Green IT: diminuisce attenzione delle aziende IT per l’ambiente

Il problema della sostenibilità ambientale riguarda tutti i settori dell’industria, anche quelle IT. Sembra, però, che, nonostante l’importanza di tale argomento, non tutte le società siano pronte a soddisfare gli standard richiesti per un’adeguata gestione dei consumi energetici.
A questo proposito Fujitsu ha annunciato il suo rapporto di ricerca Green IT: Global Benchmark, che contiene i risultati della prima indagine, condotta a livello globale, per determinare la maturità delle società IT di USA, Regno Unito, Australia e India, per quanto riguarda il rispetto delle norme di prevenzione ambientale.

green-officeLa valutazione di maturità permette la comparazione delle attività ecosostenibili delle aziende IT in base al settore industriale e per paese, ma offre anche l’occasione per comprendere meglio il ruolo che l’IT può assumere in relazione a modelli di business futuri e quali miglioramenti possono le aziende effettuare per incrementare pratiche di sostenibilità ambientale.

La scoperta più significativa nel rapporto è che, mentre la tutela ambiente è stata di grande attualità negli ultimi cinque anni, ora si assiste ad un rallentamento delle pratiche volte alla salvaguardia dell’ecosistema. Il rapporto quantifica la relativa mancanza di maturità di politiche, pratiche e tecnologie nel campo del Verde in ogni settore industriale nei quattro paesi sotto esame.

Nel complesso, la maturità della Green IT è relativamente bassa con un indice che in tutti i settori e in tutti i paesi arriva a 56,4 (su 100). I risultati mostrano che le pratiche e le tecnologie di Green IT sono nella maggior parte delle organizzazioni spesso molto rudimentali.
Il paese più performante dei quattro sotto osservazione è il Regno Unito, che raggiunge nell’indice di Green IT un punteggio di 61,0. Il Regno Unito ha dimostrato di adottare il più rigoroso regime di riduzione e di rendicontazione di emissioni di carbonio di qualsiasi altro paese e di possedere una consapevolezza più alta di tutti del potenziale delle attività di Green IT.

Gli Stati Uniti si posizionano al secondo posto in graduatoria seguiti da Australia e India.
Il problema per molti dei paesi analizzati, è la mancanza di dati sui quali poter effettuare delle misurazioni adeguate: sono molto poche, infatti, le organizzazioni che misurano l’impatto delle società IT sul benessere dell’ambiente. Le clausole sul consumo energetico sono raramente incluse all’interno dei piani strategici delle società IT; fenomeno a cui si assiste anche in USA dove il consumo energetico è a livelli altissimi ma dove allo stesso tempo molti dichiarano di non conoscere il quantitativo di energia spesa nelle loro aziende IT.

Dal rapporto emerge come ci siano differenze significative a seconda del settore industriale, con l’industria ICT che si aggiudica il titolo di settore più attento alle pratiche Green, mentre si classificano nella parte più bassa i settori del commercio all’ingrosso, il commercio al dettaglio e quelli che si occupano di logistica. Le differenze tra i settori rimangono omogenee nei diversi paesi osservati: le stesse industrie tendono, infatti a presentare le stesse caratteristiche a prescindere dai paesi in cui si trovano.

In generale emerge come, per trasformare le intenzioni in azioni, sia necessario per le società IT l’intervento di un champion per la Green IT che sia responsabile delle pratiche volte ad ottenere risultati positivi e sostenibili per l’ambiente. Nei paesi esaminati, tuttavia, meno della metà degli intervistati hanno dichiarato di aver assunto un addetto specifico per il ruolo di capo delle attività ecosostenibili.

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