Sanità Digitale: trend 2021 per il mercato italiano

In questo articolo, vediamo i principali trend emergenti per il 2021 relativi alla trasformazione digitale del sistema sanitario

Nell’anno in cui ci si appronta a ricevere i fondi del Recovery Plan (e, chissà, anche del MES) dedicati alla trasformazione digitale del servizio sanitario nazionale e alla telemedicina, può tornare utile un’analisi dei trend di mercato emergenti.

Dove si concentrerà la domanda, ma soprattutto dove l’industria e le startup concentreranno i loro sforzi di sviluppo e produzione?

I trend emergenti che IMIS ha analizzato anche attraverso una instant survey che ha coinvolto una ventina di aziende sanitarie e ospedaliere e alcuni fra i principali player di mercato sono riferiti alla specificità italiana, ma in larga parte coincidono con quelli che si intravedono negli altri Paesi dell’area OCSE.

Vediamo quali sono questi trend:

1. Soluzioni per le Case e gli Ospedali di Comunità

Le bozze circolanti a tutt’oggi (15 gennaio 2021) del “Recovery Plan” destinano alcuni miliardi di Euro alla realizzazione delle “case di comunità”, strutture destinate a favorire l’integrazione dei servizi assistenziali sociosanitari. Esse si configurano come l’evoluzione delle “Case della Salute”, strutture capaci di aggregare medici di medicina generale, specialisti ambulatoriali e personale infermieristico e di fornire prestazioni anche al di fuori degli orari tradizionali e in larga misura alternativi al ricorso dei Pronto Soccorso in orari notturni e/o festivi.

Si parla di poco meno di 5.000 Case di Comunità, che saranno affiancate da 753 “ospedali di comunità” (uno ogni 80.000 abitanti).

Il Piano prevede il finanziamento di sistemi informativi a supporto delle attività delle Case di Comunità. Sistemi informativi che, di fatto, ancora non esistono se non in poche esperienze fatte con le prime Case della Salute. Il mercato, quindi, deve sforzarsi di capire insieme agli operatori sanitari coinvolti (MMG, medici specialisti, infermieri) quali sono le funzionalità necessarie a coprire tutte le esigenze, non essendo di sicuro sufficienti quelle offerte dagli attuali sistemi informativi dei medici di medicina generale.

Quanto poi agli ospedali di comunità, vere e proprie strutture intermedie fra la cura domiciliare e il ricovero ospedaliero, essi dal punto di vista del sistema informativo assomigliano a un piccolo ospedale tradizionale che eroga prestazioni di ambulatorio, di day hospital e di ricovero breve. Qui il mercato è decisamente più pronto a offrire soluzioni adeguate, rinforzando magari le funzionalità relative alle attività infermieristiche e di “case management”.

2. Intelligenza Artificiale (AI)

Qui ondeggiamo tra molte applicazioni consolidate e moltissime promesse più o meno allettanti. Il Machine e il Deep Learning sono già ampiamente utilizzati con successo (magari non ancora tantissimo in Italia) per il supporto in sede di refertazione e di interpretazione di sintomi/segnali.

Applicazioni come “Babylon”, piattaforma di televisita nata nel Regno Unito e diffusa in alcuni altri Paesi, traggono il massimo profitto dall’utilizzo del “Causal Machine Learning” e forniscono al medico un supporto decisionale (o, quantomeno, di evidenziazione e proposta di alert) in sede di visita remota.

Il Deep Learning viene utilizzato per il supporto all’interpretazione di immagini diagnostiche, con una letteratura scientifica sul tema che data già almeno otto anni.

Sono in fase di sviluppo più o meno avanzato numerose altre applicazioni basate sull’intelligenza artificiale, a partire da quelle che indagano in profondità le relazioni causa-effetto, ad esempio per quello che riguarda la possibilità di contrarre determinate patologie in funzione dell’ambiente circostante e/o altri fattori di rischio.

