Silvia Bindelli: una Ing per project manager

Bindelli
Silvia Bindelli è un ingegnere informatico e project manager in Amadeus.

Silvia Bindelli, ingegnere informatico, geek orgogliosa, italiana trapiantata in Costa Azzurra per lavoro. “In questo momento – ci racconta – lavoro come project manager in Amadeus, un’azienda di informatica nel settore del turismo. Il progetto sui cui sto lavorando è molto interessante: riguarda la trasformazione del ciclo di sviluppo del software in direzione agile, per meglio rispondere alle esigenze dei clienti e-commerce”. Silvia potrebbe considerarsi un cervello in fuga per cui non è stato difficile lasciare l’Italia. “Quando è arrivata l’offerta vivevo a Milano – dice Silvia – e avevo già lasciato la mia città (Verona) e la mia famiglia da diversi anni. Stavo cercando lavoro, ma a Milano non trovavo nulla che mi attirasse. L’offerta è arrivata quasi per caso, appena pubblicato il curriculum su un sito per l’impiego. Mi si stava dando la possibilità di lavorare in una grossa azienda IT con migliaia di dipendenti, di vivere in Costa Azzurra, di imparare una nuova lingua. E sono partita!

La passione per la tecnologia arriva dal padre, che ha sempre lavorato nell’ambito dell’informatica e ha trasmesso la meraviglia e lo stupore per ogni nuova invenzione tecnologica. E anche il primo PC è un regalo del papà: un assemblato con installato Windows 3.11. “L’arrivo in casa di Internet pochi anni dopo lo ricordo come una delusione – ricorda l’ing. Silvia –  mio padre mi parlava di questo “posto” in cui si era collegati con tutto il mondo…ma una volta aperto un browser non c’era nessuno lì ad aspettarmi, solo qualche riga di testo, e poi dovevo essere io a sapere cosa cercare! Adesso è molto più simile a quello che mi sarei aspettata di trovarci allora”.

Come si aggiorna un ingegnere informatico?

Dopo l’università, ho scoperto che un buon modo per non smettere di imparare è quello di studiare per ottenere certificazioni: consente a me di avere degli obiettivi di studio chiari e agli altri di avere una prova della mia preparazione (questo un articolo di Silvia sulle certificazioni, ndr). Avendo scelto un percorso di carriera legato alla gestione dei progetti, a inizio anno ho conseguito la certificazione PMP (Project Management Professional) e più tardi quella di Certified Scrum Master, per l’ambito agile.

Inoltre, per non perdere il contatto col mondo dello sviluppo e con le nuove tecnologie, seguo un corso su Python su Code Academy , e frequento diversi siti tecnici, blog e gruppi sui social network. Infine, il fatto stesso di appartenere a una comunità open source (nel mio caso, quella di Ubuntu) aiuta a mantenersi sempre aggiornati.

3 consigli da dare a chi vuole fare la tua stessa attività

Studia. A volte ci sono vie più brevi, altre studiare è economicamente complicato, ma nel limite del possibile dedicare del tempo a una solida preparazione, sul lungo termine, paga.

Abbi fiducia in te stessa/o. Spesso, soprattutto vivendo immersi nella rete, abbiamo l’impressione che là fuori siano tutti più bravi di noi e ci troviamo a chiederci che cosa abbiamo da offrire in più. Hai da offrire te stessa: siamo tutti diversi da chiunque altro, abbiamo un approccio diverso, un’esperienza diversa…e in ogni caso, lasciamo che siano gli altri a giudicarci, senza essere noi i primi a essere negativi!

Mantieniti aggiornata/o. Soprattutto nell’IT, un mondo in continua evoluzione, una laurea non basta: occorre continuare a imparare, leggere, documentarsi. Internet su questo aiuta moltissimo. I diversi gruppi tematici sui social network sono un ottimo punto di partenza per imparare dagli altri e condividere le proprie esperienze.

3 ostacoli incontrati e il modo in cui li hai superati

Un ostacolo è stato, probabilmente, la mia emotività. Quando studiavo bastava un esame per mandarmi in panico e sul lavoro ho sempre sentito la pressione dovuta a stress o conflitti coi colleghi. Con gli anni ho imparato a controllare questa emotività, cerco di guardare le cose con maggiore distacco quando serve, non invio mai immediatamente una risposta se una mail mi ha fatta alterare, e dedico del tempo a me stessa quando sono nervosa. È giusto mettere passione in quel che si fa, ma occorre imparare a conoscersi e sapere quando è il caso di fare un passo indietro, e guardare le cose da fuori, prima di ricominciare!

Poi, nel trasferirmi all’estero, un “ostacolo” è stato imparare una nuova lingua. Ostacolo tra virgolette, perché mi piace studiare lingue straniere, quando vivevo a Milano avevo iniziato a studiare spagnolo. D’altra parte, quando sono arrivata qui la mia conoscenza del francese si limitava a qualche parola imparata in vacanza, e per quanto la lingua aziendale fosse e sia tuttora l’inglese, spesso alla macchinetta del caffé si parla francese. Seguendo qualche corso e buttandomi anche quando non mi sentivo completamente sicura, ora riesco a cavermela anche in riunione di lavoro!

Silvia Bindelli ha lasciato questo Paese per fare un lavoro che ama. E lo ha fatto senza rimpianti, perché come scriveva Pavese ne “La luna e i falò”, “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here