ITU, State of Broadband 2014: il mondo è sempre più a banda larga

Oltre il 50% della popolazione mondiale avrà accesso a Internet entro tre anni, con la banda larga mobile su smartphone e tablet a giocare un ruolo centrale in questa crescita. Sono solo alcune delle evidenze che emergono dell’edizione 2014 del report State of Broadband 2014 redatto dall’ITU che fornisce “un’istantanea globale” unica sull’accesso alle reti a banda larga nel mondo. Secondo l’analisi oltre 2,3 miliardi di persone avranno accesso mobile a banda larga entro la fine del 2014, avvicinandosi ripidamente alla previsione di 7,6 miliardi entro i prossimi cinque. Di pari passo vanno anche le app: la popolarità delle applicazioni dei social media basate sulla banda larga continua a salire, con 1,9 miliardi di persone attive sui social network.

Analizzando da vicino le diverse realtà, i primi dieci paesi al mondo per penetrazione della banda larga fissa sono tutti situati in Europa, con la eccezione della Repubblica di Corea, al 6 ° posto che vanta un altro primato: ha la più alta penetrazione domestica di Internet nel mondo, pari al 98.1%. In questa edizione Monaco ha “battuto” la Svizzera, campione nel 2013, come leader mondiale della penetrazione di banda larga fissa, fornita ad oltre il 44% della popolazione. Ora ci sono quattro economie la cui pervasività supera il 40%: oltre a Svizzera e Monaco, troviamo anche Olanda e Danimarca, ben tre in più rispetto al 2013 quando lo stato elvetico era al comando assoluto. L’Italia, in questa classifica, si piazza solo al 40esimo posto, con una penetrazione del 22,3%, mentre siamo 25esimo posto (dal 28esimo del 2013) per penetrazione della banda larga mobile, con una penetrazione del 64,8%. Dato solo apparentemente incoraggiante: Singapore, Finlandia, Giappone, Australia, Bahrein, Svezia, Danimarca e Corea hanno una penetrazione superiore al 100%.

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Annex 2: Fixed (wired)-Broadband Subscriptions per 100 inhabitants, 2013

In totale, ci sono ora 77 paesi in cui oltre il 50% della popolazione è online, dal 70 nel 2013. I primi dieci paesi per l’uso di Internet sono tutti situati in Europa, con l’Islanda al primo posto nel mondo con il 96,5% delle persone online. I livelli più bassi di accesso a Internet si trovano principalmente in Africa sub-sahariana, con Internet a meno del 2% della popolazione in Etiopia (1,9%), Niger (1,7%), Sierra Leone (1,7%), Guinea (1,6% ), Somalia (1,5%), Burundi (1,3%), Eritrea (0,9%) e il Sud Sudan (dati non disponibili). La lista dei dieci paesi meno connessi include anche Myanmar (1,2%) e Timor Est (1,1%).

Gli Stati Uniti occupano il 19 ° posto a  livello mondiale in termini di numero di persone online, prima di altri paesi OCSE come la Germania (20) e Australia (21), ma dietro il Regno Unito (12), Giappone (15) e il Canada (16 °). Gli Stati Uniti sono scivolati dal 20 al 24° posto per abbonamenti alla banda larga fissa pro capite, subito dopo il Giappone ma davanti a Macao (Cina) ed Estonia. 

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Annex 5. Percentage of Individuals using the Internet, 2013

E’ imperativo che noi non dimentichiamo i paesi che restano indietro“, ha detto il Segretario Generale ITU Dr Hamadoun I. Touré, che serve come co-vicepresidente della Commissione con il direttore generale dell’UNESCO Irina Bokova. “La banda larga sta accelerando, ma è inaccettabile che il 90% delle persone in 48 paesi meno sviluppati del mondo, rimangano totalmente tagliati fuori. Con Internet a banda larga ormai universalmente riconosciuto come uno strumento fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico, abbiamo bisogno di fare della connettività una priorità chiave di sviluppo, in particolare nei paesi più poveri del mondo. La connettività non è un lusso per i ricchi – anzi, è il più potente strumento di umanità abbia mai avuto a sua disposizione per colmare i divari di sviluppo in settori come la sanità, l’educazione, gestione ambientale e l’empowerment di genere “. 

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