Diritto all’oblio, la Francia prepara nuove sanzioni per Google

Il CNIL (Commission nationale de l’informatique et des libertés) ha respinto le richieste di Google di archiviare la questione riguardante la rimozione di link in tutto il mondo per il diritto all’oblio da parte dei regolatori francesi: secondo il CNIL, infatti, Google dovrebbe estendere il diritto all’oblio anche ai suoi domini .com e non solo (come avviene attualmente) al dominio francese .fr. Le due organizzazioni hanno visioni completamente differenti sul tema e Big G, dichiarandosi “rispettosamente in disaccordo”, ha chiesto ai regolatori di archiviare la questione, i quali hanno però rifiutato e stanno valutando possibili sanzioni.

La questione sembra irrisolvibile dato che la richiesta francese è arrivata dopo che l’Unione Europea ha dichiarato pubblicamente che sostiene la necessità di applicare la cancellazione richiesta dai cittadini a tutta la rete, inclusi i domini .com; Google, invece, sostiene che il blocco debba interessare solo l’Europa visto che il diritto all’oblio si applica su questo territorio e non in tutto il mondo e anche in questa occasione ha ribadito con una nota la sua idea: “siamo rispettosamente in disaccordo con l’idea che una singola autorità nazionale per la protezione dei dati possa stabilire l’accesso alle pagine web delle persone di tutto il mondo”.

Come riporta la BBC, il CNIL ha precisato che non sta cercando di imporre il suo punto di vista a tutto il resto del mondo, ma il suo intento è che Google rispetti appieno la portata della normativa europea.  In una nota ufficiale si legge: “il Presidente della CNIL rifiuta l’appello informale di Google contro la diffida invitandolo ad applicare la de-indicizzazione su tutti i domini del motore di ricerca”.  Il CNIL ha concluso che Google dovrà accogliere immediatamente le richieste o affrontare multe fino a 300.000 euro.

Non sarebbe la prima volta che il CNIL applica sanzioni di questo tipo contro Google: già a gennaio l’organo ha inflitto a Google una multa di 150 mila euro per il rifiuto di mettere in conformità con la legge transalpina la sua politica di gestione dei dati personali su Internet. Nello specifico il CNIL ha criticato il mancato rispetto del diritto francese nella sua politica di protezione dei dati quando, nel marzo 2012, ha deciso di fondere le regole di riservatezza di circa 60 servizi offerti, come ad esempio il browser tradizionale, i video di Youtube, il servizio di posta elettronica Gmail e il servizio mappe.

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