Il Verde e il Blu, due facce della stessa medaglia: intervista a Gianmatteo Manghi

La sostenibilità dovrebbe entrare nel core business delle imprese, per un reale salto in avanti culturale del Paese, con il digitale a rappresentare lo strumento per creare un futuro più sostenibile e inclusivo: ce ne parla Gianmatteo Manghi, Amministratore Delegato di Cisco Italia

Un nuovo contributo ad arricchire lo spazio di Sustainability Talk. Torniamo in Cisco Italia e, dopo Enrico Mercadante, lo facciamo attraverso le parole di Gianmatteo Manghi: laureato in Economia e Commercio all’Università la Sapienza di Roma, entra in Cisco Italia all’inizio del 2000, e dopo aver ricoperto diversi ruoli di responsabilità nell’azienda – tra i quali, dal 2013, quello di Direttore Commerciale alla guida dei team di vendita che seguono le grandi aziende ed il settore pubblico –, ne diventa Amministratore Delegato da Aprile 2021. Una visione dell’importanza della sostenibilità molto chiara, la sua, che si traduce nella vision e nelle azioni dell’azienda che dirige: “visione che non è legata né alla Corporate Social Responsability, né ad un fattore di comunicazione, ma è una parte imprescindibile del nostro core business. Nella nostra strategia, il conseguimento di risultati economico finanziari positivi, che sono ovviamente fondamentali, è strumentale a quella che è la nostra missione: contribuire alla crescita del Paese in termini di sostenibilità, di sviluppo economico e di inclusione sociale, non lasciando indietro nessuno”.

Un modello è sostenibile se può durare e rinnovarsi nel tempo

Se questa visione della sostenibilità – non soltanto ambientale, ma anche economica e sociale – come parte fondamentale del core business fosse maggiormente diffusa nelle imprese operanti sul territorio nazionale, secondo Gianmatteo Manghi sarebbe possibile realizzare un vero e proprio salto in avanti dal punto di vista culturale nel nostro Paese.

Tuttavia, come più volte evidenziato nei diversi contributi di questa rubrica, tutto deve partire dalla consapevolezza dell’importanza della sostenibilità, precondizione fondamentale per metterla in pratica. In questo senso, “c’è una crescente attenzione da parte delle aziende nei confronti di questo tema, per tre motivi. Il primo, è perché è la cosa giusta da fare: fortunatamente, infatti, oggi c’è più attenzione rispetto al portare avanti le attività produttive, sia pubbliche che private, con un minore impatto ambientale. Questo è fondamentale per la salvaguardia del pianeta, per noi ma soprattutto per i nostri figli. Secondo motivo, collegato al primo, è che questa maggiore attenzione si riflette positivamente sulla reputazione dell’organizzazione, e quindi sul livello di apprezzamento da parte dei clienti. Terzo, anche in questo caso legato alla dimensione ambientale, è che ci sono dei fattori che rendono urgente questa attenzione, perché in caso contrario gli effetti negativi potrebbero essere molto rilevanti nel breve periodo. Faccio un esempio: quando le materie prime diventano più scarse, si genera un forte impatto anche sui loro prezzi, rendendo più difficile e meno competitivo lo svolgimento di determinate attività. Questa situazione ha l’effetto di rendere sempre più attrattivi i modelli di economia circolare, e cioè uno degli aspetti che maggiormente contraddistinguono le attività produttive più sostenibili”.

Secondo l’Amministratore Delegato di Cisco Italia, quindi, è proprio la dimensione ambientale a rendere maggiormente evidente il tema della sostenibilità. “Tuttavia, se si vuole creare un modello che sia realmente sostenibile, che sia cioè in grado di durare e rinnovarsi nel tempo senza avere già dall’inizio una fine prestabilita, non si può prescindere dal considerare anche gli aspetti sociali ed economici, come elementi fra loro fortemente collegati. Questa consapevolezza, in Italia come in moltissimi altri Paesi, c’è. Tradurre questa consapevolezza in azioni è però certamente la parte più difficile per le aziende. Per affrontare questo percorso, occorre innanzitutto guardare al proprio interno, alle proprie attività per renderle il più possibile sostenibili, e guardare a che tipo di impatto positivo si può avere nella società nella quale si opera e verso l’economia. Poi, ovviamente, capire in che modo aiutare i clienti a creare dei modelli che siano sempre più sostenibili. In questo senso, per noi che facciamo innovazione digitale, il contributo che possono dare le tecnologie è fondamentale: la sostenibilità ed il digitale, il verde e il blu, sono due facce della stessa medaglia”.

