Ripensare la mobilità: la pandemia non frena l’avanzata dell’elettrico e lo sviluppo dell’innovazione digitale

Nel 2020 si è registrato in tutta Europa uno dei cali della domanda di auto più importanti mai registrati ma, nonostante ciò, il mercato delle auto elettriche ha continuato a crescere. Un importante segnale verso una mobilità green, che però deve essere sostenuto da adeguate infrastrutture di ricarica e dall'innovazione digitale

Decongestione del traffico, riduzione dei veicoli inquinanti, aumento di veicoli a zero e basse emissioni nel parco circolante: vincere la sfida per la decarbonizzazione e perseguire uno sviluppo sostenibile passa, e passerà sempre di più, attraverso il ripensamento della mobilità in un’ottica più sostenibile. Una svolta green che dispiegherebbe i suoi impatti non soltanto dal – fondamentale – punto di vista ambientale, con un netto taglio delle emissioni inquinanti, ma anche sul piano sociale ed economico, come recentemente approfondito su questo canale.

Nonostante gli effetti disastrosi della pandemia, che tra gli altri ha colpito fortemente anche il settore dell’automotive, sembra che qualcosa stia cambiando nella giusta direzione, aprendo la strada ad un trend che, se sostenuto negli anni a venire da tutti gli attori coinvolti, potrebbe dare un contributo fondamentale per il raggiungimento di molti degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Un quadro della situazione, in questo senso, è fornito dal White Paper “la mobilità sostenibile e i veicoli elettrici” di Repower che, giunto alla sua quinta edizione, evidenzia i principali trend e innovazioni che avranno un ruolo fondamentale nel guidare la trasformazione del settore.

Nel calo dell’automotive, la crescita dell’elettrico

Come detto, le evidenti conseguenze della pandemia si sono fatte sentire in maniera importante anche sul settore dell’automotive. Nel 2020, infatti, si è registrato in tutta Europa uno dei cali della domanda di auto più importanti mai registrati, con 3 milioni di nuove immatricolazioni in meno rispetto al 2019. A guidare questa classifica c’è la Spagna – con un -32,3% – seguita proprio dall’Italia, dove il numero di immatricolazioni è calato del -27,93%, equivalente a 535.000 vetture in meno rispetto all’anno precedente: un calo già di per sé importante, che assume un contorno ancora più preoccupante considerando il peso ricoperto dal settore per l’economia nazionale.

In maniera quasi paradossale, in uno scenario complessivo assolutamente negativo, il mercato delle auto elettriche ha però continuato a crescere, dando un segnale di spostamento della domanda verso veicoli a zero o a basse emissioni: infatti, se nel 2019 l’elettrico rappresentava neanche l’1% delle nuove immatricolazioni, nel 2020 hanno raggiunto circa il 4%. Nel dettaglio, nel 2020 i veicoli PHEV e BEV avrebbero visto insieme 59.900 nuove immatricolazioni – contro le circa 17mila dell’anno precedente – con un aumento complessivo per entrambe del 250%.

Certo, questo è solo un primo passo di un percorso ancora lungo e che dovrà confermarsi nel tempo ma, come rimarca il report, se le misure messe in campo da Stato e Regioni non dovessero limitarsi al breve periodo, guardando invece ad un orizzonte temporale di più ampio respiro, questo potrebbe segnare il concreto inizio di un’importante trasformazione.

La svolta elettrica nel panorama della mobilità condivisa

Una trasformazione nell’ambito della mobilità che, però, non passa soltanto attraverso il possesso e la proprietà di un mezzo sostenibile. Da questo punto di vista l’innovazione digitale ha un ruolo fondamentale, e i servizi di sharing ne sono l’esempio lampante: la messa a disposizione tramite il digitale di mezzi “non proprietari”, che sia un’auto piuttosto che uno scooter elettrico, utilizzabili in sostituzione dell’auto privata, rappresenta senza dubbio una fondamentale opportunità verso l’obiettivo della riduzione delle emissioni provenienti dalla mobilità cittadina.

