Una città intelligente, incarnazione e realizzazione dell’Internet of Everything, che negli anni è diventata sempre più smart. Boston, uno dei centri metropolitani più “antichi” degli Stati Uniti e luogo di università e centri di ricerca famosi in tutto il mondo, come il Massachussetts Institute of Technology, oggi può essere considerato un punto di riferimento per i progetti legati alle smart city. Con un approccio multidisciplinare e di ampio respiro, la capitale del Massachussetts nel corso degli ultimi anni, attraverso iniziative pubbliche e finanziamenti, è diventata un esempio di innovazione tecnologica, un laboratorio dove soggetti pubblici e privati sperimentano un nuovo modo di vivere la città che offre uno spaccato realistico di come potranno essere le nostre città con l’Internet of Everything. Quando persone, dati, device e processi dialogheranno e renderanno migliore e più ricca la qualità della vita dei cittadini.
Due fiori all’occhiello di questa esperienza riguardano in particolare i progetti pilota del Monum, Boston’s Mayor’s Office of New Urban Mechanics, che hanno come obiettivo il miglioramento radicale della qualità dei servizi fruiti dai cittadini, e i recenti finanziamenti del National Science Foundation (NSF) erogati allo scopo di implementare un nuovo sistema di gestione delle esigenze urbane.
Per quanto riguarda il primo esempio, il lavoro del Monum si concentra su tre principali aree tematiche: l’urbanistica partecipativa, l’edilizia e l’istruzione. La filosofia alla base di questo lavoro si basa su due concetti fondamentali da cui traggono ispirazione i processi decisionali e organizzativi del dipartimento. Ovvero, la centralità del cittadino e lo sviluppo di un sistema di controllo e misurazione dei risultati ottenuti.
Attraverso un approfondito studio preliminare, durato più di 5 anni, e la raccolta di dati provenienti da fonti molteplici la città di Boston ha analizzato comportamenti, compreso specificità, criticità e motivazioni dei residenti e ha trasferito questa comprensione nella progettazione di opzioni tecnologiche in grado di produrre soluzioni che andassero ben oltre il semplice uso “tecnico” e impattassero realmente nella vita delle persone, di qualsiasi età e di qualsiasi quartiere.
L’urbanistica
Sul fronte dell’urbanistica, le nuove tecnologie – che vanno dagli smartphone alla diffusione del GPS – insieme ad uno spirito innovativo di impegno civile, hanno creato maggiori opportunità per una più stretta collaborazione tra il governo della città e i suoi cittadini.
Per raggiungere questo scopo sono stati creati strumenti ad hoc per coinvolgere cittadini e residenti. Come ad esempio il Citizens Connect, un’ app per smartphone (disponibile anche in una versione sms) che consente ai residenti di segnalare problemi, legati alla mobilità o al decoro urbano, alle autorità locali; Community PlanIt, una piattaforma online che permette di assistere a incontri pubblici o ai lavori degli organi di governo locali; Innovation District: Welcome home challenge, una competizione aperta alle imprese locali sui temi delle startup e dell’innovazione.
L’edilizia
C’è una rivoluzione in corso nel campo delle progettazione e della costruzione delle città, grazie ai nuovi standard offerti dalla bioedilizia e ad un uso maggiormente diffuso delle reti di sensori intelligenti. Questa nuova attenzione alle infrastrutture tecnologiche e al design sostenibile si riflette nella gestione quotidiana di un grande complesso urbano.
Anche in questo caso sono state create applicazioni specifiche per gestire e monitorare alcuni comparti di grande rilevanza per la città. Street Bump è un’app per mobile che aiuta i residenti a migliorare le loro strade. L’applicazione, infatti, raccoglie i dati sullo stato di salute del manto stradale e della manutenzione ordinaria: le informazioni raccolte in tempo reale possono essere utilizzate per risolvere problemi ed eventualmente per pianificare investimenti a lungo termine. Sulla stessa scia di civic engagement si colloca anche Adotta un idrante, un progetto pilota che incoraggia i residenti di Boston a liberare gli idranti dalla neve durante l’inverno. Attraverso l’applicazione, i residenti possono segnalare gli idranti che intendono pulire dopo una tempesta di neve.
