Il blogger, l’esperto di social media e la sindrome del circoletto chiuso

Fa scena. Oramai, anzi, è quasi un obbligo. Se si deve organizzare un evento social per l’azienda, tipo il lancio del nuovo prodotto, pare che sia necessario contattare “quelli che stanno su internet”, che però, nell’immaginario collettivo, rappresentano un tutto unico ed indistinto, una cosa a metà fra il Circo Barnum e quello strano sottobosco di personaggi indefiniti ed indefinibili che da sempre vengono invitati o si imboscano agli eventi di ogni tipo. Il problema è che “Quelli che stanno su internet” è una categoria in cui puoi trovare di tutto, e per una azienda, specie se l’obiettivo è il lancio di un nuovo prodotto, invece il criterio è selezionare.

Chi si occupa della promozione sui social in maniera professionale sa, perché per quello viene pagato, che non si può sparare nel mucchio, né limitarsi a proporre un circoletto chiuso di una decina di persone (sempre le stesse) che pascolano ai party aziendali come un gregge, indipendentemente da chi offre la biada. Ogni blogger ha un suo settore di competenza ben preciso, ed è inutile invitare persone che abitualmente scrivono di altre cose ad un evento specifico. Esistono, sulla rete come nel sottobosco degli altri media (dalla tv alla carta stampata) i prezzemolini, quelli che stanno sempre dappertutto e sono sempre, almeno così pare, al centro della attenzione. Ma il prezzemolino serve fino ad un certo punto per un lancio serio, perché probabilmente non capisce un accidenti o capisce ben poco del settore o del prodotto specifico, e, anche se invitato, rischia di scrivere sciocchezze che dopo tocca anche perdere tempo a smentire. Per cui, al party o alla cena di presentazione, tanto vale chiamare magari blogger o twitteri meno noti, ma del settore, così si eviterà di dover perdere metà del tempo a spiegare cose assolutamente basilari ad un pubblico che non è preparato, perdendo magari tempo prezioso che potrebbe servire meglio ad illustrare i pregi innovativi del nostro prodotto a gente già più esperta.

Quando poi si invitano i blogger esperti così selezionati è bene poi trattarli davvero da esperti. Forse non saranno “giornalisti” iscritti regolarmente all’Ordine, ma se l’azienda li ha chiamati perché il loro parere su un determinato argomento in rete conta, allora non deve poi fare la gaffe di trattarli in maniera diversa dagli altri “giornalisti” della carta stampata o dei media tradizionali. Il blogger per alcuni è ancora un simpatico dilettante che cazzeggia su internet e come tale va trattato, lasciando invece le cose “serie” alla stampa vecchio stile. Ecco, se partite da questo presupposto, è meglio che la presentazione ai blogger non la fate neppure. Perché il blogger di per sé non esiste, non essendo “tenere un blog” una professione. Ma è nel suo settore un “esperto”, nel senso che scrive di determinati argomenti, e con una certa competenza, dato che tu azienda hai giudicato necessario averlo fra i tuoi ospiti. Aspettati dunque che nel suo campo specifico faccia domande precise, e tieni conto che vorrà risposte circostanziate. Ricordati che molto spesso un post su un blog a diffusione settoriale ma importante vale quanto una recensione positiva su una rivista specializzata.

Il blogger non esiste perché non esiste il “blogger per tutte le stagioni”, come non esiste il giornalista che si occupa con uguale consapevolezza di tutto: quindi la scelta, ripeto, su chi invitare e per cosa è fondamentale, ed è questo uno dei compiti più delicati di un esperto di social media, che in rete deve saper individuare non una lista fissa di gente da invitare per ogni evento, ma liste mobili ed in continuo aggiornamento, che tengano conto dei blogger o dei twitteri specializzati ma anche di quelli emergenti, e li sappia valorizzare invitandoli alle presentazioni più adatte a loro. L’esperto di social non si può distrarre un attimo, ed è in un certo senso anche un talent scout della rete stessa, perché la sua abilità sarà anche quella di capire quale blogger o twittero e generico “influencer” è più adatto ad un certo tipo di prodotto, ma anche intuire con quali nuovi personaggi in rete, magari non ancora così famosi ma in procinto o con il talento per diventarlo, si possono stringere accordi per la promozione dei prodotti. Un esperto di social media non è uno che legge o segue due o tre o dieci blog degli amici e crea un suo circoletto autoreferenziale: è invece un inesausto perlustratore della rete.

Per questo, aziende e imprenditori, diffidate dell’esperto di social media che per ogni vostro evento vi rifila da due o tre anni la stessa lista di invitati, sempre uguale qualsiasi sia il prodotto da presentare. Anche se magari alcuni di quella lista eterna e sempre uguale a se stessa sono nomi “noti”, vi sta rifilando semplicemente una lista di suoi amici a cui vuole far offrire una cena, un pranzo o un weekend a spese vostre. Siete sicuri di volergliela pagare?

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