La vertigine di Facebook

Il problema, nella vita, non è quando non sei nessuno, ma quando diventi qualcuno. Perché, quando finalmente vieni premiato (per merito e soprattutto per una botta di fortuna) ed assurgi ad un posto di responsabilità, le cose cambiano. Non solo nella vita spicciola, ma anche nei social, che poi della vita spicciola sono il nostro specchio e riflesso.

Questo pensiero m’è venuto, lo confesso, guardando e studiando per qualche giorno gli account su Fb di alcuni neoparlamentari, che, al contrario di molti loro colleghi più scafati, proprio perché di prima nomina (e per alcuni, si direbbe, parecchio inaspettata) non avevano creato un profilo apposta per la campagna elettorale. No, loro sul social ci stavano da prima con il loro account personale, magari anche slucchettato, e quindi, eletti, han continuato ad usarlo esattamente come facevano in precendenza. Non rendendosi conto però che fra il prima ed il dopo era successo un fatto che cambia tutto: non erano più persone comuni, erano politici. Uno può fregarsene delle regole, volerle rompere, dire che non gli importa. Ma quando sei eletto, che tu lo voglia o no, quello sei: un politico. E tutto ciò che scrivi, posti, e dici viene letto alla luce di questo particolare.

Nicole MinettiGià se ne rese conto la Minetti, presa in giro da mezza rete per un account di FB pieno di foto in bikini e pose sexy, più adatte al book di una aspirante velina che a quelle di un Consigliere regionale. Ma quello che vale per lei, vale per tutti: nel momento in cui si diventa politici, non si possono più usare i social come si usavano prima. A dire il vero, non è un problema di social: non ci si può proprio più comportare come prima, perché se prima si poteva allegramente cazzeggiare e parlare senza pensare, con pressappochismo, di tutti gli argomenti (la famosa sindrome dell’allenatore di calcio della nazionale da bar), dopo, se uno ha un minimo senso delle istituzioni, ci si dovrebbe rendere conto che ogni singola stupidaggine detta in modo avventato può provocare danni immani, incidenti diplomatici, valanghe che portano ad abbassare gli spread, borse che tracollano e via discorrendo.

Il problema è che i nuovi politici venuti su dalla “gente” questo principio paiono non averlo capito, anzi neppure preso in considerazione. Confondono la “trasparenza” con il postare in tempo reale qualsiasi stupidaggine gli venga in mente o abbiano fatto, esattamente come facevano prima da privati cittadini. Il problema è che privati non lo sono più, e non sono nemmeno privati i loro account (e poi, anche se lo fossero, uno screenshot non si nega a nessuno). Per cui è tutto un susseguirsi di status e di aggiornamenti su quanto costa un panino alla buvette, resoconti su chi hanno salutato o no incontrandolo in Transatlantico o sul fatto che il Presidente della Repubblica non è poi così intronato come se lo aspettavano. Che sono un po’ imbarazzanti, in quanto inutili, quando non francamente e semplicemente offensivi.

Allora, cari neoeletti della “gente” comune, vi voglio dare un consiglio gratis: spassionato, tanto è vero che non pretenderò neppure di essere nominata vostro consulente per la comunicazione. Quando postate su FB qualsiasi cosa, prima usate quel vecchio trucco che mi insegnava mia nonna, la quale non conosceva e neanche immaginava che un giorno sarebbero nati i social, ma aveva un innato buon senso da persona comune, quella che voi vi vantate di essere ma non siete nemmeno più. Lei diceva, in veneto: “Prima de parlar, tasi”.

Cioè pensa silenziosamente a quanto stai per dire o postare. Analizzalo, valutalo, ricordati che sarà letto dalla stampa, dai tuoi avversari, interpretato da chi non sa niente di te e anche da chi già ha deciso che gli stai antipatico a prescindere. Metti un filtro e chiediti: “Sono un parlamentare della Repubblica, questa cosa la posso dire così o faccio un patatrac oppure anche solo e semplicemente la figura dell’imbecille?” E solo se la risposta è sì, e sei sicuro al 100% che la cosa non sia offensiva o pericolosa, allora postala.

Credetemi, è un buon consiglio da seguire anche su FB. Senza che abbiate nemmeno bisogno di un consulente di comunicazione.

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