La decarbonizzazione, come la recente COP26 di Glasgow ha messo in risalto, è necessaria sia per la tutela del clima e dell’ambiente che per il rilancio dell’economia globale. Per perseguirla, però, serve puntare sulle soluzioni più sensate, come efficienza energetica, elettrificazione, rinnovabili. Allo stesso tempo, è necessario andare oltre le frammentazioni o l’incapacità di lavorare insieme, collaborando invece nel perseguimento di uno stesso obiettivo: la neutralità climatica. Ne abbiamo parlato con Christel Heydemann, Executive Vice President, Europe Operations di Schneider Electric.
Da quando la sostenibilità è un tema centrale per Schneider Electric?
La sostenibilità è qualcosa su cui lavoriamo da oltre quindici anni. Inizialmente ci siamo impegnati a parlare più di efficienza energetica, poi ci siamo concentrati sulla sostenibilità e più in generale sull’ESG (Environmental Social Governance). Ora la nostra strategia verte su obiettivi molto ambiziosi, perché siamo profondamente convinti del fatto che, avendo un solo pianeta, dobbiamo fare in modo di contribuire a trovare soluzioni al dilemma climatico che ci troviamo ad affrontare.
I nostri ambiziosi obiettivi contribuiscono ovviamente alla neutralità delle emissioni di carbonio e la cosa più importante per noi è essere parte della soluzione nella sfida ambientale e climatica. Oggi il 72% dei nostri ricavi aziendali sono “verdi” e sono generati dalla tecnologia, a partire da quella digitale. Ovviamente, anche l’elettrificazione e l’uso razionale dell’energia sono un mezzo chiave per decarbonizzare.
Come può la digitalizzazione rappresentare una leva strategica per la competitività, grazie al PNRR in Italia e in generale alla Next Generation UE in Europa?
Crediamo fermamente che raggiungere la riduzione delle emissioni del 55% nel prossimo decennio sia necessario e fattibile. Ovviamente significa che dovremmo usare le soluzioni e la tecnologia esistenti, e il digitale è la chiave per generare efficienza e consentire elettrificazione e decarbonizzazione
L’Europa sta dimostrando una leadership attiva contro il cambiamento climatico e accogliamo con favore i tentativi da parte dell’UE di definire la chiave per la neutralità del carbonio. Crediamo fermamente che raggiungere la riduzione delle emissioni del 55% nel prossimo decennio sia necessario e fattibile. Ovviamente significa che dovremmo usare le soluzioni e la tecnologia esistenti, e il digitale è la chiave per generare efficienza e consentire elettrificazione e decarbonizzazione.
In Italia, il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) può veramente giocare un ruolo fondamentale. Del resto, perseguire l’efficienza energetica è la prima cosa da fare, mentre per decarbonizzare il nostro sistema l’elettrificazione è l’unico mezzo valido. Siamo poi tutti d’accordo sulla necessità di fornire elettricità da fonti rinnovabili, altrimenti non raggiungeremo l’obiettivo finale della riduzione delle emissioni di carbonio. Siamo convinti che la tecnologia esista e che i prossimi dieci anni saranno davvero cruciali per cambiare la tendenza attuale. Ci sono molte sfide e ci saranno molti dibattiti in cui non tutti i Paesi e non tutte le aziende partono dallo stesso punto. Ma abbiamo un solo pianeta, quindi non c’è altra opzione che trovare la strada per dove vogliamo andare.
Può fornirci qualche esempio di tecnologia digitale che vi aiutano a rendere la vostra attività più sostenibile?
Il primo è quello dell’efficienza, che inizia dalla misurazione. Lo vediamo con tutti i nostri clienti, in tutte le operazioni, e lo vediamo soprattutto negli edifici. Dopo la misurazione viene in aiuto l’automazione, che in alcuni edifici o siti di produzione può rapidamente portare ad un risparmio energetico del 20%-30%, a volte anche fino al 50%, grazie appunto al digitale. È il caso della “building automation”, del “building management” o ancora del “building of the future”, sistemi digitali per collegare i dati e assicurarsi che non si consumi energia ad esempio quando l’edificio non è occupato. Gli edifici commerciali sono il modo più semplice per raggiungere l’efficienza energetica e quelli con il più alto potenziale, anche economico, per farlo utilizzando la tecnologia digitale.
