Digitaliani un anno dopo

Nel gennaio 2016 Cisco Italia ha avviato il piano Digitaliani, un impegno che l’azienda ha voluto prendere in collaborazione con il Governo, per accelerare la digitalizzazione del Paese, affrontando gli snodi chiave per la sua trasformazione digitale: le competenze, lo sviluppo dell’ecosistema di innovazione, la digitalizzazione nei settori produttivi chiave del Made in Italy e nella Pubblica Amministrazione, la trasformazione per le infrastrutture strategiche quali possono essere trasporti e utility. Ad un anno circa dal lancio dell’iniziativa Enrico Mercadante, responsabile per l’Innovazione, le Architetture e la Digital Transformation, fa un primo bilancio delle attività.

“L’azienda – esordisce Mercadante – sta lavorando concretamente in ciascuno degli ambiti individuati dal Piano per affiancare imprese, PA e persone in questo nuovo scenario “digitale”. Il bilancio di questo primo anno è indubbiamente più che positivo. Stiamo ottenendo soddisfacenti feedback in alcuni settori anche a fronte degli investimenti messi in atto. Ad esempio il volume di venture capital per l’accelerazione di startup verticali è cresciuto del 50%”. 

Quali le principali azioni messe in atto in questo primo anno?

 Nel quadro del piano Digitaliani, Cisco Italia ha stretto partnership con i principali protagonisti dello scenario dell’innovazione. Abbiamo inoltre 5 milioni di euro nel fondo Invitalia Ventures I e stretto collaborazioni con realtà come HFarm, Talent Garden, Digital Magics, Luiss Enlabs, Dpixel, TimWcap, UniCredit Startlab, StartupBootcamp. Attraverso queste partnership ed altre iniziative collegate abbiamo incontrato circa 100 startup e abbiamo iniziato a lavorare attivamente con 20 di esse su progetti di digitalizzazione rivolti ai clienti Cisco. I principali settori verso cui stiamo indirizzando l’azione di supporto all’ecosistema di innovazione sono i due “cluster” chiave individuati per il Paese: la trasformazione digitale nel manifatturiero e nella filiera agro-alimentare. A queste attività si aggiunge un focus sulle tecnologie per la cyber security, essenziale per sfruttare pienamente le opportunità del digitale. Per questo Cisco ha scelto di supportare, insieme a Leonardo, il progetto di ricerca triennale FILIERASICURA, guidato dal CINI in coordinamento con 8 università e centri di ricerca italiani, dedicato a sviluppare nuovi framework, tecnologie e soluzioni per proteggere le infrastrutture critiche del Paese e la sua supply chain industriale. Per lo stesso motivo diverse nostre iniziative legate al mondo dell’innovazione pongono al centro la sicurezza informatica e soprattutto la formazione di nuovi professionisti del settore, attraverso il Programma Cisco Networking Academy e progetti ad hoc.

Ecosistema dell’innovazione: quale il supporto che fornirete tramite Digitaliani?

Il nostro supporto avrà come punto di forza la collaborazione con gli attori del mondo startup: dalle entità di Venture Capital agli incubatori agli acceleratori ad altre realtà dell’ecosistema. A nostro avviso per affrontare con successo il cambiamento, il nostro Paese ha una grande risorsa:  il proprio capitale umano. Puntando su questa ricchezza, Cisco ha scelto di mettere a disposizione tecnologie, competenze, investimenti, contatti per sostenere l’innovazione, con un approccio all’insegna della open innovation e della collaborazione, aperta anche a clienti e partner dell’azienda, denominato “Innovation Exchange”. Lo scopo è fare di tutta l’Italia un centro di innovazione, per dare un contributo decisivo alla crescita economica, allo sviluppo sociale, alla creazione di opportunità. Il nostro approccio si basa sullo stimolare un rapporto di collaborazione fra le imprese “tradizionali”, le startup, l’ecosistema legato all’innovazione (dal Venture Capital agli incubatori al mondo accademico) volto a favorire l’introduzione di tecnologie e strumenti innovativi che rispondano alle esigenze specifiche di un settore, di un territorio, di un distretto. In quest’ottica un fattore determinante è il supporto che Cisco darà alle realtà accademiche per sviluppare iniziative di ricerca e sviluppo e per aiutarle a integrare nella loro offerta formativa le tematiche digitali emergenti.

