Caporetto australiana

Dopo un anno di inseguimento delle reti a banda ultra larga è giusto chiudere il 2013 con una voce fuori dal coro proveniente dalla lontana Australia.

Come è noto, il Governo australiano (passato) si è lanciato in una sfida epocale che consiste nella realizzazione della rete di comunicazione di nuova generazione (NBN, National Broadband Network) attraverso un modello pubblico che ha comportato l’acquisto della rete in rame dell’operatore nazionale Telstra per procedere alla realizzazione di una nuova rete in fibra fino a casa utente (Fiber To The Home) per la quasi totalità del Paese. Pensando alle caratteristiche dell’Australia si intuisce la complessità…

L’obiettivo strategico viene oggi confermato, l’operazione rimane il più importante e costoso progetto di investimento nazionale, ma le modalità operative richiedono oggi un profondo ripensamento.

AustraliaAvanzamento. Previsioni errate e ritardi non sono evidentemente un’esclusiva italica. La sintesi è lapidaria: “le previsioni sono state fissate e disattese tre volte, sono state formulate promesse seducenti, puntualmente disattese”. A 3 anni dall’avvio del  progetto sono già stati  accumulati 2 anni di ritardo sul piano operativo e non si prevede il completamento prima di metà del prossimo decennio (oltre un decennio di ritardo rispetto alle promesse iniziali del 2007). I costi previsti sono del 65% più alti rispetto alle previsioni dell’ultimo piano di investimenti (+ 29 miliardi di dollari australiani). Infine, per rispettare il tasso di ritorno previsto (7,1%) i prezzi dei servizi ai clienti finali dovrebbero crescere tra il 50 e l’80% (oltre 40 dollari al mese). In sintesi, un disastro.

Strategic Review. L’inglese è una lingua favolosa. Buttare alle ortiche il progetto si dice procedere con una revisione strategica (“strategic review”). Sono stati quindi considerati 6 scenari alternativi: dall’ottimizzazione del progetto originario fino al suo ripensamento complessivo. Questa volta non dando però per scontato che l’analisi costi-ricavi fosse un’opzione anacronistica.

Il futuro è Arlecchino. Il futuro poggia sulla saggezza che stiamo riscontrando nel Vecchio Continente: un approccio “multi-technology mix” (MTM). In altri termini, si tratta di una strategia Arlecchino, utilizzando il meglio di quanto disponibile, ma tenendo conto di un vincolo di bilancio da “buon padre di famiglia”, anche in funzione dell’elasticità al prezzo della domanda.  Questo significa puntare a coprire il 26% delle unità immobiliari con reti FTTH (quelle del modello originario), il 44% con architetture FTTN (in sostanza il modello che si sta sviluppando in Italia), il rimanente 30% attraverso l’ammodernamento delle reti di TV via cavo (come accade nel Nord Europa). Il fabbisogno finanziario per tutto ciò rimane imponente e viene stimato in 41 miliardi di dollari australiani (circa 26,5 miliardi di euro) e l’obiettivo temporale viene ricondotto al 2019. Entro la fine del decennio, oltre il 91% degli australiani avrà accesso a velocità di download pari almeno a 50 Mbit/s, mentre tra i 2/3 e i ¾ arriveranno alla soglia dei 100 Mbit/s.

Si chiude riconoscendo che il progetto NBN è stato il progetto che ha (poteva) dilapidato la maggiore quantità di risorse della storia australiana (la stessa valutazione in Italia necessiterebbe sicuramente una Commissione parlamentare o, perlomeno, di un televoto).

Il progetto andrà comunque avanti, per portare a termine la realizzazione di un disegno realmente strategico per il Paese, in tempi ragionevoli, nonché con costi e ricavi sostenibili.

Realpolitik all’australiana.

 

 

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