Google risponde ad “Instant Articles” di Facebook: è in arrivo “AMP”

Il lancio di “Instant Articles” da parte di Facebook a maggio di quest’anno ha creato parecchio entusiasmo tra gli editori ma ha anche sollevato dubbi e critiche. La notizia, però, è che Google ha intenzione di lanciare un servizio simile per non perdere l’attenzione degli editori anche sulle proprie piattaforme: il progetto, chiamato (temporaneamente) “Accelerated Mobile Pages”, AMP, è un servizio volto a garantire un caricamento più veloce delle pagine su mobile e andrebbe a risolvere una delle questioni che ha reso possibile la nascita di Instant Article.

Ma cos’è “Instant Article” in realtà? È un servizio che permette agli editori di creare contenuti e news da leggere direttamente su Facebook senza uscire dall’app del social network; i punti di forza sono due, la velocità di caricamento delle notizie, visto che la funzione permette di visualizzare gli articoli dieci volte più rapidamente del solito e senza che l’utente debba attendere per l’apertura, e una migliore esperienza utente basata anche sull’interattività e la possibilità di inserire video e immagini. Cosa ci guadagna Facebook? Gli editori possono vendere pubblicità nei loro articoli e tenere il 1oo% delle revenue oppure possono scegliere di usare il sistema Audience Network della stessa Facebook, la quale invece prevede una fee.

In estrema sintesi, Google non vuole che gli editori e, in generale, i media pubblichino i propri contenuti direttamente sulla piattaforma di Facebook (la quale non è neanche accessibile al motore di ricerca di Google) per ragioni ovvie: gli utenti in cerca di news potrebbero non passare più per Big G ma approdare alle proprie notizie direttamente da Facebook. Una tendenza generale confermata anche dal cambiamento della “search” nella quale ora sono visualizzabili i trending topic e le notizie di maggiore rilevanza, le quali puntano proprio ad articoli di diversi media.

Come ben scrive Business Insider, AMP è lo sforzo di Google per mantenere editori e contenuti sul web aperto, un luogo in cui Google è sostanzialmente dominante. La società comincerà ad implementare AMP “all’inizio del prossimo anno” con l’intenzione di “condividere specifiche più concrete in tempi molto brevi”: è quanto hanno dichiarato il Google Search Engineering VP David Besbri e l’Head of News Richard Gingras.

In questo contesto sembra che nemmeno Twitter rimanga a guardare: indiscrezioni di re/code risalenti a settembre, affermano che in realtà Google e Twitter starebbero creando insieme i propri strumenti di pubblicazione come un progetto open source, nella speranza di convincere più aziende ad adottarli; “il mondo ha bisogno di una risposta agli articoli istantanei proprietari, e Twitter e Google potrebbero fornirla”, ha commentato la fonte di re/code all’epoca.

Secondo quelle stesse indiscrezioni i due colossi non pubblicherebbero i contenuti degli editori, ma mostrerebbero ai lettori le pagine web in cache, “l‘istantanea di una pagina web”: la soluzione sarebbe perfettamente coerente con l’AMP di Google che usa il termine “accelerazione” per aumentare la velocità di visualizzazione. In estrema sintesi, l’obiettivo è aumentare l’user experience del web aperto (anche) per cercare di limitare “Instant Article” di Facebook ma ancora nulla sembra avere una certezza definitiva: il coinvolgimento di Twitter per ora rimane un rumor e per vedere AMP di Google in azione bisognerà aspettare l’inizio del prossimo anno.

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