3 TED Talk su Community

Nel linguaggio del web, una community è un insieme di persone che s’incontrano, discutono e si scambiano informazioni attraverso la rete. Sembrerebbe soltanto un miglioramento tecnologico che riesce ad allargare i confini fisici di qualunque gruppo e a velocizzare lo scambio di informazioni. Tuttavia quello che sta succedendo nel mondo aumenta esponenzialmente il valore di queste relazioni. Stiamo parlando di una vera intelligenza collettiva che decide il peso specifico delle informazioni facendo a meno dei filtri normalmente utilizzati nel secolo scorso, nell’era dei media analogici.

Appena questo post sarà pronto e pubblicato, verrà indicizzato nei motori di ricerca e inizierà a sgomitare con altri suoi pari, che s’interrogano sugli stessi argomenti, per il miglior posizionamento sulla SERP (Search Engine Results Page). Ma chi decide il grado di visibilità che avrà effettivamente questo articolo?

La risposta viene dall’intera rete di persone che decide se cliccare o meno il link di Tech Economy, lasciando ai motori di ricerca il compito di contare e interpretate i numeri che derivano dalla scelta. Si tratta a tutti gli effetti di un processo decisionale collettivo non organizzato; in un’epoca nella quale molte persone si lamentano dell’impatto che l’intelligenza artificiale sta avendo sul mondo dell’informazione, sono principalmente le intelligenze organiche a fare ancora la differenza.

Innumerevoli sono i TEDTalk che trattano l’argomento community, dandomi modo di scegliere interventi tutt’altro che banali e apparentemente non troppo legati tra loro.

Il primo intervento è affidato a Steven Johnson, un famosissimo scrittore, scelto dalla rivista Prospect come uno tra primi dieci cervelli in materia di Digital Future, e The Wall Street Journal lo definisce “uno dei più persuasivi sostenitori del ruolo della collaborazione nell’innovazione“. Il suo intento è esaminare l’intersezione tra scienza, tecnologia ed esperienza personale.

Il suo talk, registrato a TED2003, dura quasi 17 minuti ed è stato filmato a febbraio. Il titolo tradotto del talk è: Il Web come una città.

Una metropoli è costruita da molte persone, controllata da nessuno, strettamente interconnessa eppure funzionante come molte parti indipendenti. Mentre il disastro colpisce in un luogo, altrove, la vita continua. Oltre 14 anni fa quest’uomo aveva capito perfettamente il ruolo delle community, prima dell’avvento dei social network di massa.

Il secondo intervento è del teorico globale Parag Khanna. Nel suo nuovo libro Connectography: Mapping the Future of Global Civilization, ridisegna il modo in cui l’umanità è organizzata secondo linee di infrastruttura e connettività, molto più rilevanti degli attuali, antiquati confini politici.

Il suo talk, registrato a TED2016, dura oltre 20 minuti ed è stato filmato a febbraio. Il titolo tradotto del talk è: Come le megalopoli stanno cambiando la mappatura del mondo.

Mentre le città in espansione crescono sempre più, collegate attraverso reti di trasporto, energia e comunicazione, è in atto una trasformazione: si passa dalla geografia a quella che lui chiama “connectografica”. Una nuova, emergente civiltà della rete globale ha lo scopo di ridurre l’inquinamento e le disuguaglianze, superando persino le rivalità geopolitiche. Il cambiamento è già iniziato, i Governi non sono in grado di arrestarlo, che sia questa la via giusta per salvare l’umanità?

Ho deciso di lasciare l’ultimo intervento a Sir Tim Berners-Lee, inventore del World Wide Web, quasi trent’anni fa. Grazie a lui è stata creata la più grande community di sempre, quella degli Internauti. Ma la rete è davvero così aperta o tutti noi siamo inseriti in bolle filtranti più o meno grandi? Sono gli utenti a dover rispondere a questa domanda e dover lottare per il diritto all’accesso e all’apertura.

Il suo talk, registrato a TED2014, dura solo 7 minuti scarsi ed è stato filmato a marzo. Il titolo tradotto del talk è: Una magna carta per il Web.

Il tema dell’appartenenza a community frammentate è serio, rischiamo di lasciarci soddisfare, da una verità limitata. Molti dei maggiori social media sono progettati per mostrarci solo le informazioni che ci piacciono, portandoci senza accorgercene in una situazione di entropia. È questo il web che vogliamo? Possiamo fare qualcosa per cambiarlo?

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