Le persone al centro con #IoE e Industry 4.0: intervista a Agostino Santoni

santoni
Agostino Santoni, AD Cisco Italia

“La digital transformation non si racconta a parole: c’è bisogno di esempi concreti che possano guidare le imprese”. Così Agostino Santoni, AD Cisco Italia, descrive il format che contraddistingue gli IoE Talks, organizzati da Cisco in collaborazione con Intel, e finalizzati a creare un momento di incontro e confronto con le imprese che con il digitale possono accelerare i propri processi di crescita. Proprio durante l’ultimo evento, tenutosi nei giorni scorsi in apertura dell’edizione 2016 di SPS IPC Drives a Parma, sono state presentate 4 esperienze di 4 differenti aziende che, raccontando il proprio cammino di trasformazione digitale, hanno fatto scuola alle tante realtà industriali presenti.

“Il forte interesse su industry 4.0 – continua Santoni – deve tradursi in proposte di roadmap per aziende ormai consapevoli di quanto gli scenari stiano cambiando. Basti pensare che nel 2020 gli abitanti della Rete saranno 50 miliardi, destinati a diventare 500 miliardi nel 2030”. E quando si parla di abitanti della Rete non ci si riferisce solo alle persone ma anche alle tante cose e oggetti che saranno connessi e costituiranno l’ecosistema nel quale far muovere e crescere la propria attività.

“Questa nuova rivoluzione industriale – ci tiene a sottolineare Santoni – non è soltanto machine-centric, non mette al centro la sensoristica perché questa deve essere supportata da intelligenza artificiale e quindi da persone. L’industry 4.0 sarà people-centric perché si dovrà dare importanza alle interazioni macchina-macchina e macchina-uomo e sarà pertanto necessario porre attenzione alla creatività e all’aspetto emozionale in genere”.

Il percorso sembra essere tracciato, ma manca la giusta contestualizzazione per i soggetti coinvolti. “Per cambiare il mondo industriale oggi – afferma l’AD Cisco Italia – dobbiamo prendere spunto dalla storia di Internet: 30 anni fa avevamo hardware e software diverso da far comunicare e abbiamo avuto bisogno di definire un protocollo unico e standard. Così c’è bisogno che le industrie di oggi, che lavorano a silos e con protocolli non standard, ripartano dalla standardizzazione e dalla definizione di un linguaggio e una metodologia aperta, comune”.

Ma quanto i discorsi su industry 4.0 si adattano al nostro tessuto imprenditoriale costituito nella maggior parte dei casi da PMI?

Lasciando da parte per un attimo la definizione pura di rivoluzione industriale, c’è da dire che anche le piccole e medie imprese hanno grandi opportunità a portata di mano che hanno il dovere di cogliere. Questo perché oggi le tecnologie sono semplici ma soprattutto perché, per esempio attraverso il cloud, consentono di scalare molto più velocemente. Attraverso l’open innovation e quindi la contaminazione positiva con altre realtà imprenditoriali, si può scalare più rapidamente e senza significativi investimenti.

Quali i vantaggi reali del digitale in azienda?

E’ ormai dimostrato che le tecnologie ci consentono di ridurre i costi. Secondo il rapporto “Smart Manufacturing & the Internet of Things 2015” ad esempio sappiamo che è possibile ridurre il periodo di downtime dall’11% al 5.8%, i difetti di fabbricazione dal 4.9% al 2.5%, il ciclo di produzione di nuovi prodotti da 15 a 11, il costo annuale di energia da 8.4M di dollari a 6.9M. Contestualmente è possibile aumentare i ricavi, migliorare mediamente l’efficienza totale di un impianto (OEE) dal 74% all’86%, aumentare le rotazioni di magazzino da 14 a 19. Inoltre dobbiamo pensare a quanto l’IoE per esempio consenta alle imprese di acquisire nuovi dati, nuovo patrimonio informativo utile a ridisegnare i processi interni o esterni, a migliorare i propri servizi e prodotti oltre che a modificare in meglio il rapporto con la clientela.
Il digitale, inoltre, rende i processi produttivi trasparenti sia nei confronti della clientela che dei fornitori che dei collaboratori nel processo di sviluppo. Per esempio Barilla, con l’esperimento fatto sul sugo e sulle farfalle grazie alla collaborazione con Cisco e Penelope, ha reso tracciabile e trasparente la “storia” del prodotto.

Quali i rischi dei percorsi di trasformazione digitale?

Oggi le aziende devono avere una costante attenzione alla sicurezza, visto che l’incremento del cybercrime è direttamente proporzionale agli oggetti connessi. Se le imprese non sono ben organizzate, se non investono sufficienti risorse nel mettere in sicurezza gli ambienti produttivi rischiano molto più di quanto avveniva in passato”.

La quarta rivoluzione industriale insomma ha bisogno di essere accompagnata e guidata, anche attraverso azioni di sostegno alla cultura digitale. “Abbiamo l’obiettivo – sostiene Agostino Santino – di formare 100mila studenti in 3 anni sulle tematiche della cybersecurity, delle reti, dell’industry 4.0 con le nostre Cisco Networking Academy”. Sul fronte start up, investimenti e accordi di collaborazione sono finalizzati a supportare l’ecosistema di reti, incubatori, acceleratori d’impresa, che possano sostenere con azioni concrete lo sviluppo di nuove attività. E’ di questi giorni la firma di un accordo con Talent Garden, per esempio, finalizzato a promuovere una serie di iniziative di divulgazione e community building rivolte in particolare agli sviluppatori.

“Abbiamo intenzione – conclude Santoni – di contribuire come azienda allo sviluppo digitale del Paese. Possiamo fare da acceleratore dei processi e intendiamo farlo nel migliore dei modi”.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here