L’educazione
In collaborazione con le scuole, i centri e le biblioteche comunali della Città, Monum sta esplorando l’uso di nuovi strumenti e tecnologie per facilitare la comunicazione tra educatori, studenti e genitori e di implementare nuovi programmi che potrebbero migliorare le offerte educative sia all’interno che all’esterno delle scuole.
Attraverso la Boston One Card gli studenti delle scuole pubbliche di Boston potranno avere accesso, con un solo documento, ai servizi messi in campo dagli enti culturali della città. Mentre Where My School Bus è una app a disposizione di genitori e studenti per localizzare le fermate dei bus scolastici e l’orario di arrivo dei pullman. Con Classtalk invece, forse l’app più innovativa del genere, gli insegnanti saranno in grado di ricordare ai propri studenti i compiti a casa giorno per giorno e le prove d’esame previste per la settimana.
Oltre a questi tre pilastri d’intervento, i progetti curati dal Monum non dimenticano altri asset strategici, come l’ambiente e la gestione del traffico cittadino. È stata già avviata una partnership con il Dipartimento dei trasporti per risolvere alcuni dei problemi relativi alla circolazione e l’amministrazione cittadina sta prendendo seriamente in esame una revisione della mobilità con l’ausilio di un miglioramento delle piste ciclabili.
Nuovi fondi, nuovi progetti e SCOPE
Forte dell’arrivo di nuovi fondi tutti dedicati all’implementazione delle smart city, Rafik Hariri, dell’Istituto Computing e Computational Science & Engineering dell’Università di Boston ha annunciato di aver ricevuto un finanziamento dal National Science Foundation (NSF) per sviluppare una “smart-city” su una piattaforma aperta basata sul cloud progettata per semplificare e rafforzare i servizi della città di Boston.
Il progetto è stato pensato per migliorare il trasporto, l’energia, la sicurezza pubblica, il management municipale e i servizi sociali di Boston e di tutto lo stato del Massachusetts e sarà gestito da un team accademico e numerosi partner pubblici e privati. “Le città di oggi stanno affrontando numerose sfide in diversi settori. Per rispondere alle diverse esigenze dei propri cittadini, per prepararsi ai grandi cambiamenti ambientali, per migliorare la qualità della vita urbana e per promuovere lo sviluppo economico“, ha detto Azer Bestavros, Direttore dell’Istituto Hariri e ricercatore del team SCOPE. “Le cosiddette città intelligenti stanno colmando queste lacune attraverso l’uso della tecnologia con l’obiettivo di connettere le persone, per guidare i cambiamenti collettivi e per promuovere l’innovazione e la crescita economica“.
Un progetto di ampio respiro, quindi, che coinvolge enti pubblici e diverse aziende e che vede nel team SCOPE il centro nevralgico.
Guidato dall’Istituto Hariri, SCOPE è il team capofila del progetto che conta sui ricercatori provenienti dai Dipartimenti di Informatica, Ingegneria Elettrica e Informatica, Terra e Ambiente, Strategia e Innovazione dell’Università di Boston che lavorano in sinergia con l’Ufficio City Planning & Urban Affairs e l’Ufficio dedicato allo Sviluppo della Tecnologia del municipio. Insieme a loro, ci sono anche aziende come la Schneider Electric, l’International Data Corporation (IDC), l’Integrated Technical Systems, la Connected Bits, e il CrowdComfort. I partner pubblici che sostengono l’iniziativa sono il MassIT, le agenzie per la tecnologia guidata del Commonwealth (CIO), il MassTech Collaborative, la città di Boston, il Consiglio dell’Area Metropolitana e l’Ufficio per la Strategia della Regione Metropolitana di Boston.
