L’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile e l’uso dei dati geografici digitali

Nel settembre del 2015 i Paesi Membri delle Nazioni Unite hanno approvato la nuova Agenda Globale per lo Sviluppo Sostenibile e i relativi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese) da raggiungere entro il 2030.

Il processo di cambiamento del percorso dello sviluppo verrà monitorato attraverso un complesso sistema fatto di 17 obiettivi, 169 target e oltre 200 indicatori.

Per far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile e per mobilitarla, allo scopo di realizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, è stata promossa l’iniziativa Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, che unisce attualmente oltre 100 tra le più importanti Istituzioni e reti della società civile.

Come primo contributo, l’Alleanza ha in corso la redazione del Rapporto ASViS 2016, a cui si stanno dedicando 17 gruppi i lavoro, uno per ogni obiettivo identificato dall’Agenda.  Questo documento, il cui rilascio è previsto per la fine di settembre, comprenderà, tra l’altro, una valutazione dell’appropriatezza –rispetto al contesto italiano – degli indicatori ONU per i diversi Goal, analizzandone le tendenze, e selezionando eventuali indicatori aggiuntivi.

Nell’ambito delle discussioni avviate dal gruppo di lavoro ASViS sul Goal 11 “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili” è stato preso in considerazione anche il tema dell’uso consapevole dei dati geografici digitali e dell’importanza del loro impiego anche per confrontare gli SDGs su base territoriale.

La Risoluzione 70/1 “Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development” esige infatti la necessità di adottare nuove modalità di acquisizione e integrazione dei dati per migliorarne la disponibilità, la qualità, la tempestività e la disaggregazione al fine di sostenere l’attuazione della nuova agenda per lo sviluppo a tutti i livelli – anche per “exploit the contribution to be made by a wide range of data, including earth observations and geospatial information, while ensuring national ownership in supporting and tracking progress” (#76, pag. 32).

Il primo annual report sulla Risoluzione 70/1, riprendendo tale concetto, enfatizza per tali fini l’importanza di stabilire partnership con la società civile, il settore privato e il mondo accademico, nonché il ruolo fondamentale di una integrazione tra informazioni geospaziali e dati statistici per una quantità significativa di indicatori (#147, pag. 28).

Riferendosi al contesto del settore geospaziale a livello di Stati membri, la commissione di esperti dell’ONU per il Global Geospatial Information Management, GGIM, ha rilevato recentemente che gli organismi per l’informazione geografica nazionali devono affrontare nei rispettivi Paesi “la (mancanza di) una politica di sensibilizzazione relativa al cambiamento paradigmatico nella gestione delle informazioni geospaziali, da strumento impiegato semplicemente per produrre e visualizzare una mappa ad una soluzione di supporto alle decisioni basata su elementi affidabili, grazie alla sua capacità di integrare e analizzare dati geografici multi-scala e multi-tematici, statistiche e altri dati e informazioni al fine di fornire chiare indicazioni operative” (UN-GGIM, Committee of Experts on Global Geospatial Information Management. Programme review of the work of the Committee of Experts on Global Geospatial Information Management. UN-Economic and Social Council, January 2016. National challenges, #34, pag. 13).

La raccomandazione di questa qualificata commissione, rammentando gli ulteriori valori d’uso che i dati geospaziali digitali hanno assunto a seguito della rivoluzione digitale, evidenzia in maniera molto efficace l’esigenza congiunturale rilevata a livello globale.

L’attenzione nei riguardi del ruolo dei dati geospaziali digitali rispetto alla realizzazione di politiche a supporto del raggiungimento degli obiettivi 2030 sarà favorita dalla rinnovata attenzione istituzionale per il settore geospaziale nazionale, grazie a iniziative come quella di cui abbiamo parlato di recente e che si richiamano al cambiamento paradigmatico nella gestione delle informazioni geografiche di cui si è fatto cenno sopra.

A questo riguardo, il Goal 11 –in quanto si riferisce ad un contesto olistico- rappresenta l’ambito idoneo per approfondire come trasferire nella realtà italiana gli indirizzi e le raccomandazioni riguardanti le informazioni geospaziali espresse a livello globale. Va infatti tenuto presente che la crescita di consapevolezza nei riguardi dell’uso delle informazioni geografiche è trasversale a tutti i 17 obiettivi: quanto compreso rispetto alle problematiche del Goal 11 potrà essere d’interesse rispetto alla sensibilizzazione sull’apporto che le informazioni geospaziali possono fornire allo sviluppo sostenibile nel nostro Paese, in primo luogo, e in generale a livello globale.

L’esperienza acquisita all’interno del gruppo di lavoro sul Goal 11 –in termini di necessità e requisiti trasversali a tutti gli obiettivi – potrà perciò essere acquisito e approfondito all’interno dell’obiettivo 17 (“Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile”), specificatamente nell’area dei dati, monitoraggio e accountability.

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