La bufala del tweet di Asia Argento sulla morte di Bourdain: che informazione vogliamo dal web?

Lavorare nella redazione di una testata online che si occupa di news non è semplice. Non c’è solo il fatto di dover offrire una copertura delle notizie in tempo reale, bisogna anche farlo prima di tutti gli altri. Quando si tratta di breaking news, finire secondi o terzi nella pagina dei risultati di Google significa aver lavorato per niente. Talvolta può essere esasperante. E in questo gioco a “chi arriva per primo” non è raro prendere delle cantonate pazzesche.

Come quella presa da alcune autorevoli agenzie e testate italiane sulla morte dello chef Anthony Bourdain, trovato senza vita a in una camera d’albergo di Strasburgo lo scorso 8 giugno. Oltre che per la sua attività di chef e scrittore, Bourdain era noto al grande pubblico anche per essere il compagno di Asia Argento, che negli ultimi mesi è tornata agli onori della cronaca per aver accusato il produttore holliwoodiano Harvey Weinstein di violenza sessuale, innescando il movimento #MeToo.

Le cose sono andate così: non appena si è diffusa la notizia della morte dello chef, sui social network ha cominciato a circolare uno degli ultimi tweet scritti da Asia Argento, pubblicato appena qualche ora prima. Il tweet era una risposta dell’attrice a un altro utente, a proposito di un articolo di Repubblica che confondeva la Argento con Ambra Angiolini come “capofila delle attrici italiane che hanno rotto il silenzio sulle molestie sessuali”. Il tweet in questione dice soltanto “Muoio”, seguito da una serie di faccine divertite per l’errore di Repubblica.

Anthony Bourdain asia argento tweet

La risposta dell’attrice, però, comincia a circolare come immagine, e cioè priva del tweet a cui faceva riferimento: quindi totalmente senza contesto. La “fama” della Argento, nota per i suoi eccessi e le sue reazioni “sopra le righe” fa il resto: così qualcuno, anche in Rai, l’ha presa per vera e, pensando che si trattasse della reale reazione di Asia Argento alla notizia della morte del compagno, l’ha inclusa negli articoli appena pubblicati sulla morte di Anthony Bourdain.

Naturalmente, la “topica”, non è passata inosservata, specialmente dopo lo straziante messaggio scritto dalla Argento su Twitter qualche ora più tardi, in cui chiedeva il rispetto della privacy propria e della famiglia di Bourdain.

Anthony Bourdain asia argento tweet

Ora. È vero che lavorare in una testata online non è semplice, e che spesso può capitare di dover passare dalla cronaca, alla politica, all’economia fino al pezzo di colore sui gattini per poi tornare di corsa alla cronaca (#TrueStory). Ma “arrivare primi” su Google con una notizia ha poca importanza quando la notizia si rivela incorretta, incompleta o addirittura del tutto falsa. Sembra scontato dirlo, ma forse non lo è più così tanto: il controllo delle fonti deve tornare a essere la prima preoccupazione di chi fa informazione sul web, anche quando hai il fiato sul collo del tuo capo che “vuole uscire” con la notizia (#TrueStory anche qui).

Inoltre, il fatto che un determinato personaggio (o brand) abbia una reputazione e un certo modo di comunicare e comportarsi sui social media non significa necessariamente che debba reagire “in un certo modo” di fronte a un avvenimento. Quel “Muoio” di Asia Argento è stato incredibilmente giudicato plausibile perché l’attrice ci ha abituati a dichiarazioni espresse in toni forti e azioni plateali. Nella fretta di confezionare un articolo, quale migliore ciliegina sulla torta di un tweet della diretta interessata che lascia tutti sgomenti?

E c’è anche un’altra questione su cui riflettere: non si può pensare che, una volta premuto il tasto “pubblica” e lanciata la notizia, quella stessa notizia possa rimanere abbandonata a se stessa. Per la cronaca: l’articolo di Rai che riporta la presunta reazione di Asia Argento alla morte di Bourdain è ancora online a distanza di giorni, nonostante tutto il polverone sollevato dall’errore.

Anthony Bourdain asia argento tweet

 

Lungi da me dal voler dal voler puntare il dito contro tutti coloro che lavorano nelle redazioni online delle testate: sappiamo tutti che a lavorarci non sono “gli stagisti”, ma professionisti preparati che spesso arrivano da turni di redazione con orari a due cifre. Si tratta di un lavoro complesso che richiede grande prontezza e organizzazione (doti che, chi scrive, probabilmente non ha mai avuto a sufficienza).
Si tratta però di riflettere su cosa sia l’informazione online e come vorremmo che fosse: una fonte di notizie o solo una macchina da click in cui si lavora come in una catena di montaggio?

Lesson Learned: Prima regola dell’informazione sul web social media: non fidarti mai di quello che leggi sul web. Keep calm and double check – sempre!

 

Foto di copertina Wikipedia, Sergio D’Affitto, CC-BY-SA

 

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