Dear All…

Beppe Carrella ci accompagna in una riflessione sulle eresie - sulle libertà - della tecnologia, e non solo...

Ci siamo. Siamo pronti a partire con una nuova iniziativa. Adrenalina alle stelle per qualcosa in cui tutti quanti noi crediamo fermamente.

Eresia sarà il filo conduttore.

La parola Eresia è ben diversa da blasfemia. Hairesis significa libertà di scelta.  Eresia come libertà di scelta, di penare a modo proprio senza dar retta e seguire quello che dice la maggioranza, quello che vuole farti credere la “cultura” dominante.

Da sempre eresia è una cosa pericolosa. Lo era 3000 anni fa non lo è di meno ai nostri giorni. Anche oggi la libertà di scelta fa molta paura, la libertà di pensare e di esprimere le proprie idee intimorisce. In Italia c’è una lunga tradizione di eretici finiti sul rogo. Si! L’eretico finisce sul rogo. Uno si abitua, per sicurezza, a pensare come gli altri e questo evita di correre rischi. Alla fine facciamo tutti parte di una marmellata informe idistinguibile e nessuna proprietà “nuova” riesce ad emergere. Questo comune sentire diventa una bestia, un vero e proprio animale indistruttibile che tutto rende indistinguibile e che tutto pervade e controlla.

Ecco, noi vogliamo ribellarci a questa condizione e proveremo a seguire l’esempio che ci viene dato dai vangeli apocrifi:

non giurare mai, ma sia la tua parola si quando senti che è si, e no quando senti che è no!

Ecco, proveremo a dire si e no (e tante altre cose) ragionando e non prendendo per buono quello che la massa ci dice o pensa.

Noi non crediamo che ristrutturare significhi licenziare. Non crediamo che la tecnologia distrugga lavoro. Siamo convinti che gli esperti sono spesso bravi solo a giustificare gli errori delle loro decisioni a posteriori.

In un mondo dove vogliono convincerci che importante è ascoltare e prestare ascolto, noi diciamo che importante è avere cose da dire. Ascoltare stupidaggini con attenzione è assolutamente inutile, meglio cantare e fare altro. La regola del politically correct per cui non bisogna mostrare la propria rabbia per le ingiustizie e per le stupidaggini non appartiene al nostro DNA. La rabbia verso le ingiustizie culturali, tecnologiche, sistemiche farà parte invece del nostro modo di discutere con voi. Ascoltare parole vuote e frasi fatte lo lasciamo fare al gregge belante.

Speriamo di far piazza pulita di tanti luoghi comuni. Tecnologia e business. Pilastri della nostra società come da sempre nella storia dell’uomo. Non è mica una novità! Noi vogliamo parlare di uomini, di persone e di cose da fare.

  • Giovani vecchi: falso problema
  • Nord, sud: una stupidaggine
  • Maschi / femmine: una lotta inutile.
  • Occupati / disoccupati: fumo negli occhi

Tutte cose parzialmente vere, ma che non possono essere risolte se non in un’ottica comune. Quello cui assistiamo è una separazione di problemi che vengono affrontati separatamente. Questa modalità è il problema. La soluzione diventa il problema. Questo quello che porta al disastro. Questo quello che ci costringe a fare una manovra dopo l’altra. Aggiusto (ti sembra) una cosa e poi passo a quella successiva. Peccato che la successiva mi inficia, il più delle volte, la soluzione del problema precedente, per cui devo ricominciare daccapo tutte le volte. Ogni soluzione diviene il problema del passo successivo.

Il problema per i gestori di questo sistema perverso è quello di avere una scusa pronta per l’insuccesso di queste iniziative. Beh, gli esperti su questo sono bravissimi. Vuoi mettere a dare la colpa alla globalizzazione, agli speculatori, alla mancanza di regole precise e alla complessità?

Proveremo ad abbattere questo castello di pietra, questi edifici e fortificazioni. Come? dicendo si quando sentiamo che è si e no quando crediamo che sia no.

Ci proveremo e parleremo molto, ma anche pronti ad ascoltare i pensieri di tutti voi. Alla prossima!

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