“Mentre stai leggendo questo post, da qualche parte nel mondo ci sono persone che stanno lavorando per migliorare il codice del software che utilizzi“. Un grazie per il lavoro fatto è quello che chiede la campagna I love Free Software della Free Software Foundation Europe, che celebra oggi l’amore per l’openness.
Abbiamo chiesto a Max Mehl, Programme Manager di FSFE e coordinatore del progetto Public Money Public Code, come il software libero possa contribuire a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità individuati da Agenda 2030.
“Negli obiettivi di sostenibilità individuati da Nazioni Unite non è fatto esplicito riferimento al mondo digitale, tanto che questi poi sono stati integrati con i “Principi per lo sviluppo digitale”, tra i quali si legge in modo chiaro la raccomandazione all’uso e alla promozione di “Open Standard, Open Data, Open Source e Open Innovation”. Parlando degli obiettivi di sostenibilità, il software libero può contribuire in diversi di questi. La libertà di usare, studiare, condividere e migliorare il software è di grande aiuto, se non addirittura una condizione necessaria, a ridurre il divario digitale tra il nord e il sud del mondo, per esempio. Può aiutare ridurre la povertà (sdg 1), migliorare l’istruzione (sdg 4), diffondere e salute e benessere (sdg 3) e contribuire al processo di innovazione dell’industria (sdg 9), concedendo alle persone in tutto il mondo l’accesso a tecnologie all’avanguardia senza dipendenze e completamente esenti da royalty. L’accesso al software libero, senza restrizioni e dipendenze, è anche alla base della crescita economica (sdg 8) nel sud del mondo Sud e per ridurre le disuguaglianze globali (sdg 10). E questi sono solo i contributi più facili da legare agli obiettivi di sostenibilità, senza tener conto del fatto che l’open source garantisce la libertà delle persone. Come FSFE stiamo lavorando alla ricerca degli impatti del software libero sull’azione per il clima (sdg 13)”.
A che punto siamo con la diffusione del software libero? Possiamo dire che l’open source ha vinto la battaglia, vista la diffusione di Linux?
Quando FSFE è stata fondata, nel 2001, molti non ci avrebbero creduto. Oggi il software libero è molto diffuso e molto avanzato: è dominante, per esempio, su TV, router, telefoni cellulari e server. Il 100% dei primi 500 supercomputer del mondo funzionano grazie a un sistema operativo libero. Tuttavia, allo stesso tempo, oggi le libertà degli utenti rischiano di essere messe in discussione. Abbiamo troppo spesso la necessità di rimarcare la sovranità degli utenti sulla tecnologia. Quindi, sebbene il software libero sia in una posizione di forza, abbiamo ancora bisogno di difendere i diritti degli utenti. E questa è una sfida importante perché il digitale viene “regolato” dai politici a tutti i livelli, dal comune più piccolo fino alle istituzioni dell’UE e oltre. La FSFE sta fornendo la sua esperienza quale rappresentante degli interessi degli utenti e degli sviluppatori di software libero. E con l’iniziativa “Public Money, Public Code!” abbiamo rimarcato la necessità di aprire il codice su cui le Pubbliche Amministrazioni hanno investito soldi pubblici.
Perché una giornata per dichiarare l’amore per il software libero?
“I Love Free Software Day” è stata lanciata dalla Free Software Foundation Europe nel 2010. Viene celebrata una volta l’anno, il 14 febbraio, ed è un giorno in cui chiediamo agli utenti di software libero di mostrare il proprio apprezzamento nei confronti di chi difende la libertà di usare, studiare, condividere e migliorare il software. Troppo poco diciamo un grazie ai tanti sviluppatori, designer, traduttori, tester e ai tanti volontari che mettono a disposizione tempo e competenze a favore della collettività. Molti di questi lo fanno nel proprio tempo libero, alcuni in organizzazioni e aziende. Questa convivenza, alimentata dalla cultura della collaborazione è ciò che rende il software libero così forte. Un grazie da parte dei tanti utenti di software libero, che sono ad oggi oltre il 90% del totale nel mondo, è necessario e alimenta l’entusiasmo nel portare avanti tanti piccoli o grandi progetti che vanno a favore dell’openness e della sostenibilità.
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