La sostenibilità digitale: un vantaggio per le imprese

Uno stretto rapporto, quello tra sostenibilità e digitale: l’innovazione digitale dovrà orientarsi sempre più secondo i criteri della sostenibilità, e rappresentare lo strumento abilitante per la sostenibilità stessa. Ma quanto la consapevolezza del potenziale della tecnologia, in questa direzione, è diffusa a livello del management italiano?Ad oggi, la percezione dell’importanza della trasformazione digitale nel garantire continuità operativa, resilienza, competitività, maggiore efficienza e qualità si è estesa enormemente.

Nonostante ciò, la consapevolezza che questa trasformazione digitale, con il suo grande potenziale, possa agire nella realizzazione di modelli più sostenibili, è ancora agli inizi. Eppure, questo porterebbe dei vantaggi molto rilevanti: una ricerca della Fondazione Symbola, per esempio, ha evidenziato come nel 2020, nonostante l’anno difficile, il 20% delle imprese che hanno investito di più in tecnologie digitali in direzione della sostenibilità hanno visto un incremento di fatturato. Questo è un elemento chiaro a favore del fatto che l’investimento digitale per modelli produttivi più sostenibili non è soltanto un bene per la sostenibilità in sé, ma anche per l’azienda stessa in termini di maggiore competitività”.

Il potenziale trasformativo della tecnologia

Mettere in pratica dei modelli più sostenibili abilitati dal digitale rappresenta quindi per le imprese anche un’opportunità di crescita. Il potenziale trasformativo del digitale è enorme, e pervasivo, e per questo per essere gestito e sfruttato al meglio richiede lo sviluppo di adeguate competenze. “Il digitale è diventato così pervasivo che richiede competenze specifiche di ampio spettro, dallo sviluppo del software alla conoscenza della cyber security. Ma se si vuole parlare di progresso digitale che renda le attività produttive più sostenibili, allora devono essere sviluppate delle competenze più specifiche, più verticali, per capire come applicare al meglio le tecnologie al singolo settore.

Quello di cui sono convinto, inoltre, è che lo sviluppo delle competenze digitali renderà sempre meno difficile per le persone trovare un lavoro. Per questo motivo siamo molto impegnati in questo ambito, con le nostre 350 Networking Academy, attraverso le quali soltanto nell’ultimo anno fiscale abbiamo formato, su competenze digitali, quasi 50mila persone. In questo contesto, aiutare le persone anche già professionalizzate a formarsi sul mondo del digitale, è quindi un’iniziativa che ha un fortissimo potere di inclusione sociale.

