“I cittadini europei sono già oggetto di un monitoraggio dai colossi del web su gusti, scelte e abitudini, che è contrario alle nostre norme”. Lo dice alla stampa Antonello Soro che oggi alla Camera presenterà la sua prima relazione annuale da presidente dell’Autorità Garante della Privacy. “Stiamo lavorando con i colleghi europei – aggiunge – per trovare a livello sovranazionale un punto di equilibrio tra sicurezza e privacy. Cerchiamo una bussola diversa nell’uso di strumenti che magari altri paesi, con scarsa consuetudine democratica, usano come strumenti di oppressione“. “Quello che è emerso in questi giorni in America era in qualche modo prevedibile – afferma a proposito del cosiddetto Datagate -. È dal 2001, dalle Torri Gemelle, che le autorità americane si riservano la possibilità di accedere ai grandi archivi telefonici e ai provider di internet. Ma oggi abbiamo davanti un sistema diffuso di sorveglianza indiscriminata e generalizzata, al di là dell’immaginazione. Si previene il terrorismo, sì, ma entrando nei dettagli della vita di milioni e milioni di persone”.
Soro aggiunge che “In quindici anni di esperienza dell’Autorità – aggiunge a proposito dell’Italia -, sono stati fatti grossi passi in avanti nella formazione di una coscienza diffusa. La rivoluzione digitale, lo sviluppo di internet certo, ha prodotto tensioni, come è vero che l’esposizione infinita della nostra vita in Rete comporta una serie di rischi. Ma l’accesso ai dati da parte delle autorità giudiziarie, ad esempio, non fa registrare anomalie del tipo di quelle americane”.
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