Copyright vs File-sharing: da scontro legale a scontro politico

La disputa tra industria dei contenuti e pirateria digitale somiglia sempre di più ad un conflitto armato. Una delle strategie più diffuse per la difesa del copyright, il blocco dell’accesso da parte degli Internet Service Provider, sembra, però, essere sempre meno efficace, grazie a strategie di aggiramento sempre più semplici e rapidamente messe in campo dai siti attivi nello scambio di file.

L’ISP del Regno Unito BT, ha bloccato ieri l’accesso a The Pirate Bay, conformandosi ad una recente sentenza giudiziaria. Il blocco era stato già implementato dagli altri player del mercato, ma BT è andata oltre impedendo l’acceso ad un nuovo indirizzo IP introdotto dal sito di file sharing proprio per favorire gli utenti del Paese.

Gli altri ISP britannici si erano semplicemente rifiutati di aggiungere il nuovo indirizzo, non presente nella sentenza, senza prima una nuova ordinanza della corte; BT non ha avuto gli stessi scrupoli. La risposta di The Pirate Bay non si è fatta attendere e, pochi minuti dopo il blocco dell’accesso da parte di BT, ha lanciato due nuovi indirizzi pienamente accessibili anche agli abbonati della società.

Tutto questo mentre il sito web del Pirate Party UK, che offre un elenco di proxy per aggirare i blocchi, entra nel periodo successivo alle sentenza, tra i 600 siti più visitati del Paese. A confortarli anche le sempre più numerose ricerche dimostrano come impedire l’accesso non faccia decrescere il file-sharing nè diminuire il traffico torrent.

Il conflitto in corso sembra inoltre politicizzarsi sempre di più: infatti in molti paesi del mondo, sull’onda di tali azioni, i Pirate Party locali hanno ottenuto straordinari risultati elettorali. I blocchi d’accesso sembrano ottenere quindi un  effetto contrario a quello voluto rischiando di “politicizzare” la tematica. Il Pirate Party del Regno Unito ha, infatti, dichiarato che dopo la sentenza non sono cresciute semplicemente le visite al sito, ma anche l’interesse per le proposte politiche e le adesioni al partito.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here