Ingorghi e traffico congestionato: con l’ #IoE sarà #TheLastTime

Fare lunghe file in attesa di pagare per le merci acquistate all’interno dei negozi non sarà la sola cosa che smetteremo di fare con l’Internet of Everything. C’è un’altra realtà che genera altrettanto disagio agli utenti e perdite economiche ingenti che l’IoE aiuterà a superare: gli ingoghi stradali. Probabilmente non si è subito portatio a pensare che il tempo perso in coda o bloccati in un ingorgo in strada, porti perdite economiche oltre che di tempo per driver e passeggeri ma non è cosi. A stimare quanto pesa la cattiva gestione del traffico sulle tasche dei contribuenti è uno studio congiunto del Centre for Economics and Business Research e INRIX. Partiamo da qui per analizzare il fenomeno e come l’IoE potrà, e in qualche caso già riesce, a rendere più efficace la gestione veicolare delle nostre città.

La ricerca
Quando si analizzano i costi cittadini legati al traffico, sono molte le variabili che vanno considerate e che confluiscono nella cifra finale del “costo” collettivo del traffico stesso. Si considerano, tra gli altri, la crescita demografica, il cambiamento del tenore di vita dei cittadini, così come i costi associati alla manutenzione stradale, ma anche il carburante sprecato e anche la diminuzione della produttività di chi resta bloccato nel traffico. E ancora, viene considerato l’aumento dei prezzi dei beni per effetto dell’aumento dei costi di trasporto. Considerato tutto questo, il  Centre for Economics and Business Research stima che il “prezzo” totale del traffico congestionato per Ue e Usa toccherà quota 293 miliardi dollari entro il 2030, un aumento di quasi il 50% dal 2013.

Nello specifico entro il 2030, la famiglia media americana sosterrà costi legati a traffico non scorrevole e difficoltoso pari a 2301 dollari all’anno, + 33% dal 2013.  Cifra che è comunque ancora molto inferiore ai costi che traffico e ingorghi  riservano annualmente ai conducenti in Germania (2927 dollari), la Francia (3.163 dollari), e Regno Unito (3217 dollari).
A livello di sistema Paese, la Gran Bretagna pagherà il costo più elevato: si arriverà a 33.4 miliardi di dollari nel 20130 dai 20 del 2013 (+63%), seguita dall’America (+50%), Francia (+31%) e Germania (+31%).

Il traffico non scorrevole e “congestionato” sarà un ricordo quando…

  • L’Internet of Everything, che Cisco stima valga 19 mila miliardi di risparmi per il settore pubblico, diventerà una strategia a lungo termine da adottare a 360°. E’ quanto sta già succedendo ad Amburgo dove l’amministrazione sta da tempo lavorando a politiche di supporto all’innovazione che includono anche la viabilità della città soprttutto della zona portuale che è il cuore dell’economia del Paese. Una visione di sistema che ha adottato anche a Santander, in Spagna, dove l’efficientamento basato su sensori e tecnologie del traffico cittadino ha ridotta la congestione del traffico dell’80% contribuiendo alla riduzione delle emissioni dei veicoli e ridotto il consumi dei carburanti. Il tutto in un’ottica di interventi integrati che interessano anche altri spazi e luoghi della città.
  • attori pubblici e privati collaboreranno e faranno gioco di squadra perchè la rivoluzione dell’IoE applicata al contesto urbano e della viabilità tira in ballo Pa, mondo della ricerca e attori privati. Nel caso di Santander il ruolo di “guida” e leadership svolto da una amministrazione forte e lungimirante ha rappresentato un fattore importante per trainare Università e imprese. Così come è accaduto a Barcellona.
  • si diffonderanno e si integreranno parcheggi intelligenti, strade connesse, automobili che si guidano da sole e caselli automatizzati: sono tutti esempi di potenti innovazioni tecnologiche che potranno plasmare il futuro del trasporto e delle città connesse. Collegando questi sistemi eterogenei, siamo in grado di compiere passi concreti verso “l’ultimo ingorgo stradale”. Il dialogo tra automobili intelligenti e semafori intelligenti, che a loro volta scambiano dati con strade intelligenti, diventeranno il modo con cui gestire la semaforica stradale e, ad esempio, sapere quando non ci sono altre autoa gli incroci in modo da far scattare il verde. In Usa il Dipartimento dei trasporti sta da tempo lavorando su protocolli di comunicazione V2V proprio nell’ottica della connettività stradale diffusa.
  • si affronterà in modo strutturale il problema della sicurezza a partire dalle case automobilistiche. Recenti fatti di cronaca ci mostrano come le autovetture possono essere facilmente esposte ad attacchi e violazioni quando sono connesse. Ciò che verrà sempre più richiesto al settore automotive sono almeno tre cose: progettare auto sicure, ovvero delineare e testare i rischi e le minacce cui ogni componente e sottosistema potrà essere esposto quando sarà connesso; creare reti sicure basate su sistemi crittografici e capire che non c’è comparto industriale che potrà restare estraneo al mondo e alle professoni del digitale. La connettività nell’automotive implica che serviranno sempre più ruoli legati all’IT.

Ingorghi e traffico congestionato, ha commentato Kevin Foreman, General Manager, GeoAnalyticsd di INRIX sono problemi enormi “e ora sappiamo che essi continueranno ad avere gravi conseguenze sule economie nazionali e comunali, imprese e famiglie nel futuro. Migliorare le infrastrutture di trasporto pubblico potrà certamente dare una scelta in più ai viaggiatori, ma non risolverà il problema. Innovazioni tecnologiche, come auto e strade connesse, dovrebbero essere adottate più ampiamente, contribuendo a creare città più intelligenti in tutto il mondo.” E’ questa la strada dell’Internet of Everything.

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