La quota italiana dei consumi rinnovabili: il Rapporto GSE 2020

In Italia, nel 2020, i consumi da fonti energetiche rinnovabili si sono attestati intorno al 20% del totale, come emerge dall'ultimo rapporto del GSE. Nel rapporto si evidenziano anche le attività del GSE in termini di innovazione e trasformazione digitale: nella gestione, distribuzione e ottimizzazione del consumo di energia rinnovabile, il digitale può essere la chiave di volta

Immagine distribuita da Pixabay

Ogni anno il GSE (Gestore Servizi Energetici) rilascia il Rapporto delle Attività, un resoconto dettagliato sui dati relativi a tutte le attività e ai volumi gestiti dalla stessa società in merito all’incentivazione delle fonti rinnovabili. Infatti, il GSE è una società incaricata dallo Stato di portare avanti la transizione energetica italiana in ottica di sostenibilità ambientale ed economica.

Quello che emerge chiaramente dall’ultimo rapporto è che l’Italia è tutt’altro che indietro in tema di energia rinnovabile. Infatti, nel 2020 i consumi da fonti energetiche rinnovabili si attestano attorno al 20% del consumo totale (l’obiettivo era il 17%). Il merito è sicuramente del fatto che molti impianti produttivi sono stati chiusi a causa del lockdown, e quindi la quota di energia non rinnovabile è venuta meno.

In ogni caso, nel 2020 le attività del GSE hanno attivato 2.2 miliardi di nuovi investimenti, e l’energia rinnovabile e i conseguenti risparmi energetici hanno evitato l’emissione di circa 42 milioni di tonnellate di CO2eq. e il consumo di 109 milioni di barili di petrolio. Un dato per nulla trascurabile, che evidenzia come gli investimenti in energia rinnovabile abbiano un effetto diretto ed immediato sull’ambiente. Sempre in termini di investimenti, si registrano anche 15.2 miliardi destinati alla promozione della sostenibilità, di cui il 78% (11.9 miliardi) per incentivare la produzione e il consumo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.

In materia trasporti, nel corso del 2020 sono stati creati 18 nuovi impianti di biometano e biocarburanti avanzati qualificati con una produzione del valore di 60.5 milioni di euro. La contribuzione del rinnovabile in questo settore è, per questo motivo, in leggero aumento rispetto al 2019.

Insomma, lo scenario italiano dei consumi rinnovabili pone solide basi per lo sviluppo del prossimo decennio in cui gli obiettivi si fanno ancora più sfidanti e il tempo a disposizione è sempre meno.

Spazio anche alle tecnologie digitali

Dal rapporto emergono anche le attività svolte dal GSE in termini di innovazione e di trasformazione digitale. È stato finalizzato e sottoscritto il progetto IBSI (Italian Blockchain Service Infrastructure), un progetto in collaborazione con altri enti ed istituti tra i quali ENEA, INPS, AGID, Poste Italiane e il Politecnico di Milano che si pone l’obiettivo di realizzare azioni di ricerca e sviluppo in termini di Blockchain. Il ruolo del GSE in tale progetto è quello di definire un’infrastruttura Blockchain nazionale che possa essere compatibile con l’infrastruttura in fase di definizione da parte della EPB (European Blockchain Partnership) della Commissione Europea.

La Blockchain può essere utilizzata nel tracciamento end-to-end della filiera dei biocarburanti così come nelle verifiche delle Comunità Energetiche e dell’Autoconsumo Collettivo, e i risultati dei primi studi mostrano un effettivo valore della tecnologia in termini di supporto alla transizione energetica e alla sostenibilità ambientale e sociale.

Allo stesso tempo, il GSE ha dato il via ad una serie di workshop in cui si approfondiscono tecnologie digitali come Big Data, Intelligenza Artificiale, Augmented e Virtual Reality, così che nei prossimi anni si possano avviare delle attività grazie al loro utilizzo.

Anche il cloud rientra appieno tra le tecnologie digitali utilizzati dal GSE nel 2020, attraverso l’adozione di un modello basato su questa tecnologia e che consente l’evoluzione dell’infrastruttura in una modalità ibrida con soluzioni sia in locale che in cloud. Una soluzione del genere permette da una parte di migliorare le prestazioni degli hardware proprietari, dall’altra di prevenire eventuali perdite di dati e consentire maggiori backup.

Insomma, il digitale è un tratto caratteristico delle attività del Gestore Servizi Energetici, e – stando al rapporto – giocherà sempre di più un ruolo rilevante all’interno delle attività dell’ente, come dimostrato dalle tante iniziative e dai progetti attuali e futuri che ha in piano. Esso può essere la chiave di volta della gestione, distribuzione e ottimizzazione del consumo dell’energia rinnovabile, energia della quale non possiamo più fare a meno e che dovrà rappresentare una quota sempre più ampia all’interno del sistema energetico.

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