In alcune delle nostre fabbriche abbiamo ridotto in media di oltre il 10% il consumo di energia ogni tre anni, grazie alle nostre soluzioni per il mondo building
In alcune delle nostre fabbriche abbiamo ridotto in media di oltre il 10% il consumo di energia ogni tre anni, grazie alle nostre soluzioni per il mondo building. Posso anche parlare di esempi di grandi aziende nostre clienti come Faurecia, fra i principali produttori globali di componentistica per auto, che ha avviato una partnership con Schneider Electric per l’acquisto di energia da fonti green per tutte le sue sedi e stabilimenti. Stiamo lavorando con loro su questo approccio end-to-end partendo dalla costruzione di una tabella di marcia per l’efficienza energetica, per poi orientarci sulla ricerca di soluzioni per ottimizzare il consumo energetico nella produzione. Avrei molti altri esempi di tecnologie esistenti e interessanti da implementare in questo modo, da trasformare rapidamente poi in investimenti.
Quindi è importante coinvolgere anche i vostri clienti e fornitori, nell’affrontare il cambiamento climatico?
Sì. Questo è cruciale perché per molte aziende, tra cui Schneider Electric, la maggior parte dell’impronta di carbonio resta nella supply chain. Per questo abbiamo lanciato un programma che si chiama “Zero Carbon Project”, in cui collaboriamo con mille nostri fornitori – che rappresentano il 70% delle nostre emissioni – per aiutarli a ridurre del 50% le loro emissioni di CO2 entro il 2025. Come? Soprattutto attraverso soluzioni di gestione attiva dell’energia e con l’uso di nostre soluzioni. Come ho accennato, abbiamo ridotto mediamente il consumo energetico dei nostri impianti e centri di distribuzione del 10% ogni tre anni, negli ultimi 12 anni, e gestiamo già trenta siti a emissioni zero; ora facciamo lo stesso con una fitta rete di fornitori.
Coinvolgere anche clienti e fornitori nell’affrontare il cambiamento climatico è cruciale perché per molte aziende, tra cui Schneider Electric, la maggior parte dell’impronta di carbonio resta nella supply chain
Un altro esempio importante in questo senso è il Walmart Gigaton Project, il più grande programma di fornitura per un cliente, che è la famosa catena di negozi al dettaglio americana Walmart. Il Progetto Gigaton ha l’obiettivo di evitare una gigatonnellata di anidride carbonica dalla filiera di Walmart entro il 2030. Solo per darvi un’idea, è tanto quanto le emissioni annuali del Giappone. Oggi abbiamo più di 2300 fornitori provenienti da 50 Paesi che partecipano a questo progetto e stiamo collaborando con Walmart per aiutarli con i propri fornitori, soprattutto negli Stati Uniti, ad esplorare e utilizzare le energie rinnovabili e perseguire l’efficienza energetica.
E potrei citare anche tutti gli esempi di quello che chiamiamo action tank, quindi non solo think tank, come la CEO Alliance for Europe’s Recovery Reform and Resilience, cui stiamo collaborando su soluzioni pratiche in tutti i settori con aziende come Volkswagen o come Enel, con cui lavoriamo per la gestione della rete di distribuzione e l’accelerazione dell’uso di energia da fonti rinnovabili.
Oltre a quello di Enel, avete qualche altro progetto avviato in Italia?
Sì, abbiamo ad esempio la rete di imprese italiane chiamata “ReBuilding Network”, di cui Schneider è azienda socia–fondatrice. In pratica, è un progetto che coinvolge un certo numero di aziende nel settore dell’edilizia, con l’obiettivo di qualificare le esigenze di un edificio che ha bisogno di un approccio integrato per il suo ciclo di vita. Un esempio molto interessante di progetto realizzato con la rete ReBuilding, supportato dalle tecnologie BMS e connettività automazione di Schneider, è il NOI Techpark di Bolzano. Per iniziative di questo tipo, vengono coinvolte aziende edili, come Zanetti, ma anche quelle attive nel campo dell’illuminazione, o del materiale da costruzione, o ancora nella climatizzazione. Abbiamo anche diversi progetti, in cui aiutiamo marchi anche molto noti nelle ristrutturazioni degli edifici, in cui diverse aziende provenienti da settori diversi collaborano per agevolare i proprietari di un edificio la ristrutturazione dello stesso in chiave smart ed efficiente.
Un approccio decisamente inclusivo…
Il motivo per cui dobbiamo lavorare con altri è che nessuna singola azienda o paese può raggiungere da sola la carbon neutrality. È necessario collaborare tra settori diversi, come quello energetico, quello produttivo, quello dei trasporti, delle infrastrutture. Dobbiamo lavorare contemporaneamente in campi diversi per perseguire lo stesso obiettivo di neutralità del carbonio. Non possiamo aspettare i prossimi dieci anni e poi renderci conto, che avremmo dovuto lavorare tutti insieme. Dobbiamo farlo adesso, prima che sia troppo tardi.
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