Frequenze TV: Mediaset critica il regolamento per l’assegnazione in approvazione a dicembre

Antonio Martusciello, commissario Agcom, ha fatto sapere che durante l’ultimo consiglio dell’anno dell’autorità (probabilmente il 20 Dicembre) potrebbe essere approvato il regolamento per la procedura d’asta delle frequenze TV, visto che il 17 dicembre si concluderà la consultazione pubblica. L’asta delle frequenze liberatesi con il passaggio al Digitale Terrestre, continua, però,  a far discutere.

Mediaset, per bocca di Gina Nieri, membro del consiglio d’amministrazione della società, fa sapere di ritenere il regolamento “totalmente negativo”, “è un ibrido irrealizzabile con successo che deve rispondere non a due padroni, come Arlecchino, ma almeno a dieci”.

La manager ritiene che con la corrente procedura, “non ci sarà né la valorizzazione economica del bene, perché i miliardi non arriveranno e nello stesso tempo non servirà a far progredire o aumentare le capacità di sviluppo del settore“. Nieri, per rendere più credibili le proprie affermazioni, ha sostenuto che “il beauty contest aveva registrato la partecipazione di solo due operatori nuovi e piccoli. Neanche gratis sono venuti a prendere le frequenze“.

Il Ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, aveva qualche giorno fa ammesso che nell’immediato l’asta non porterà nelle casse dello stato molto denaro, “alcuni miliardi”, ma auspicava migliori prospettive per il futuro: “Nell’immediato quello che vendiamo non darà grandi proventi, ma poi le frequenze serviranno per i servizi LTE e quindi porteranno miliardi”.

Nieri ha proseguito accusando le autorità di aver annullato il beauty contest solo per punire Berlusconi e senza tener conto dello sviluppo del settore. L’asta delle frequenze, per il manager del principale gruppo televisivo commerciale italiano, “non c’entra niente con il pluralismo” e, a suo parere, la procedura d’infrazione aperta dall’Unione Europea poteva essere superata “molto meglio dimostrando all’Ue che l’Italia non è più nella situazione di concentrazione delle frequenze”.

La procedura di infrazione UE per eccessiva chiusura del mercato televisivo è aperta da diversi anni; e per questa ragione il regolamento dovrà ricevere il parere formale delle autorità continentali dopo l’approvazione da parte dell’Agcom. Autorità che, secondo diffuse indiscrezioni a stampa, avrebbero già espresso diverse critiche sul provvedimento, in particolare riguardo alle timidezze sui limiti antitrust e gli scarsi stimoli per nuovi operatori. E sembra abbia chiesto la totale esclusione dall’asta dei due principali gruppi televisivi italiani (RAI e Mediaset).

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