Lo sviluppo di competenze digitali non è però soltanto un bene per la società: è anche la base fondamentale dalla quale partire per capire in che modo poter applicare al meglio la tecnologia in modo che possa offrire il suo contributo per le sempre più urgenti sfide ambientali. “Se parliamo di sostenibilità ambientale, le applicazioni del digitale sono tantissime – spiega Gianmatteo Manghi – a partire dall’ambito della decarbonizzazione: nel passaggio alle fonti rinnovabili e pulite, infatti, il digitale è oramai imprescindibile. Altra applicazione fondamentale è quella sul sistema idrico. In Italia siamo in presenza di una perdita sulla rete che si avvicina al 40% del totale dell’immissione di acqua potabile: la capacità di applicare tecnologie di controllo per intervenire e ridurre drasticamente questa perdita è quindi fondamentale. Collegato a questo c’è l’ambito di applicazione delle tecnologie alla cosiddetta agricoltura di precisione. Quello dell’agricoltura è un settore fondamentale nel nostro Paese, e innovare significa non soltanto ridurre l’impatto ambientale delle attività rendendo più efficiente l’utilizzo delle risorse, soprattutto dell’acqua, ma anche renderlo più competitivo, ad esempio associando ai nostri eccellenti prodotti dei certificati di provenienza che garantiscano per loro. Altro ambito che vale di certo la pena citare, è quello dell’economia circolare e, anche in questo caso, il digitale può contribuire sotto varie forme. Noi l’abbiamo applicato, ad esempio, al recupero dei tessuti usati e alla riduzione della difettosità dei prodotti, per ridurre lo spreco di materiali. Grazie all’automazione e a sistemi di controllo video, facilitiamo la restituzione dei vestiti usati nei punti vendita e, in determinati impianti produttivi abbiamo ridotto di circa il 50% la difettosità dei prodotti finiti… Quello che è importante, è non applicare semplicemente le tecnologie a processi esistenti, ma comprendere le potenzialità trasformative del digitale nel ripensare i processi stessi. E, nel farlo, pensare alla sostenibilità in tutte le sue declinazioni”.

Un incentivo dalle istituzioni

In questo contesto, il ruolo delle imprese è fondamentale nel capire come indirizzare al meglio l’innovazione in funzione della sostenibilità e, come sottolineato da Gianmatteo Manghi, nel rendere la sostenibilità stessa parte del proprio core business. Qui, però, un aiuto e un incentivo decisivo può arrivare dalle istituzioni: “c’è una crescente diffusione dei criteri ESG, che sono peraltro anche in evoluzione, arrivando a comprendere metriche non soltanto ambientali, sociali e di governance, ma anche di benessere, di equilibrio, di qualità della vita. Ecco, credo che questa diffusione possa essere presa come riferimento dalle istituzioni, sia nella loro attività di regolamentazione, favorendo le imprese che rispettano quei criteri e quelle metriche, sia considerando premianti, nelle gare e nei progetti, gli elementi che contraddistinguono le imprese più sostenibili”.

Il rilancio del Paese passa da progetti innovativi e sostenibili

In conclusione, se la digitalizzazione e la sostenibilità rappresentano due leve fondamentali per il rilancio del Paese, il futuro passa, e passerà sempre di più, dalla capacità di mettere in campo progetti e soluzioni innovative in grado di rendere possibile il perseguimento di un concreto sviluppo sostenibile. E dalla capacità, ovviamente, di dare spazio e far emergere le migliori idee. Per questo motivo, non si può non parlare dell’iniziativa Green&Blue Smart Marathon, lanciata a maggio proprio da Cisco Italia, insieme a Officine Italia e Codemotion. Lo scopo dell’hackathon, grande successo tra i giovani italiani, con oltre 200 partecipanti e 15 progetti raccolti, era proprio quello di raccogliere idee per innovative soluzioni digitali in grado di accelerare la transizione ecologica.

In questo senso, tutti i progetti presentati mettevano al centro quattro temi – smart mobility, smart utility, smart building e smart citizen – e ognuno di essi rispondeva alla challenge di studiare nuovi modi di interazione tra l’uomo, l’ambiente e le tecnologie, sfruttando il potenziale dell’Internet delle Cose per creare soluzioni intelligenti e sostenibili. “Mi riempie di soddisfazione vedere così tanto impegno su un tema così importante come quello della sostenibilità e sono orgoglioso che questa challenge abbia fatto emergere così tante idee interessanti, a testimonianza del fatto che i nostri giovani sono pieni di talento, sensibilità, creatività e voglia di ‘fare’, al contrario di quanto spesso si sente dire – commenta Gianmatteo Manghi – Il nostro impegno deve essere quello di dare loro la possibilità di esprimersi e contribuire alla rinascita del nostro Paese, costruendo un futuro più sostenibile e inclusivo”.

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