Drone It Better: i droni prendono quota

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Carlo Intotaro, membro del consiglio direttivo ASSORPASS

Ad oggi in Italia sono presenti circa 2.000 operatori di droni, dei quali circa 90 in possesso delle qualifiche necessarie a svolgere operazioni critiche, 3 costruttori e un numero indefinito di aziende di post-elaborazione dati. “Il settore – spiega Carlo Intotaro, membro del consiglio direttivo ASSORPAS – è ancora relativamente giovane e non ben definito, un po’ per ragioni anagrafiche ma anche a causa di una regolamentazione instabile che non ha consentito di mettere in atto progetti imprenditoriali importanti a medio termine”. Così s’inquadra il fenomeno droni, al quale sarà dedicata sabato 24 settembre a Todi, presso l’Istituto d’Istruzione Superiore Ciuffelli, una tappa di Drone It Better.

L’idea di questo evento che si sviluppa in diverse edizioni – continua Intotaro – è uno degli esiti naturali delle attività di ASSORPAS, che sin dalla sua costituzione si muove su più piani complementari: informazione, costruzione di una rappresentanza della filiera italiana degli APR, difesa delle regole, stimolo ai decisori, sviluppo del mercato nazionale”.

Quale il ruolo di ASSORPASS?

Alla fine dell’anno scorso ci siamo resi conto che la realtà del fenomeno dei droni civili non riusciva ad emergere con chiarezza. In parte l’informazione giornalistica tende a privilegiare gli aspetti di colore rispetto ai contenuti di natura economica, tecnica e professionale. In parte si tende troppo spesso a dimenticare che i droni sono aeromobili. Oggi invece, i droni civili sono già un fenomeno economico rilevante (si pensi alla vendita dei mezzi a basso costo) e si impongono come strumenti di lavoro in numerosi contesti. D’altro canto ribadire che i droni sono aeromobili è fondamentale sia perché lo sono di fatto, poiché volano e sono usati per lavorare, ma anche perché la legge li considera tali, e questo fa sì che vadano usati rispettando regole ben precise sulla preparazione di chi li pilota per assicurare la sicurezza dei terzi.
Questa errata percezione del fenomeno ha numerosi effetti negativi. Il primo riguarda il grande pubblico (e quindi anche i potenziali committenti) che non riesce a capire cosa si può fare veramente con i droni civili, non è in grado di immaginarli impiegati in attività quotidiane reali, non capisce qual è il loro grado di efficienza o di sicurezza. Il secondo riguarda invece i decisori (la politica) che purtroppo non sono sufficientemente informati sulle potenzialità e sulle reali dimensioni del fenomeno: si sentono spesso cifre fantasiose sulle dimensioni del mercato nazionale, che ad oggi può essere realmente tracciato solo nella sua parte emersa. Questa considerazione introduce un ulteriore problema: la gran parte delle attività svolte con piccoli droni è illegale e sommersa, perché svolta da operatori privi delle necessarie autorizzazioni di legge.
Nonostante i numerosi eventi nazionali sull’argomento (fiere, convegni ecc.) a noi sembrava mancasse un evento che affrontasse in maniera organica tutti questi punti e abbiamo provato a fare da soli. Abbiamo ideato Drone It Better pensando ad una serie di eventi locali, legati al territorio, che informasse i cittadini, coinvolgesse le amministrazioni locali e le forze dell’ordine, creasse ponti con gli ordini professionali e con le associazioni di categoria.

Quali i primi risultati di Drone It Better?

Abbiamo organizzato finora due edizioni: Palermo a gennaio e Jesolo a luglio con ottimi riscontri. A Palermo abbiamo avuto 170 partecipanti al convegno e 120 ai workshop. Buono anche il successo della diretta streaming. A Jesolo, nonostante il periodo fosse prossimo alla pausa estiva, i numeri sono stati confrontabili, il che è molto incoraggiante per il futuro. Al di là della partecipazione numerica, è la qualità dei contatti ad essere interessante: sia in Sicilia che in Veneto oltre ai cittadini hanno risposto i comuni, gli ordini professionali, le associazioni industriali. Chi ha seguito i lavori ora sa e non può fingere di ignorare. A Palermo, uno dei workshop era rivolto ai VVUU e alle forze di Polizia per aiutarli a comprendere il fenomeno (per molti ancora nuovo) e a riconoscere le violazioni delle norme. A Jesolo abbiamo consegnato un’istanza d’intenti in cui si coinvolgono i destinatari nella promozione delle attività in regola e nel contrasto a quelle abusive. A Todi speriamo di spingerci oltre, raccogliendo l’impegno formale dei soggetti cui proporremo una lettera d’intenti. Dopo l’evento umbro ci sposteremo in Puglia e Lombardia, ma l’obiettivo è di organizzare un appuntamento itinerante ogni bimestre.

A Todi è in programma anche un focus sul “distretto umbro”. Ce ne può parlare?

In Umbria si è venuta a create nel tempo una filiera formata da aziende che, pur operando in diversi settori, possono essere ricondotte all’uso e alle applicazioni degli aeromobili a pilotaggio remoto: operatori di servizi aerei, produttori di APR, payload e sottosistemi integrati e altre ancora di post-elaborazione di dati e di sviluppo di applicazioni software specifiche. Tutte queste imprese operano sia in Italia che all’estero ed è nostra intenzione mettere in evidenza la loro presenza sul nostro territorio. Abbiamo scelto l’Istituto Agrario Ciuffelli come sede dell’evento proprio perché, negli ultimi anni grazie alle sue iniziative innovative, è stato il luogo dove si sono incontrate buona parte delle aziende che fanno parte della filiera umbra, soprattutto nell’ambito delle applicazioni relative all’agricoltura di precisione e non solo.

Quali i problemi di più stretta attualità per gli operatori di droni in Italia?

I problemi più rilevanti che gli Operatori di APR devono affrontare nel nostro Paese sono principalmente due: il primo, ma non in ordine di importanza, è la lentezza con la quale ENAC rilascia le autorizzazioni allo svolgimento di determinate operazioni (quelle tra l’altro a più alto valore aggiunto). Anche mesi di attesa che sono incompatibili con la rapidità di azione che caratterizza questo settore di servizi e con le normali esigenze della committenza. Il secondo è l’abusivismo dilagante causato dalla totale assenza di controlli da parte degli organi competenti in materia. Questa situazione non solo distorce il mercato creando una concorrenza sleale alle aziende serie che operano nella legalità, ma abitua la committenza a servizi di basso costo e bassa qualità. Cosa che può portare alla perdita di fiducia nella tecnologia della committenza causando danni recuperabili forse solo nel tempo.

Quali sono gli ambiti operativi con più alte progressioni di sviluppo?

Gli ambiti sono molteplici e molti ancora da scoprire, ma quelli che oggi stanno dando maggiori risultati sono l’imaging (foto e video), la fotogrammetria e applicazioni legate a territorio e ingegneria, le ispezioni tecniche e l’agricoltura di precisione.

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