Internet deve continuare ad essere “una piattaforma aperta”. È quanto sostenuto da Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione Europea e responsabile per l’Agenda Digitale, in risposta ad un’interrogazione parlamentare. “La Commissione europea è impegnata a mantenere Internet una piattaforma aperta a tutti i fornitori, compresi quelle di piccole dimensioni e quelli emergenti”.
La deputata verde olandese Judith Sargentini aveva chiesto delucidazioni sull’atteggiamento della Commissione rispetto alle proposte di riforma elaborate dall’Etno, associazione degli operatori europei di telecomunicazioni, e alla replica di Maxime Verhagen, vice-premier dei Paesi Bassi, paese in cui è in vigore una legge sulla neutralità della rete. Il dibattito nasce in vista della Conferenza Mondiale sulle Telecomunicazioni (WCIT-12) (Dicembre, Dubai) dove si discuterà delle nuove regole per le Tlc e di governance della rete.
Kroes ha chiarito che “la posizione della Commissione è in risonanza con la posizione espressa dal governo dei Paesi Bassi in merito alla proposta di Etno.”
La risposta è meno netta quando la commissaria si trova a rispondere ad un quesito specifico posto dalla deputata verde. Sargentini aveva chiesto cosa intendesse nello specifico la Commissione per ‘managed service’ e quali servizi rientrerebbero in questa definizione. Ponendo chiaramente la domanda centrale rispetto alla tematica della neutralità della rete. “I fornitori di servizi online possono stringere accordi con i fornitori di servizi di telecomunicazioni e Internet per la trasmissione più veloce e migliore dei loro bit e byte, in cambio del pagamento delle tariffe di terminazione?”.
Kroes, in questo caso, è stata meno netta nelle difesa della completa net neutrality. I ‘managed service’ forniscono, secondo la commissaria, “accesso alle applicazioni e ai contenuti con un certo livello di ‘Quality of Service’ (QoS). Alcune applicazioni richiedono un determinato livello di QoS, inclusa l’IPTV, il video on demand o alcuni servizi business”. Gli operatori “dovrebbero essere in grado di commercializzare i servizi gestiti”, ma ciò “non deve andare a scapito della qualità del ‘best effort’ Internet”.
La responsabile dell’Agenda Digitale europea, scendendo nel dettaglio dell’annosa questione dei rapporti tra Internet Service Provider (ISP) e produttori di contenuti, ha spiegato il proprio punto di vista dichiarando: “un fornitore di servizi internet può concludere accordi commerciali con i fornitori di contenuti per assicurare che le proprietà tecniche di specifici contenuti o applicazioni siano controllati end-to-end”.
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