Anche l’industria farmaceutica guarda con interesse all’AI sia per la progettazione di nuovi farmaci che – soprattutto – per l’analisi profonda di dati provenienti dai trial clinici.

3. Data Analysis

Le strutture sanitarie producono e immagazzinano quantità impressionanti di dati. IMIS calcola (su dati dell’Osservatorio Netics) che le informazioni immagazzinate in un ospedale con 20 anni di attività alle spalle raggiungono la dimensione di 3,6 petabytes, ossia all’incirca 4 miliardi di megabytes.

Poter “scavare” dentro questo immenso patrimonio di informazioni significa costruire una base di conoscenza enorme da utilizzare sia per la ricerca che per l’attività diagnostica e terapeutica quotidiana.

Prima ancora che con l’Intelligenza Artificiale (ne parleremo più avanti), già avere a disposizione una piattaforma di Datawarehouse e la capacità di utilizzarla al meglio significa molto in termini di accrescimento della capacità di analisi non solamente ex-post.

Un mondo come quello della Sanità, dove la quasi assoluta impossibilità di prevedere il fabbisogno produttivo (strumenti, mezzi, supporti, personale) da un giorno all’altro è praticamente routine, l’analisi previsionale è valore prezioso.

L’offerta è già più che pronta ad assorbire la domanda, la quale però ad oggi appare molto attenta alla data analysis focalizzata sugli aspetti gestionali e non ancora su quelli clinici. Spesso questo apparente disinteresse in realtà è dovuto ad una non perfetta conoscenza delle opportunità da parte del personale clinico e sanitario. I market player dovranno fare un lavoro di evangelizzazione in modo da far emergere una domanda potenziale ancora largamente inespressa.

4. Telemedicina

Al netto delle componenti tradizionali di telemedicina, delle quali abbiamo già parlato in precedenti articoli, la domanda sembra orientarsi verso soluzioni di piattaforma “general purpose” alle quali sono connesse soluzioni ad elevata specializzazione.

Forte è la richiesta di applicazioni per la Cardiologia, l’Oncologia e la Neurologia. Abbastanza interessante pare essere la domanda di soluzioni infotelematiche di supporto alla Nefrologia.

Il mercato è decisamente maturo, anche se va affrontato il tema dell’interoperabilità dei dispositivi medici con le piattaforme software, come abbiamo già sottolineato in un precedente articolo.

Molto interessante e promettente l’attività di molte aziende, alcune delle quali startup, che offrono prestazioni di telemedicina “chiavi in mano” che comprendono i servizi tecnologici di piattaforma e un “catalogo” di professionisti ingaggiabili direttamente dal paziente. Una sorta di marketplace della telemedicina.

Non è escluso che questi marketplace possano “ibridarsi”, in uno scenario che vede i service provider privati attivare partnership stabili con strutture del SSN con l’obiettivo di fornire servizi di telemedicina.

5. Tecnologie per l’Emergenza-Urgenza

Il Recovery Plan prevede un finanziamento di 200 milioni di Euro destinati al comparto dell’Emergenza-Urgenza e si articola in tre filoni: l’integrazione delle attuali centrali 112 – 118, l’acquisto di ambulanze tecnologicamente avanzate e l’adozione di pratiche di telemedicina specifiche.

Si tratta di un ambito molto interessante e non particolarmente presidiato dall’offerta, ma dove la domanda è fortemente interessata all’adozione di innovazioni di prodotto e di processo, sia per quanto riguarda la telemedicina di emergenza-urgenza che l’evoluzione tecnologica dei mezzi di trasporto utilizzati in questo contesto.

La sfida che ci aspetta è quella relativa alla capacità congiunta di domanda ed offerta nell’indirizzare al meglio le progettualità e nell’utilizzare le ingenti risorse in arrivo con la massima accortezza.

Dovremo tutti esserne capaci.

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