ASUS: Jonney Shih racconta visioni e strategie per il futuro dell’azienda

Il presidente di Asus, Jonney Shih, l’uomo che ha trasformato la società taiwanese da un produttore di componenti in una brand company focalizzata sul design, ha delineato le strategie dell’azienda e la sua visione sul futuro dell’industria tecnologica in occasione di una intervista con il Financial Times. Tre i grandi temi affrontati da Shih: l’importanza della user experience, la necessità di investire in hardware e software insieme e, infine i mercati emergenti.

La user experience
Secondo Shih la chiave per interpretare l’attuale scenario produttivo del settore è il passaggiodall’era del pc” come la definisce il presidente “all’era dell’ubiquitous cloud computing” che determinerà una tendenza opposta a quella del proliferare continuo di diversi device. Bisogna “cercare si, di innovare, ma con prodotti che intercettino i veri desideri delle persone  per coprire tutte le necessità della vita digitale”.
Quello dei desideri delle persone e la preoccupazione di offrire loro la migliore “user experience” è un tema cardine del pensiero di Shih, attorno a cui ruota l’intero approccio di Asus alla progettazione e alla realizzazione di prodotti. Il presidente, infatti, spiega che la vera forza competitiva di Asus rispetto agli altri colossi del settore, è sia la solida esperienza ingegneristica ma anche il metodo con cui intendono la progettazione: gli ingegneri Asus non pensano solo alla “bellezza” degli oggetti ma soprattutto alla user experience che essi offrono a chi li usa. E’ per questo che l’azienda non teme le altre grandi come Apple o Samsung.


Hardware e software
Sul tema dei sempre più frequenti “crossover” tra e nelle compagnie hardware, che portano ad esempio Asus a offrire sistemi cloud e prodotti software, Shih dice:La bellezza del cloud è che oggi competizione e collaborazione possono coesistere. Android di Google permette a molti smartphone e tablet di funzionare ma” e qui si coglie la novità del futuro Asus “per dare al consumatore la migliore user experience c’è bisogno di puntare sia sull’hardware che sul software. E’ chiaro che non si possa fare tutto ma per offrire la migliore esperienza c’è bisogno di avere la propria “core competence“.
L’impressione è che l’approccio, evidentemente riuscito, della Apple che da sempre punta su sistemi integrati e proprietari di hardware e software, stia diventando sempre più un modello per le altre aziende di settore, che puntano a realizzare “in casa” sistemi autosufficienti che non richiedano interventi esterni. Samsung ci sta già provando con la fusione di Bada e Tizen, mirata a ridimensionare lo strapotere  del SO Android.  Google è abbondamentemente avvisata…

Mercati emergenti
Secondo Sihn la crisi economica che sta investendo America ed eurozona non impatterà in modo significativo su Asus: “siamo fortunati anche in questo periodo di crisi perché siamo ben distribuiti  nei mercati emergenti. Nelle economie dell’occidente possiamo essere un po’ più deboli ma dovremmo comunque riuscire d aumentare le quote di mercato”.
Sihn lascia intendere, comunque, che la chiave per prevedere l’andamento di Asus in determinati scenari dipenda non solo dalle strategie della compagnia, ma anche e soprattutto dalla forza e della penetrazione dei competitor su quegli stessi “spazi”.  Che i mercati emergenti diventino i più rilevanti per Asus? Shih appare estremamente sereno su questo fronte: “Sta già accadendo!”.

 

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