Il gruppo di lavoro dello SCOPE si pone come obiettivo lo sviluppo e l’implementazione dei servizi di smart city che mirano a migliorare la qualità della vita urbana. Innanzitutto i trasporti e la mobilità al fine di ridurre la congestione del traffico, per risparmiare tempo e carburante e per ridurre l’inquinamento; l’energia e i servizi ambientali, per ridurre le emissioni di gas e l’effetto serra; i servizi di sicurezza e di pubblica sicurezza per l’assistenza guidata delle attività della polizia; la gestione del traffico; la rimozione della neve; il coordinamento delle opere di pianificazione pubblica; la manutenzione delle infrastrutture comunali; l’incentivazione di nuovi modelli per la gestione dei servizi sociali e l’incoraggiamento delle iniziative pubbliche che promuovono la trasparenza e la sostenibilità.
Una volta sviluppato il progetto, questi servizi saranno offerti attraverso il Massachusetts Open Cloud (MOC), un nuovo cloud pubblico progettato e realizzato attraverso il Massachusetts Green-High Performance Computing Center (MGHPCC) e sostenuto dal Massachusetts Massachusetts Technology Collaborative.
“Il progetto SCOPE mette in evidenza gli sforzi di collaborazione tra Stato, industria e mondo accademico che aiutano a rendere il Massachusetts uno stato leader dell’innovazione“, ha detto il governatore Deval Patrick. “Attraverso la nostra Big Data Initiative Massachusetts, abbiamo fatto del governo aperto una priorità della nostra agenda: l’apertura di set di dati tra più enti statali, migliora l’accesso da parte dei ricercatori e del pubblico.”
Bill Oates, CIO del Commonwealth conferma le aspettative per il progetto “Siamo entusiasti della nostra partnership con il team SCOPE e attendiamo con impazienza le opportunità del Mass Open Cloud per sfruttare in modo innovativo i i dati del settore pubblico”.
E non mancano parole di incoraggiamento anche da parte dei partner pubblici. Come affermano Nigel Jacob e Chris Osgood, dell’ufficio del Sindaco Martin Walsh “le partnership tra accademici e professionisti possono essere fonte di grande innovazione. Questo finanziamento può rafforzare la collaborazione del Comune con la Boston University e ci offre la possibilità di affrontare alcune sfide in modi nuovi“.
SCOPE farà leva su progetti universitari già esistenti per l’implementazione del Cloud, tra cui l’uso del sensore di networking per applicazioni di controllo del traffico leggero, la fusione di dati provenienti da fonti multiple per la pianificazione del percorso, il monitoraggio ambientale delle emissioni di carbonio in ambienti urbani. Questo include anche l’Open Cloud eXchange (OCX), un’architettura plug-and-play sviluppata da SCOPE che è la base del Cloud.
Una sinergia, quella tra mondo accademico e mondo aziendale, che sottolinea ulteriormente la dimensione collettiva del progetto e ne evidenzia l’originalità grazie all’apporto di soggetti provenienti da settori differenti ma con obiettivi comuni. “Nessuna singola azienda può realizzare una città intelligente tutta da sola. Abbiamo bisogno di collaborazione per costruire una visione futura della realtà, grazie al contributo della città, dei cittadini e dei partner del settore privato” ha detto Laurent Vernerey, Presidente e CEO, Nord America Operations, Schneider Electric. “Vediamo il progetto SCOPE come una interessante opportunità per dimostrare come questi soggetti possano lavorare insieme per sviluppare servizi innovativi destinati a fornire un valore sostanziale alle persone che vivono e lavorano nella città di Boston e in tutto il Massachusetts“.
L’esperienza di Boston ci racconta che il futuro è si, meno lontano di quanto immaginiamo, ma va cercato e favorito con politiche di innovazione a 360° che abbiano l’Internet of Everything e più generale l’innovazione quale driver di sviluppo, un obiettivo faro.
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