Lo Storytelling e la Content Curation in 9 consigli

Ho caricato ExpressCurate su un mio sito per fare una prova concreta di content curation. Non male. La premessa (o la promessa?) è quella di buttare giù una serie di articoli in una manciata di minuti. Sia chiaro, la dimestichezza devi avercela. Come in ogni cosa, però. Questi strumenti – in una base free, per diventare poi a pagamento man mano che richiedi funzioni customizzate – ti permettono un discreto livello di ricerca di articoli, una intelligente mappatura di testi correlati, la possibilità di selezionare un testo già in rete citando la fonte o di manipolare il contenuto scegliendo le foto che l’algoritmo ti trova.

Parliamo, in effetti, di uno strumento di editing molto evoluto, su una base di ricerca che utilizza le grandi piattaforme come Google News, Yahoo, ecc. Per capirne pienamente l’utilità bisogna chiedersi seriamente a cosa ci possa servire.

A volte il fascino del tool di ultima generazione è tale che ci si innamora più dello strumento che della sua effettiva necessità. Ma cosa serve davvero?

1 – creare contenuti per indicizzarli e, con backlinks e motori di ricerca, aumentare traffico sul proprio sito e far crescere il rank;

2 – restare connessi al dibattito delle tendenze nel mercato delle informazioni per godere di un naturale posizionamento tra i siti o i blog necessariamente più seguiti;

3 – dare un’idea viva e dinamica del proprio sito o blog, di contro alla sensazione di staticità che, in molti casi, equivale al crollo dell’attendibilità di uno strumento di informazione.

Senza dubbio, per quanto un software possa facilitare l’impresa di raggiungere una massa critica di follower, il punto da chiarire resta nebuloso. A cosa serve il traffico? Come è possibile creare flusso su un monocanale senza cadere nel pericolo di confrontarsi con l’immensa produzione generalista di contenuti?

Select

La Rete mastica tutto, ma non lo inghiotte mai. Ci gioca, ci fa le bolle, a volte le fa scoppiare, ma non c’è un’informazione, un articolo, una foto, un video che non restino sospesi nella grande memoria di internet.

I software di curation mirano a far risparmiare tempo a fronte di una mirata produzione di flusso di contenuto ripreso dalla rete nella forma di individuazione, selezione, rielaborazione di articoli già scritti e pubblicati su un determinato argomento. Un lavoro importante di riorganizzazione e packaging.

Pam Dyer – una riconosciuta web influencer, attiva nel gruppo Social Media Today – ha più volte scritto sull’argomento. Il punto, quando si parla di strategia di content curation, sembra essere connesso alla dimestichezza di un settore complesso. La domanda allora è: che tipo di contenuto digitale esiste oggi e su quali piattaforme viene pubblicato?

Pam ha realizzato delle infografiche per aiutarci a capire.

4 – i content curation software nascono per organizzare il contenuto in un flusso dinamico strettamente legato alla memoria del web su un singolo argomento;

5 – grazie a un meccanismo di selezione naturale, solo le informazioni più rilevanti saranno scambiate dagli utenti;

6 – diventa importante saper riconoscere in anticipo quei contenuti che diventeranno dei trend.

Schermata 2016-05-30 alle 13.19.20

Curate

Da Bundlr a Pearltrees, da Kuratur a Zemanta, da YourVersion a Pulse, da Curata a Trapit – anche se differenti per tipologia e funzione (alcuni sono aggregatori e organizzatori di fonti, altri sono strumenti di curatela veri e propri) – la maggior parte dei sistemi tecnologici di content curation non esclude affatto l’importanza di progettare e creare contenuto; piuttosto, vanno considerati come una sorta di aiuto, con l’obiettivo di stimolare una sorta di catena open source in cui il contenuto prodotto viene manipolato, arricchito, organizzato, riciclato e condiviso, nel continuo sforzo di migliorarlo.

7 – Il contenuto branded deve essere ben scritto, fluido e condivisibile;

8 – il contenuto deve essere organizzato attorno a un tema rilevante, strutturato con keyword, articoli correlati, link verso altri blog e siti e deve essere diffuso via social network;

9 – il SEO e la teoria dei backlinks come unici strumenti di ranking è superata. Il contenuto ben fatto fidelizza gli utenti.Schermata 2016-05-30 alle 13.22.03

In conclusione, lo storytelling, come approccio alla strutturazione di un contenuto – tradotto in archetipo narrativo ad uso e consumo delle conversazioni in rete – è il linguaggio che la content curation utilizza nel rendere efficace la sua azione. Più un contenuto, un articolo, un messaggio generano un effetto eco, aprendo il fronte ad altri sviluppi, interconnessioni, interazioni con gli utenti, più avrà senso curare la moltiplicazione dei canali, la distribuzione su piattaforme convergenti e la continua riproposizione dei temi trattati (anche attraverso la strategia dei related topics).
Schermata 2016-05-30 alle 13.24.24

Facebook Comments

Previous articleUn’app per la salute? No, grazie!
Next articleAnche Gigi D’Alessio lascia SIAE: sarà effetto domino?
Laureato in Lettere Moderne, specializzato in management della cultura e progettazione europea, collabora con università, enti pubblici e imprese nel settore dell'innovazione e sviluppo sostenibile. Ricercatore e manager attento al cambiamento del mondo contemporaneo ha maturato competenze in diversi settori, dalle scienze sociali alla digital economy. È il fondatore della rete The Next Stop dedicata all'incontro tra il management culturale e l'innovazione, è fondatore di Lateral Training think tank dedicato alla consulenza sui temi del business coaching, corporate storytelling e marketing digitale. È trainer e formatore professionista, sia nell'ambito comportamentale che in quello del design di nuovi processi organizzativi. È presidente dell'Associazione Italiana Sharing Economy e Direttore Scientifico del primo festival di settore, il Ferrara Sharing Festival. È in via di pubblicazione il libro per Franco Angeli Corporate Story Design, manuale per la progettazione e gestione di storie d'impresa. È web designer e senior content marketer per passione, curiosità, professione. Ama leggere, scrivere, vedere film in quantità industriale e occuparsi di nuove tendenze e linguaggi dell'ambiente digitale. Non disdegna gli studi sulla gamefication e il game design. Ha fondato diverse riviste, Event Mag, Limemagazine, The Circle (ancora in pubblicazione). Dal punto di vista tecnico è certificato come: esperto di epublishing Amazon Kindle, esperto di newsstand application design Apple-iTunes store ed esperto di sistemi WooCommerce per wordpress.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here