Il funerale della Thatcher, i social network e l’interpretazione della vox populi

Ancora una volta Londra e’ stata al centro delle news di tutto il mondo per la scomparsa di Margareth Thatcher. Personaggio controverso, sia in patria che al di fuori, è stata onorata con un funerale che ha sollevato diverse proteste sia per quanto riguarda la pomposità concessa a un personaggio cosi dibattuto, che per i costi ad esso connessi.

Un’agenzia londinese, Crimson Hexagon, ha prodotto uno studio per cercare di analizzare come la rete abbia reagito al funerale, evento che in quanto a spettacolarità è stato secondo solamente alle esequie di Winston Churchil nella storia della politica britannica. Ciononostante tutti si aspettavano una reazione molto piu ampia, sia online che offline. Mi spiego meglio: tutte le misure di sicurezza prese per far si che non ci fossero pericoli per chi partecipasse al corteo, si sono rivelate in fin dei conti inutili in quanto non si sono presentati reali pericoli. E cosi anche su Twitter. Mentre molti si sono affrettati a riportare i commenti più divertenti e controversi postati online riguardo al funerale della Iron Lady, la ricerca di Crimson Hexagon rivela che solamente il 9% del totale degli utenti di Twitter UK ha commentato l’evento. Il 59% di questi si è rivelato essere negativo (meno di quanto ci si aspettasse pero’), con addirittura la metà critica riguardo alle spese che si è dovuto accollare il governo per i funerali dell’ex primo ministro.

Ma come, solamente il 9%? Nel paese che ha inventato le Social Olympics  e nel quale Twitter gode di una penetrazione attiva del 25%? I dati di GlobalWebIndex dimostrano come siano meno del 30% gli utenti in GB che commentano l’attualità su Twitter e sono anche calati nelle ultime rilevazioni.

Leggiamo continuamente di giornali e agenzie di stampa che utilizzano Twitter come misura del sentimento e delle opinioni di un paese (cosa che sta avvenendo anche in Italia per l’elezione del Presidente della Repubblica), ma la ricerca che ho citato conferma come in realtà in UK chi utilizza Twitter in maniera attiva, anche per commentare news di questo tipo, è piuttosto marginale.

Ciononostante i social svolgono ancora una parte molto importante nell’offerta infomativa. Un recente studio di GlobalWebIndex ha dimostrato come i Social Media siano, in alcuni mercati, addirittura più popolari della TV. In UK, ad esempio, si passa sui media un’ora in più al giorno collegati ad Internet piuttosto che davanti alla TV, mentre in Italia, sorprendentemente, la TV prende mediamente meno tempo su base giornaliera rispetto che agli inglesi. C’è anche da dire che proprio questi ultimi ne sono tra i maggiori consumatori al mondo, dopo Stati Uniti, Tailandia e Argentina.

Del tempo trascorso davanti al PC va ovviamente isolato quello utilizzato al lavoro, visto che e’ ormai un passaggio obbligato per chiunque lavori in un ufficio, ma i dati della ricerca dimostrano comunque che la gran parte del tempo speso online, in UK, lo si passa davanti ai social network anche se in proporzione minore rispetto ad altri paesi.

Tatcher
Fonte GlobalWebIndex

Se e’ quindi vero che e’ sbagliato prendere il “rumore” generato sui Social Network come la voce del popolo, dobbiamo fare attenzione all’influenza che questo “rumore” poi genera su coloro che lo ascoltano, che sono di gran lunga di piu dato anche l’effetto moltiplicatore che i media offline danno a cio’ che viene detto online.

Il funerale della Thatcher ha fallito nell’essere il primo funerale social della storia britannica, ma siamo poi sicuri che il sentimento espresso su Twitter sia poi stato cosi diverso da quello realmente provato dagli inglesi?

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