Difesa e condivisione di buone pratiche: la Carta Multiservizi della Difesa

Generale Camillo Sileo
Generale Camillo Sileo

Si chiama CMD e sta per Carta Multiservi della Difesa italiana, ovvero una smart card in grado di dotare i dipendenti di un Ente di uno strumento utile non solo per l’identificazione degli stessi e la rilevazione delle presenze, ma anche per distribuire strumenti di firma digitale e crittografia di documenti e email. Uno strumento evoluto di identità digitale, a tutti gli effetti della PA,  che consente ai dipendenti di avere un accesso unico ai servizi del proprio ente e non solo.

“La Carta Multiservizi della Difesa CMD2\Modello Ate – afferma il generale Camillo Sileo, Vice Capo Reparto VI Reparto Sistemi C4I e Trasformazione Stato Maggiore della Difesa – ha consentito alla Difesa di essere tra le prime Pubbliche Amministrazioni dotate di uno strumento unico, la carta appunto, perfettamente rispondente ai nuovi standard normativi e tecnologici e in grado di erogare servizi ad alto valore aggiunto, sia nell’ambito professionale, che nell’ambito extraprofessionale”.

A seguito delle recenti attività di ammodernamento e razionalizzazione dell’infrastruttura dedicata al rilascio delle carte multiservi, unica per l’intero Dicastero, la nuova Carta è in grado di fornire i servizi di identificazione a vista del titolare e identificazione e autenticazione degli utenti nelle reti della Difesa per garantire l’accesso sicuro ai sistemi informativi; rilevazione automatica delle presenze; firma digitale con valore probatorio dei documenti digitali; crittografia dei documenti e delle email; disponibilità della tecnologia Radio Frequency IDentification (RFID), per l’interazione con apparati per la trasmissione dati a radiofrequenza. In ambito extraprofessionale la carta consente a chi la possiede di fare da documento di riconoscimento valido per l’espatrio (modello Ate), autenticarsi per l’accesso, attraverso la rete pubblica, ai servizi delle PA, essendo una carta riconosciuta come Carta Nazionale dei Servizi  e come Carta d’Identità Elettronica.

Al momento – continua il generale Sileo – sono stati attivati gli accessi alle aree riservate del Ministero della Giustizia al fine di consentire l’accesso alla documentazione riferita a propri eventuali contenziosi, dell’Agenzia delle Entrate per consultare il cassetto fiscale, dell’INPS, NoiPA, Agenzia Nazionale Servizi Sanitari, Ministero Economia e Finanze – Sistema Gestione Integrata della Contabilità Economica e Finanziaria (SICOGE)Ad oggi, tutto il personale militare e civile delle Difesa è in possesso della CMD, per un totale di circa 200mila carte tra CMD1 e CMD2″.

Il progetto, che si può definire unico a livello europeo, ha sicuramente avuto il merito di imporsi come best practice nazionale tanto da essere stato riusato in diverse realtà pubbliche.

In questi mesi – afferma il generale Sileo – svariati sono stati gli accordi di collaborazione stipulati con altri Enti per la produzione dei modelli AT elettronici (ATe/CMD) a favore del personale: Agenzia per l’Italia Digitale AgID, Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MIPAAF), Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). Tali accordi di collaborazione, finalizzati a innescare forme di sinergia nell’ambito della PA, consentiranno agli Enti Istituzionali che hanno aderito e che aderiranno attraverso accordi interministeriali di dotarsi di una Carta Multiservizi per i propri fini istituzionali a costi ridotti, visto che non dovranno duplicare una infrastruttura dedicata (con costi di gestione) e relativi  investimenti dedicati. Contestualmente la Difesa può avere un contributo alle spese correnti di tale infrastruttura attraverso lo scambio di beni e servizi e soprattutto può rappresentare un importante esempio di integrazione (e riuso) per i servizi ICT all’interno della Pubblica Amministrazione”.

Il protocollo sottoscritto tra AgID e Difesa rappresenta un punto di riferimento per le altre PA che sullo schema “standard” potranno stipulare analoghi accordi sempre in un’ottica di condivisione di risultati che consente risparmio e razionalizzazione nel pubblico.

E quando chiediamo cosa servirebbe alla PA per investire meglio le proprie risorse, il generale Sileo risponde così: “A titolo personale penso sia necessaria una migliore integrazione tra Pubbliche Amministrazioni e uno scambio delle esperienze fatte nel nostro settore al fine di evitare duplicazioni. Mi rendo conto che non è una risposta originale, ma sarebbe originale attuarla”.

 

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