base, come il disegno di enti geometrici su un piano cartesiano, la conoscenza di strumenti di disegno di primitive come punti, linee, poligoni, cerchi e curve, e l’utilizzo di strumenti tipici del CAD bidimensionale, come l’aggancio a punti notevoli (estremi o punto medio di un segmento, centro di una circonferenza o di un arco…), la possibilità di disegnare linee parallele o perpendicolari, gli strumenti di spostamento e di copia di oggetti, di taglio e di estensione delle linee, eccetera. Un ragazzo che per la prima volta entra in questo mondo deve prima di tutto acquisire questo paradigma, che è un po’ diverso dal classico disegno tecnico su carta, lasciando al software il cruccio di mostrare il punto medio di un segmento anziché doverlo determinare con squadra e compasso, e liberando quindi la mente per la parte creativa del disegno tecnico. Ora tutto questo, a questo livello, è indipendente dal software utilizzato. Il fatto che AutoCAD (o il suo “rivale povero” DraftSight) gestisca lo snap in modo un po’ diverso (molto meno di quello che si crede) o che le icone dei vari strumenti di disegno e di editing siano disposte in modo diverso e accessibili attraverso un flusso di lavoro diverso è assolutamente irrilevante. Chi si avvicina per la prima volta a un software non ha nessuna idea del fatto che ne esista un altro che fa le cose in modo diverso da questo. La possibilità che un ragazzo possa accedere liberamente e senza costi di licenza ad un qualunque programma con cui possa tirare linee per qualche ora o disegnare la pianta quotata della sua cameretta, magari cominciando il lavoro a scuola e finendolo a casa, dove potrebbe utilizzare lo stesso software, salvando i suoi file in un formato (DXF) ragionevolmente (se non completamente) aperto, è di gran lunga prioritaria rispetto al problema di replicare un ipotetico ambiente di lavoro, che è un falso problema sia perché non tutti da grandi faranno progettazione, men che meno su un CAD bidimensionale, sia perché gli strumenti che troveranno tra cinque o dieci anni non avranno probabilmente molto in comune con quelli attuali (pensate solo a com’era AutoCAD due o tre lustri fa), per cui ha veramente ben poco senso preoccuparsene.

Per imparare a guidare non serve un’ammiraglia, serve un’utilitaria dove capire come si comportano l’acceleratore e il freno, e come si cambiano le marce; per imparare a suonare il violino non serve uno Stradivari, serve un violino da studio dove esercitarsi con la tecnica; per imparare a usare un CAD non serve un CAD professionale, ma serve un CAD che funziona per capire come funziona. E magari – quello sì – serve un insegnante che lo conosca.

LibreCAD a scuola va benissimo: è semplice, leggero, libero e gratuito, ha tutto quello che serve per un utilizzo di base quale è quello scolastico e permette di imparare come funziona lui e come funzionano i programmi più complessi ed evoluti.

LibreCAD

Epilogo

Com’è finita la storia?

Basti sapere che:

  • la maggior parte dei computer di quell’aula è costituita da vecchie macchine a 32 bit;
  • per ragioni di uniformità si era già deciso di installare una identica versione (a 32 bit) del sistema operativo su tutti i PC dell’aula, compresi i pochi recenti a 64 bit;
  • Per ragioni che ignoriamo, una versione di DraftSight a 32 bit esiste solo per Microsoft Windows: per MacOS e Linux esistono solo binari precompilati a 64 bit.

E vissero tutti ugualmente felici e contenti.

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