Il Fintech in azienda: intervista a Carlo Gualandri

Un servizio primo nel suo genere sulla scena Fintech europea quello lanciato da Soldo con Soldo Business, un conto spese multi-utente per le aziende che vogliono tenere sotto controllo le uscite, delegando acquisti ai collaboratori e affidando loro un budget giornaliero. Basato sul circuito di pagamento Mastercard, Soldo Business permette di delegare, controllare e tracciare in tempo reale le spese attraverso l’uso di carte prepagate personalizzabili e un cruscotto di gestione su web e un’app su iOS o Android.

Vantaggi per le aziende ce ne sono sicuramente se pensiamo che secondo una ricerca commissionata da Soldo a YouGov in UK su 1.200 PMI, il costo complessivo per la gestione contabile delle spese in azienda è di 8.72 miliardi di sterline ogni anno, con una media di 4 ore settimanali nella gestione di attività legate alla rendicontazione e al controllo delle spese giornaliere.

La risposta in Italia – afferma Carlo Gualandri, fondatore della startup Soldo e tra i fondatori di Virgilio in Italia – è molto positiva al momento e il servizio è già utilizzato da diverse aziende di varie dimensioni e tipologia. Soldo Business è un prodotto facile da gestire e che non richiede competenze digitali avanzate; nella nostra esperienza i responsabili della finanza e delle risorse umane (o i profili corrispondenti che in funzione della dimensione possono anche coincidere nella figura dell’imprenditore) riescono velocemente a capire quali problemi siamo in grado di risolvere e quanta efficienza o controllo possiamo portare nei loro processi aziendali. In fondo il concetto di carta prepagata è familiare al mercato italiano e, a voler semplificare al massimo, è il concetto più facile per cominciare a capire cosa offre Soldo Business. Ovviamente poi emergono tutte le funzionalità avanzate ma questo è un processo naturale e non richiede all’azienda particolari conoscenza”.

Quante le aziende che ricorrono a Soldo? Quali i vantaggi per le PMI?

Le aziende che già usano Soldo in Italia a circa due mesi dal lancio sono oltre un centinaio con quasi un migliaio di utenti. Con Soldo Business è possibile creare conti intestati sia a persone (impiegati o collaboratori) sia a centri di spesa come i dipartimenti aziendali in modo che possano gestire in autonomia i pagamenti, controllare e monitorare la distribuzione dei fondi aziendali in tempo reale, definire il budget per una persona o un intero reparto, controllando limiti e regole e adattandoli alle esigenze di ogni utente. Permette inoltre di ridurre il rischio di frode o eccessi di spesa, attivando e disattivando le Soldo card in qualsiasi momento, di semplificare la gestione delle spese aziendali ricorrenti, come la pubblicità online, software o altri servizi, o di trasferire istantaneamente denaro da un conto all’altro.

La quantità di tempo speso in azienda per la gestione nota spese è molto alta, peraltro con insoddisfazione di tutti gli attori coinvolti. La soluzione passa attraverso la radicale semplificazione del lavoro delle persone: se faccio una spesa con la carta Soldo Business immediatamente il mio smartphone lo sa, conosce l’importo, il negoziante, il luogo e ha un’idea di massima della categoria merceologica. Se in quello stesso istante io aggiungo la foto dello scontrino e qualche informazione aggiuntiva ho molto velocemente eliminato un gran lavoro alla fine del mese e l’inserimento manuale che è un lavoro molto lungo e con possibilità di errore (chi si ricorda i dettagli di ogni spesa di quattro settimane prima e chi non ha mai perso una ricevuta rendendo quella spesa non rimborsabile o indeducibile). Questo è un win win sia per l’impiegato che per l’azienda stessa che, non dimentichiamo, paga quel tempo quando le persone potrebbero invece essere più efficacemente utilizzate facendo il loro vero lavoro.

Se poi in Italia si potesse contare sulla dematerializzazione delle ricevute e non dover tenere l’archivio del cartaceo sarebbe ancora meglio…

Quale la differenza di approccio a strumenti come Soldo tra aziende italiane e britanniche?

In UK il mercato si comporta allo stesso modo e non ci sono grandi differenze in termini di competenze nella gestione aziendale. Quello che è molto diverso è l’approccio alla moneta elettronica rispetto al contante. In Inghilterra i pagamenti via carta sono così diffusi che in molte grandi città come Londra è il contante ad essere praticamente sparito. Questo ovviamente rende strumenti come i nostri molto più utili perchè la quasi totalità delle spese può essere gestito in elettronico. In Italia il contante ha ancora un ruolo importante, spesso anche in funzione della posizione geografica. Per questo stiamo sviluppando delle specifiche estensioni di prodotto per supportare le spese cash.

Ma attenzione, non è che questo sia solo un problema italiano; in Germania le cose non sono tanto diverse da quello che succede a casa nostra…

Tuttavia è proprio in un mercato composto per la maggior parte da PMI, come quello italiano, che i servizi offerti dal mondo fintech hanno maggiore ragione di esistere.

Quali i vantaggi e le difficoltà per Soldo di lavorare in UK nel post brexit? Cosa aiuterebbe le startup nel nostro Paese?

Lanciare Soldo in UK ci ha permesso di confrontarci con un mercato molto maturo e competitivo e soprattutto molto evoluto sulle tematiche dei pagamenti. Se vogliamo UK e Italia rappresentano un po’ i due estremi entro i quali si collocano tutti i maggiori mercati Europei e questo ci prepara a quello che troveremo quando ci espanderemo.

L’Inghilterra ha una struttura burocratica più agile, un regolatore molto esperto ed un ricco ecosistema di servizi finanziari per cui è in modo naturale diventata la capitale del Fintech. Il Brexit mette tutto questo in discussione e molto probabilmente il mercato inglese e quello europeo si separeranno e sarà necessario avere strutture dedicate in ognuno dei due mondi. Questo ovviamente alzerà la complessità e i costi necessari per operare.

In modo analogo per supportare le startup in Italia sarebbe necessario semplificare di molto la burocrazia ma anche aprirsi molto di più culturalmente. La prima è una sfida del sistema paese mentre la seconda è una responsabilità delle stesse startup. L’ambiente multiculturale di Londra o di Berlino e la diversità di persone ed esperienze che ne derivano sono elementi molto importanti per la competitività di un’azienda che vuole essere globale.

Quali gli sviluppi futuri per la sua startup e per questo prodotto?

Continueremo a puntare sull’innovazione tecnologica del servizio, cercando di anticipare lo sviluppo del mercato. La gestione dei pagamenti è destinata ad essere sempre più automatizzata e diffusa. Pensiamo per esempio all’evoluzione dell’internet delle cose (IoT), con auto che si guidano da sole e che, autonomamente, pagheranno carburante, pedaggi, parcheggi, oppure agli oggetti che abbiamo in casa, che sapranno programmare attività e relativi consumi sulla base delle nostre abitudini.  E’ chiaro che stiamo andando verso una potenziale pervasività delle funzioni di spesa, non più solo in capo all’individuo ma anche potenzialmente delegabili agli oggetti.

Nell’azienda la più grande potenzialità di creazione di valore sarà legata al rendere più efficienti le attività amministrative oggi ancora prevalentemente manuali. Per fare questo innovare nel solo contesto dei servizi finanziari non è sufficiente ed è necessario avere una visione completa di business. Solo questo permetterà di avere conoscenza del significato delle transazioni, elemento indispensabile per semplificare i processi ed automatizzare il dialogo con i sistemi informativi gestionali.

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