Uno studio del Politecnico di Torino analizza il rapporto tra gli enti locali della Pubblica Amministrazione italiana e Facebook, riscontrando che il 42.2% dei profili esistenti è sostanzialmente inattivo.
1.250 sono gli account riconducibili ad enti locali territoriali (comuni, province, regioni) rintracciati durante lo studio realizzato dal ricercatore Giovanni Arata. 12 i profili riconducibili a anti amministrativi regionali, 47 ad enti provinciali. I comuni rappresentano il 95.28% degli account, ma il dato va letto in rapporto al numero di enti locali delle tipologie esistenti.
Diversi enti locali hanno, però, più di un profilo sia gestiti da uffici e dipartimenti differenti, sia dovuti a duplicazioni nel tempo. Se calcoliamo questa dispersione, il numero di enti con una presenza su Facebook è quindi ancor più ridotto: 9 Regioni, 38 Province e 999 Comuni. Ancora una volta i valori assoluti ingannano. I Comuni, infatti, hanno sono presenti sul social network solo nel 12.3% dei casi, presenza più alta nel caso di province (34.5%) e regioni (45%).
Le reti sociali (amici o fan) degli account hanno una dimensione pari ai 101-1000 contatti nel 42.88% dei casi, mentre circa il 30% ha reti ancora più piccole.
Le reti sociali risultano quindi non molto estese, probabilmente a causa di un uso discontinuo dei profili da parte degli enti locali. Il 42.2% dei profili, come si accennava, è sostanzialmente inattivo, ovvero non hanno effettato nessun aggiornamento durante i 30 giorni in cui lo studio è stato svolto, ovvero dal Novembre 2011 e Marzo 2012 (3 regioni , 15 province e 510 comuni). Il 26.6% degli enti ha aggiornato il profilo in maniera saltuaria (meno di un intervento a settimana). Solo il 20.6% degli account è stato aggiornato più volte durante una stessa settimana e appena l’8% quotidianamente. L’utilizzo quotidiano del social network è più diffuso tra gli enti di livello amministrativo superiore: il 41,7% delle regioni presenti su Facebook inserisce update giornalieri, mentre la percentuale scende per province (19,1&) e comuni (7.2%).
La scarsa comprensione delle potenzialità del mezzo si evince, inoltre, dalle tante amministrazioni che non rispondono ai commenti o ai post inserti da altri (quando permessi); atteggiamento diffuso tra il 62.19% degli enti. Le regioni sono più propense al dialogo, il 55.5% degli enti regionali presenti su Facebook risponde infatti ai commenti.
Per quanto riguarda la tipologia di contenuti condivisi dagli enti locali, le comunicazioni di pubblica utilità sono presenti su quasi tutti i profili (91% del totale) come pure le informazioni su manifestazioni ed eventi, presenti sull’85% di essi.
Spesso e volentieri questi strumenti vengono “provati” senza un’effettiva strategia alle spalle e messi nelle mani di persone che probabilmente Facebook lo conoscono solamente per via di Farmville! Peccato perché, se ben gestiti, sarebbero di certo una modalità efficace di compartecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, nel micro e nel macro.
IL Tribunale di Sorveglianza di Roma è l’unico ufficio giudiziario d’Italia con un profilo Facebook e Twitter. Utilissimi. Ma devo aggiornarli da casa, visto che sui computer della PA centrale non si può accedere a Facebook.