Social network: intervista a Luca Giorcelli, ideatore della startup Quag

Luca Giorcelli
Luca Giorcelli è co-fondatore e progettista di Quag

Innovazione, startup, social-network, motore di ricerca, Italia. Mescolate questi ingredienti, insieme a una buona dose di passione e intuizione, e avrete Quag, il social network utile, come lo definisce Luca Giorcelli, suo ideatore, in una intervista rilasciata a TechEconomy in occasione di recenti aggiornamenti alla piattaforma. Un’occasione per conoscere da vicino uno degli esempi più recenti di innovazione made in Italy applicato ad un settore, quello dei social, dominato da ben più blasonate esperienze estere che non hanno scoraggiato .. e soci.

Quag, dicevamo, è un social network “utile”, che “ci connette ad altre persone a partire dai nostri interessi” spiega Giorcelli “Per risolvere dei dubbi, imparare cose nuove, per il piacere di condividere la propria conoscenza“. Non è un motore di ricerca, ma “ha un’affinità elettiva con i motori e in generale tutti gli ambienti in cui si fanno ricerche. Il motivo è semplice: ogni volta che in noi sorge un interesse è probabile che andremo a fare una ricerca sul web”. Per questa ragione sono state investite risorse significative per connettere Quag con Google (e anche con Bing, Amazon, Ebay, iStella). “Basta un click per installare Quag-in, un componente aggiuntivo per Chrome e per Firefox che trasforma Google in un ambiente collaborativo, dove puoi chiedere oltre che cercare”. Ed è così che i contenuti degli utenti diventano un vero patrimonio sul web. Ma Quag non si accontenta: “Stiamo rilasciando in questi giorni un nuovo algoritmo di “interest guessing”, che serve ad individuare gli interessi degli utenti dai loro comportamenti. Non solo cosa ti interessa, ma quanto ti interessa.” Inoltre “stiamo incessantemente lavorando anche sul “matching”, ovvero la capacità di aggregare interessi correlati ma espressi con parole differenti, come ad. esempio “Jovanotti” con “Lorenzo Cherubini”, oppure “Psicologia Archetipale” con “James Hillmann”. Non è cosa semplice, soprattutto nella prospettiva di uscire con diverse lingue in diversi paesi. Infine, stiamo lavorando alla versione internazionale e alla app mobile”. 

E’ questa la grande, semantica, differenza tra Quag e gli altri social, ciò che rende un profilo su Quag diverso e capace di dare un’esperienza differente agli utenti. “Oggi sui social ci connettiamo con chi conosciamo o con chi ammiriamo. Sono connessioni che ci fanno passare il tempo, magari ci divertono, ci informano ma non ci offrono un dialogo su ciò che ci interessa” spiega Luca Giorcelli. Ma il social web, in questo modo ” tende a renderci selfie in cerca di approvazione. Noi crediamo che questa sia solo un parte dell’interazione possibile. Perché la nostra vita è costituita da tanti interessi, diversi ed eterogenei. Sui social “amicali” questi interessi non si trasformano in dialogo, perché è difficile che i nostri amici condividano le nostre stesse passioni. Dalla dicotomia tra “amici” e “interessi” nasce il vuoto a cui Quag intende dare risposta“.

quag2Quag come spesso accade alle buone idee, è nato da una semplice intuizione. Incappato in una notizia apparentemente irrilevante, ovvero che 80.000 milanesi ogni anno cercano su Google “idraulico Milano” approdando sulle pagine dei servizi che hanno investito nella SEO, Giorcelli fece una semplice constatazione: “Non sarebbe meglio se gli 80.000 milanesi che condividono questa ricerca/interesse potessero interagire e scambiarsi esperienza e conoscenze? Pochi giorni dopo ricevo la telefonata di Mariano Pireddu, il finanziatore di Quag. Non ci conoscevamo, ma stavamo ragionando sulla stessa lunghezza d’onda… Il resto della storia è online”. E i frutti non sono tardati ad arrivare: “In pochi mesi si è creata un’appassionata community di Quaggers che si scambiano informazioni e idee, discutendone animatamente e siamo in linea con le aspettative di crescita stimate. Ad oggi abbiamo quasi 100.000 visite/mese, ma soprattutto i contenuti apportati dagli utenti su Quag crescono continuamente, siamo oltre  i  50.000 contributi singoli, ormai su Quag è difficile trovare un’ interesse che non sia stato in qualche modo affrontato.”

Tutta rosa e fiori, dunque, l’esperienza di Giorcelli e soci con la loro creatura? Non proprio. Anche in questo caso ci si è trovati di fronte alla consueta burocratizzazione di determinati processi, “difficoltà comune a tutte le imprese che operano in Italia”. Di qui la domanda è d’obbligo: cosa possono fare le istituzioni per supportare le nostre startup? L’ideatore di Quag ha le idee chiare:

  1. Insegnare ad innovare. Già a scuola i ragazzi devono imparare che i buoni progetti nascono da tre semplici domande: Qual è il problema? Qual è la soluzione? Perché ora?
  2. Demistificare le idee. L’idea da sola non basta, occorre allocare i soldi sui progetti dotati di roadmaps realistiche e coerenti.
  3. Adottare una visione internazionale, o quanto meno europea. I progetti nati in Silicon Valley hanno volumi di attenzione da 20 a 40 volte superiori, con velocità di raggiungimento della massa critica di gran lunga superiori.

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