L’interconnessione di persone, processi, dati e oggetti raggiungerà in futuro livelli senza precedenti, aprendo possibilità inesplorate di innovazione e trasformazione dei processi aziendali delle comunità in cui viviamo, dell’educazione, degli strumenti per affrontare le sfide economiche, sociali e ambientali.

Perché tanto peso alle startup?

Abbiamo deciso di aiutare le startup a crescere proprio per dare una spinta e consolidare l’ecosistema e di valorizzare le attività di sviluppo software anche in Italia, sostenendo lo sviluppo della Cisco DevNet ovvero la comunità di sviluppatori di applicazioni legate al mondo Cisco per la collaboration, per l’industry 4.0 e la cybersecuritye.  Mi è piaciuto poter lavorare alla realizzazione delle attività per supportare le startup sul mercato del venture capital. Del resto secondo gli ultimi dati di Infocamere il capitale sociale delle startup nel registro totale è pari a 335,5 milioni di euro, ovvero mediamente 52,7 mila euro a impresa. Tra i settori di attività il 70,2% è diretto a servizi alle imprese (soprattutto sw e consulenza informatica, ricerca e sviluppo, servizi di informazione); il 19,6% opera in settore industriali (fabbricazione prodotti elettronici ottici PC, macchinari, apparecchiature elettriche); il 4,4% opera nel commercio. Al momento abbiamo deciso di sostenere quelle startup che realizzano soluzioni per la risoluzione dei problemi dei clienti finali nei settori agricoltura 4.0, energy e utilities e servizi digitali ai cittadini. Nel corso di questo anno, tra i tanti contatti creati con startup su vari progetti, una ventina di queste hanno iniziato a collaborare con clienti Cisco su progetti di customer digitization. Abbiamo stanziato un fondo globale, Spark found, che dà grant alle startup per lo sviluppo di piattaforme interessanti interoperabili con i prodotti Cisco spark. In questo anno abbiamo fatto scouting anche nel nostro Paese per far sviluppare prototipi su questa piattaforma, aiutando di fatto l’ecosistema dell’innovazione italiana. Tra le varie entusiasmanti esperienze ricordo la collaborazione con Swascan, azienda di cybersecurity, che ha vinto il premio Cisco al Premio Marzotto e ha trascorso tre mesi in un progetto di mentoring. Altra bella esperienza quella della piattaforma Stamplay, che consente di mettere in comunicazione tante interfacce e creare nuovi processi digitali di business.

Quali gli sviluppi futuri?

Per il 2017 i trend su cui punteremo saranno intelligenza artificiale, realtà virtuale e industria 4.0. A  mio avviso, la parola d’ordine per il prossimo anno è persistere: abbiamo ancora molto da fare in termini di attività ma abbiamo molti segnali positivi che ci incoraggiano a proseguire per aumentare gli asset dei mercati verticali e dare maggiore impulso a quei settori lasciati al momento indietro. Il nostro scopo è mettere a sistema tutti gli attori dell’innovazione facendo da facilitatori per lo sviluppo dell’ecosistema. Riteniamo che il tessuto italiano sia molto interessante poiché composto da piccole e medie aziende che lo rendono particolarmente dinamico e sfidante sui temi dell’innovazione. Sicuramente la frammentarietà del tessuto economico porta a incontrare aree di complessità ma se digitalizziamo le supply chain la complessità potrebbe ridursi considerevolmente a vantaggio di una migliore dinamicità e flessibilità. Tutto questo anche per catalizzare investimenti delle grandi aziende che in un’economia globale sono fondamentali in quanto supportano la transizione e l’innovazione a vantaggio di tutta la filiera.

 

 

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