Un settore, quello del noleggio e del car sharing, che ha confermato la sua importanza strategica nonostante il rallentamento dovuto alle restrizioni legate alla pandemia, rappresentando un fondamentale volano per lo sviluppo dell’elettrico. Infatti, nei primi nove mesi del 2020 le società di noleggio – a breve e lungo termine e in car sharing – hanno immatricolato 5.229 vetture PHEV e 6.132 BEV: dati che confermano l’importanza di un settore protagonista per gli acquisti di vetture elettrificate nel nostro Paese, con una quota di immatricolazioni che raggiunge il 42% per le ibride plug-in e il 35% per quelle elettriche.

Servizi di sharing mobility elettrica che, come detto, non riguardano soltanto le automobili, ma si allargano sempre di più trovando nella micromobilità – veicoli leggeri a due ruote – una tra le soluzioni più diffuse nelle vie cittadine. Tra i veicoli più utilizzati negli ultimi mesi, come evidenziato dal report, c’è ad esempio il monopattino elettrico: tra dicembre 2019 e settembre 2020, infatti, i monopattini in condivisione sono passati dalle poco meno di 5mila alle 27mila unità, rappresentando insieme al bikesharing il servizio di micromobilità più in crescita nel post lockdown.

Tra infrastrutture di ricarica e innovazione digitale

Ovviamente, perché il passaggio verso una mobilità a zero emissioni possa definitivamente concretizzarsi un ruolo critico è quello delle infrastrutture di ricarica, e la capillarità della loro distribuzione territoriale, sia a livello di accessibilità – pubblica e privata – che a livello numerico. Da questo punto di vista, il numero dei punti di ricarica nel nostro Paese è in crescita: l’aumento nel corso del 2020 è stato infatti del 40%, il che permette attualmente di contare circa 19.300 punti di ricarica sparsi in 9.700 infrastrutture di ricarica accessibili al pubblico.

Tuttavia, nonostante la crescita in numero delle infrastrutture sia un fattore fondamentale, di per sé non è sufficiente: infatti, perché queste possano essere utilizzate al meglio dagli utenti, questi ultimi devono sempre essere in grado di individuarne la posizione in modo semplice e immediato. È quindi fondamentale, come evidenzia il report, favorire l’integrazione, permettendo ad esempio la ricerca e l’utilizzo di stazioni di ricarica pubbliche attraverso app che possano offrire servizi standardizzati, dalla prenotazione passando per lo sblocco della ricarica fino al pagamento.

D’altra parte, trasformare la mobilità in un’ottica più sostenibile non significa soltanto aumentare la diffusione di mezzi di trasporto a zero o a basse emissioni, ma ripensarla in senso più ampio, in modo da ottimizzare gli spostamenti, i tempi di percorrenza, riducendo quindi le congestioni stradali provenienti dal traffico e di conseguenza l’inquinamento atmosferico. Perché questo possa accadere, fondamentale sarebbe favorire la connessione in un’ottica smart tra le auto, i segnali stradali, sensori del traffico e dispositivi elettronici. Tra le tecnologie maggiormente abilitanti in questo senso c’è sicuramente il 5G: infatti, la possibilità che offre di raccogliere ed elaborare velocemente grosse moli di dati provenienti da sensori, veicoli ed oggetti connessi e trasformarle in azioni, permetterebbe ad esempio di gestire in modo più efficiente il traffico rendendolo più scorrevole, così come di aumentare la sicurezza, con impatti significativi sia sulla qualità della vita degli individui che sul calo delle emissioni di CO2 nell’aria.

Insomma, sarà importante continuare su questa strada: l’aumento dei veicoli elettrici nel parco circolante in Italia lascia ben sperare per il futuro, così come l’innovazione digitale, che continua ad avanzare, offre tutti gli strumenti utili per far sì che la mobilità possa essere sempre più efficiente, intelligente, connessa e sostenibile.

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