Violazione di licenza Creative Commons? Risarcimento e scuse pubbliche

Il fotografo Niccolò Caranti ha caricato più di 800 immagini su Wikimedia Commons, l’archivio di immagini di Wikipedia: tutte le foto sono rilasciate con una licenza libera, la Creative Commons Attribution Share-Alike. Questa licenza permette a chiunque di riutilizzare il materiale senza bisogno di pagare o chiedere il permesso, ma richiedere che venga citato l’autore e che venga riportato il link alla licenza.

È successo che un ritratto del giornalista Federico Rampini scattato dal Caranti sia finito sulle locandine che promuovevano il Festival delle Resistenze (evento che ogni anno si svolge in Alto Adige), in cui Rampini era uno degli ospiti di maggior rilievo. L’autore ha però notato l’assenza del suo nome e dei riferimenti alla licenza. Si è così rivolto a Simone Aliprandi, che in veste di avvocato lo ha assistito per chiarire la vicenda inviando alla cooperative Young Inside di Bolzano, organizzatrice dell’evento, una formale lettere di diffida. A rispondere però è stata l’agenzia Elastica di Bologna (che si occupa dell’intermediazione eventi per Rampini) la quale, ammettendo di essere stata lei a fornire la foto a Young Inside, si è assunta interamente la responsabilità dell’errore.

Si è quindi giunti ad un accordo grazie al quale Elastica e Young Inside hanno evitato un decorso giudiziale della vicenda e Caranti ha ricevuto un risarcimento economico (con rimborso delle spese legali sostenute) e scuse pubbliche sia da parte di Elastica sia da parte di Young Inside.

“Per me – afferma Nicolò Caranti – era importante che l’errore venisse riconosciuto pubblicamente, in modo da ricordare a tutti che utilizzare licenze libere per le proprie opere non equivale a rilasciarle in pubblico dominio; dunque in caso di violazioni o leggerezze l’autore è legittimato a chiedere un risarcimento. Sono molti, forsi troppi, gli autori che lasciano correre su vicende simili, trasmettendo un concetto sbagliato di eccessiva morbidezza e lasciando quasi intendere che licenza libera significhi “liberi tutti”. Confido che questo mio approccio più rigido e soprattutto il risultato ottenuto siano di esempio per altri autori che in futuro si troveranno nella stessa situazione.”

La storia ha fatto il giro del mondo. E magari potrà essere un insegnamento per molti. 

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